Nella creazione di un grande vino, è il dialogo che si instaura tra uomo, vigneto e ambiente a permettere di valorizzare al massimo la complessità di un vitigno: solo mettendo in relazione quest’ultimo con il territorio in cui sorge che è possibile esaltarne le molteplici sfumature espressive. È quanto è accaduto in occasione di Vinitaly, dove Pasqua Vini, che del profondo radicamento alla Valpolicella e della costante tensione all’innovazione ha fatto la propria cifra stilistica, ha dedicato alla Corvina e alla sua versatilità, in rapporto alla zona in cui cresce, uno speciale approfondimento: la masterclass “Corvina, grande interprete dei terroir veronesi”, condotta dal responsabile tecnico di Pasqua Vini, Giovanni Nordera, insieme a Cecilia Pasqua, con la moderazione del giornalista Alessandro Torcoli.
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Quattro le zone oggetto di indagine, a cui vengono associati i vini - nel cui blend l’apporto della Corvina gioca un ruolo fondamentale - che hanno rappresentato l’evoluzione più interessante nelle pratiche di wine making espresse da Pasqua Vini. La prima è quella del Lago di Garda, i cui terreni morenici offrono elevata fertilità del suolo e le cui pratiche di vinificazione portano alla nascita del Chiaretto di Bardolino e del Bardolino Rosso; la Corvina in questo caso è parte del blend da cui origina 11 Minutes, prima espressione del progetto che Pasqua Vini ha dedicato al mondo del rosé e che ha rivoluzionato lo stile di vinificazione di questo vino.
Alessandro Torcoli, Riccardo Pasqua e Cecilia Pasqua
La seconda è quella della Valpolicella classica: dotata di discreta fertilità e di scarse disponibilità idriche, qui le produzioni medie si riducono parecchio, ma aumentano i livelli di maturazione; di conseguenza si possono ottenere vini di maggior pregio in termini di struttura, concentrazione e gradazioni alcoliche, pur rimanendo in ambiti di eleganza e finezza. In rappresentanza di questa area specifica e delle caratteristiche espresse qui dalla Corvina, i partecipanti della masterclass hanno degustato il Valpolicella Terre di Cariano Cecilia Beretta.
Il tavolo della masterclass
La terza è quella della Valpantena che, pur con caratteristiche idrogeologiche simili a quella della Valpolicella classica, per conformazione della vallata presenta temperature estive più elevate e con minore escursione termica tra giorno e notte. Ciò influisce sul carattere dei vini che ne derivano: grande potenza espressiva, gradazioni più alte e colorazioni più intense, eccellente maturazione dei tannini ed una discreta finezza. La Corvina che da qui origina è presente nel blend sia di Valpolicella Mizzole Cecilia Beretta che di Valpolicella e Amarone Cascina San Vincenzo Famiglia Pasqua, la linea da agricoltura biologica della cantina veronese.
Ultima la Val d’Illasi, dove sorge il vigneto di Montevegro che dà origine all’espressione più potente degli Amaroni firmati Famiglia Pasqua, ovvero Mai Dire Mai: la Corvina qui coltivata presenta grande corpo, con struttura tannica che necessita mediamente di periodi di maturazione in cantina assai più lunghi rispetto ai vini derivanti dalle zone confinanti. In abbinamento all’area, ovviamente, Valpolicella e Amarone della collezione Mai Dire Mai.
Pasqua Vigneti e Cantine
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