Rilanciare i vitigni autoctoni, con metodo e scienza, per ridare smalto e valore alla vitivinicoltura storica di una zona lombarda vocata e poco conosciuta in Italia per il suo potenziale. È il percorso viticolo-enologico intrapreso e portato al successo da Fabio Zappellini a San Benedetto Po (Mn). Il suo vino “La Fiuma”, Lambrusco mantovano con un’anima e un’eleganza uniche, ha aperto la strada; ora si prepara al debutto un’altra referenza che sarà sul mercato nel 2023.
La Fiuma è un Lambrusco mantovano come dovrebbe essere
La Fiuma, Lambrusco mantovano come si deve
La Fiuma è un Lambrusco mantovano come dovrebbe essere: emozione nel calice, un vino pop, a base del vitigno autoctono Grappello Ruberti, che reinterpreta una lunga storia identitaria e strizza l’occhio ai giovani wine lovers. «Un vino che impersona il nostro modo di essere. Noi siamo quelli che sognano con i piedi per terra e lo sguardo al futuro - spiega l’enologo-filosofo Fabio Zappellini - I primi passi e i primi riscontri ci dicono che avevamo visto giusto. Il successo e il radicamento sul canale della ristorazione sono stati immediati. È piaciuta l’idea del vitigno autoctono riscoperto. La Fiuma ha poi stupito per qualità, identità, espressività e versatilità di abbinamento. Nei ristoranti di qualità e cultura, in cui io credo da sempre, servono proposte distintive che raccontino ed emozionino ad un prezzo giusto e accessibile».
La Fiuma compete con i produttori di territori che del Lambrusco hanno fatto un fenomeno mondiale, tra Modena e Reggio Emilia, eppure la referenza di filiera di San Benedetto Po lascia il segno ed è richiesta dai clienti colpiti al primo assaggio. Zappellini spiega: «È un vino di valore che fa bene a un territorio più conosciuto per Grana Padano, Parmigiano Reggiano e allevamento di suini. Qui non ci sono solo imbottigliatori, ci sono produttori che devono mettere a frutto dalla vigna alla bottiglia il valore dell’espressività che qui si può raggiungere e che va fatta conoscere».
La Fiume è un caso da studiare
Il vitigno riscoperto
Il Grappello Ruberti è un vitigno a bacca nera con caratteristiche organolettiche uniche. È storicamente coltivato nell'Oltrepò Mantovano, ma solo nel 2013 il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali ha riconosciuto il Grappello Ruberti differenziandolo pertanto dal Lambrusco Viadanese al quale precedentemente era assimilato. Il Grappolo Ruberti ha un grappolo di forma media, cilindrica, allungata con acini di media grandezza e sferici di colore blu-nero. Ne nasce un vino dalle caratteristiche uniche, cantato già da Virgilio, documentato nel 1860 dall’economo Ugo Ruberti da cui prende il nome, quindi passato dalla sapienza dei monaci benedettini per la fermentazione naturale in bottiglia.
La zona di produzione
L’Oltrepò Mantovano e il Viadanese-Sabbionetano sono le zone di produzione del Lambrusco Mantovano Doc. In particolare, quelle dell’Oltrepò e di San Benedetto sono terre di pianura alluvionale, bonificate intorno all’anno mille dai monaci Benedettini e governate con ferma e visionaria gentilezza da Matilde di Canossa, figura quasi leggendaria di donna di potere ante litteram. Storia, arte, cultura vitivinicola e gastronomica si incontrano e si integrano qui, in perfetto equilibrio sotto la protezione vigile e discreta, dell’Abbazia di Polirone e della sua meraviglia. È un territorio fluido, dominato dalla presenza del grande fiume, il “Re Po” che asseconda sinuoso un mondo rurale scandito da argini e golene, che determinano il ritmo e la direzione dello sguardo di chi lo percorre. Sono terre benedette dall’acqua, di una bellezza a volte struggente, intrise, in certe giornate d’autunno, di una magica, magnetica, vitale malinconia. Qui, quasi a ripetere idealmente - e rispettosamente - il miracolo dell’acqua tramutata in vino, è nato “La Fiuma”, il Lambrusco Mantovano Doc prodotto da Fabio Zappellini.
Il Grappello Ruberti è un vitigno a bacca nera con caratteristiche organolettiche uniche
La genesi del progetto "La Fiuma"
Il progetto enologico “La Fiuma” nasce innanzitutto dal desiderio ancestrale di Fabio Zappellini di riscoprire il legame con le sue radici familiari e di fare qualcosa di importante per il suo territorio. La Fiuma, in questo senso, è un ritorno a casa, che gli antichi greci chiamavano “Nostos”: una ideale ricomposizione della storia familiare, un recupero della propria identità, un ritrovare sé stessi dopo le mille esperienze accumulate nel viaggio e nella vita. L’idea di una produzione di Lambrusco mantovano totalmente personale, messo a punto con attenzione e cura, in vigneto, in vasca e in cantina, di cui definire un posizionamento distintivo e unico, deriva dalla volontà di recuperare i valori e le caratteristiche originarie di un vino di grande tradizione, conosciuto fin dai tempi di Virgilio e Plinio il Vecchio, sul piano della qualità e su quello dei numeri.
Importante progetto per valorizzare le eccellenze mantovane