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La Sicilia vuole piantare Primitivo Un abuso per i consorzi della Puglia

Presa di posizione dei Consorzi di tutela e delle associazioni di categoria contro la decisione del Governo di Palermo. Depositata un’interrogazione alla ministra Bellanova in merito a quello che è considerato un abuso.

 
01 maggio 2020 | 15:40

La Sicilia vuole piantare Primitivo Un abuso per i consorzi della Puglia

Presa di posizione dei Consorzi di tutela e delle associazioni di categoria contro la decisione del Governo di Palermo. Depositata un’interrogazione alla ministra Bellanova in merito a quello che è considerato un abuso.

01 maggio 2020 | 15:40
 

Decisa presa di posizione della Puglia agricolo-enologica in merito alla tutela dell’uva Primitivo, la più importante del sistema vitivinicolo pugliese. Un messaggio corale: l’autorizzazione all’impianto e alla produzione di primitivo in Sicilia è da considerarsi un abuso. Questo a fronte della decisione della Giunta della Regione Sicilia con la quale si autorizza la coltivazione della varietà Primitivo sull’intero territorio regionale.

No al Primitivo fuori dalla Puglia Sì della Sicilia alla coltivazione

La coltivazione dell'uva Primitivo non deve uscire dalla regione Puglia: netta la presa di posizione di Consorzi e associazioni

Testualmente: “La decisione della Giunta Regionale della Regione Sicilia (Dgg 1733 del 09/08/2019) con la quale si autorizza la coltivazione della varietà Primitivo sull’intero territorio regionale crea un pericoloso precedente amministrativo. Per noi questo provvedimento è inammissibile. Tale decisione offende la nostra storia. Il Primitivo è un vitigno pugliese, espressione coerente del nostro territorio e delle nostre tradizioni vitivinicole. Inoltre, la sua affermazione commerciale che lo pone come prodotto traino dell’economia vinicola, agroalimentare e enoturistica regionale, è il risultato di decenni di sforzi e investimenti, sacrifici dei viticultori. E non possiamo tollerare che tale patrimonio sia sottratto. Un messaggio chiaro che deve anche essere recepito non solo da tutta la filiera ma anche dai tanti consumatori”.

Un documento che esprime tutta la determinazione di un fronte compatto costituito dal Consorzio di Tutela del Primitivo di Manduria Doc e Docg, dal Consorzio del Salice Salentino Doc, dal Consorzio del Primitivo di Gioia del Colle Doc, dal Consorzio di Brindisi e Squinzano Doc, dal Consorzio dei vini Doc e Docg Castel del Monte, dall’Associazione Nazionale Le Donne del Vino delegazione Puglia, dal Consorzio Movimento Turismo del Vino Puglia, Assoenologi Puglia Basilicata e Calabria, Cia- Agricoltori Italiani Puglia e Confagricoltura Puglia.

No al Primitivo fuori dalla Puglia Sì della Sicilia alla coltivazione
I vigneti di Primitivo sono un simbolo del territorio pugliese

Firme di peso che hanno aggiunto: “A nome di tutta la filiera dei vini di qualità e in particolare delle Denominazioni e dei Consorzi di tutela della Puglia occorre porre la massima attenzione alla vigilanza e salvaguardia del patrimonio ampelografico locale in primis Primitivo, quale elemento di distinzione delle produzioni vitivinicole delle nostre Dop e Igp. In particolare, in merito alla modifica del decreto 13 agosto 2012 concernente l’etichettatura e la presentazione dei prodotti del settore vitivinicolo Dop e Igp, vi è la necessità di un’immediata presa di posizione regionale. Tale intervento impedirebbe che il Primitivo possa essere presentato nelle descrizioni secondarie di etichette riferite a vini rossi senza vitigno che provengono da Dop e Igp di altre regioni italiane. Inoltre, si eviterebbe che nell’elenco dei sinonimi vengano aggiunte delle varietà di viti che possono essere utilizzati nell’etichettatura e nella presentazione dei vini”.

«L’autorizzazione all’impianto e alla produzione del Primitivo in Sicilia è da considerare un abuso, come una insopportabile mistificazione che offende le autoctonie, la storia produttiva e la tradizione di un intero territorio», ha dichiarato il senatore Dario Stefàno, vicepresidente del Gruppo Partito Democratico al Senato, eletto in Puglia - Ho depositato un’interrogazione urgente al ministro perché si attivi al fine di rimediare ad un provvedimento varato dalla Regione siciliana che rompe quel legame tra storicità e produzione nei territori e di cui il vino è e deve continuare ad essere espressione. Con questa interrogazione, invito pertanto il ministro a dare urgentemente risposta non solo ai produttori pugliesi ma all’intero sistema vitivinicolo italiano perché questo caso potrebbe creare un precedente pericolosissimo per la tenuta del valore delle autoctonie. Trovo, poi, altrettanto grave il silenzio assordante della Regione Puglia se, come immagino, è stata informata per tempo di questo pernicioso provvedimento».

La decisione della Regione Sicilia e il momentaneo silenzio del Governo pugliese, a sensazione, sanno di accordi commerciali. Certo, il lavoro prima di tutto, ma si richiede un po’ di coerenza. Risulta dannoso e controproducente sbandierare ai quattro venti l’orgoglio della tipicità, dell’unicità di un territorio e di tutte le sue peculiarità agroalimentari che, va ricordato, sono eccezionali leve di marketing e solidi strumenti di promozione turistica, se poi si abdica in questo modo. Ben venga l’interrogazione del senatore Stefàno, oggi in difesa della Puglia, ma che sia un monito e un precedente che valga per la tutela di ogni valore autoctono. Andare a briglie sciolte, oltre a creare confusione, favorisce una standardizzazione di cui non abbiamo bisogno.

Per informazioni: www.consorziotutelaprimitivo.comwww.consorziosalicesalentino.itwww.consorziovinogioiadelcolle.itwww.vinibrindisisquinzano.itwww.pugliasveva.it www.ledonnedelvino.comwww.movimentotursimovino.itwww.assoenologi.itwww.cia.it www.confagricoltura.it



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