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Esportare vino italiano negli Usa: il sogno realizzato di Nicolò Tita

È uno dei più affermati importatori di vino italiano negli Stati Uniti. Con la crisi globale portata dal Covid-19 il suo e-commerce è quasi centuplicato e si sono aperte nuove opportunità

 
10 aprile 2021 | 08:30

Esportare vino italiano negli Usa: il sogno realizzato di Nicolò Tita

È uno dei più affermati importatori di vino italiano negli Stati Uniti. Con la crisi globale portata dal Covid-19 il suo e-commerce è quasi centuplicato e si sono aperte nuove opportunità

10 aprile 2021 | 08:30
 

Un sogno diventato realtà quello di Nicolò Tita, architetto bresciano che nel 2008, all’età di 32 anni, decide di trasferirsi a Miami e diventare un punto di riferimento nella distribuzione di eccellenze agroalimentari. Da un grande desiderio e un piccolo budget («sono partito con 20mila euro», racconta Nicolò), oggi “Tita Italian Wine & Delicatessen” è una delle più affermate aziende in Florida che esporta vini italiani negli States e in Venezuela con, in epoca pre-Covid, un giro d’affari di 2,5 milioni di dollari e una decina di dipendenti all’attivo. In 12 anni Nicolò ha costruito un prestigioso parterre di clienti, a cui offre il meglio della produzione del Belpaese e non solo. Scampato il rischio dazi per la seconda volta in un anno, ora l’obiettivo è quello di affrontare l’evoluzione dell’era post-Covid.

Nicolò Tita Esportare vino italiano negli Usa Il sogno realizzato di Nicolò Tita

Nicolò Tita


«La pandemia è stata terribile - spiega l’imprenditore - all’inizio ero spiazzato e terrorizzato all’idea di chiudere l’attività e dover tornare in Italia. Le aziende qui a Miami non facevano più ordini e non investivano in nuovi prodotti, per mancanza di budget e per timore dell’ignoto. Ma superato il disorientamento iniziale, ho reagito. La mia strategia è stata quella di collaborare con i miei fornitori rinegoziando i prezzi con l’Italia, con la promessa di restituire un importante volume d’affari. Ho cercato di fare magazzino e operare in controtendenza rispetto alla concorrenza e questa mossa sulla scacchiera è stata per me vincente. Questa partita a scacchi è ancora aperta: non sapremo facilmente chi sarà il vincitore, ma al momento credo di trovarmi in una posizione di vantaggio».

La pandemia ha portato Tita a cambiare interlocutore e rivolgersi anche al privato, non più solo alla grande distribuzione. «Ho aperto una nuova società, Olocin, incaricata di seguire tutta la vendita diretta attraverso l’e-commerce. Un investimento importante e coraggioso che mi ha permesso di trasferire online tutta l’offerta». E i risultati non hanno tardato ad arrivare: oggi per Nicolò l’e-commerce è quasi centuplicato rispetto a nove mesi fa e l’azienda può contare su collaboratori che quotidianamente fanno ricerche avanzate e profilate in base alle richieste degli utenti, tenendo sempre in considerazione il rapporto qualità/prezzo.

Nel 2021 e in futuro sarà necessario non abbassare la guardia, bisognerà anzi drizzare più che mai le antenne. «Secondo me - dice Nicolò - ci aspetta un anno ancora più difficile del precedente a livello commerciale. Molte attività a livello mondiale chiuderanno o avranno un potere d’acquisto molto inferiore a prima. In questo contesto per me si sono comunque aperte nuove opportunità: di recente ho avviato nuove trattative in Florida e altre aree degli Usa, anche in Venezuela. Sono certo che, da questa crisi, ritorneremo più forti».

Per informazioni: titaitalia.com

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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