È ufficiale. La Valpolicella è pronta per l’Unesco. Completato, infatti, il dossier per la presentazione della candidatura della tecnica della messa a riposo delle uve della Valpolicella a patrimonio immateriale dell’Unesco. L’annuncio è stato dato oggi, 4 febbraio, in apertura di Amarone Opera Prima, la due giorni del Consorzio vini Valpolicella per celebrare il millesimo 2018 dell’iconico Rosso veronese. Nel mentre, secondo un’indagine di Nomisma Wine Monitor, l’Amarone cresce ancora in valore nel 2022, mentre giù i volumi all’estero. Ma secondo il presidente del Consorzio tutela vini Valpolicella, Christian Marchesini, la denominazione è in equilibrio. E c'è anche una buona notizia: c’è aria di disgelo nella pluriennale querelle tra il Consorzio dei vini Valpolicella e le Famiglie storiche dell'Amarone.
Completato il dossier per la candidatura Unesco della tecnica della messa a riposo delle uve della Valpolicella
Le dieci pagine di dossier Unesco
Ma torniamo alla candidatura Unesco. Dieci le pagine redatte dal Comitato scientifico, che sintetizzano il lavoro di studio, analisi, raccolta di documenti e materiale video fotografico anche di archivio. Così come sono dieci gli anni di attesa di una comunità fortemente determinata a insignire il secolare appassimento come patrimonio immateriale dell’umanità. Un obiettivo che, se sarà centrato, riconoscerà alla Valpolicella anche il primato di iscrizione di una pratica di vinificazione negli elenchi tutelati dall’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’educazione, la scienza e la cultura.
Fulcro del dossier i quattro capisaldi identitari che secondo il Comitato scientifico, composto da enologi, giuristi e antropologi, asseverano l’istanza della Valpolicella. In questo territorio, infatti, la secolare tecnica della messa a riposo delle uve della Valpolicella - pratica che decreta l’unicità dell’Amarone e del Recioto – garantisce, cita il dossier, una “funzione educativa, ambientale, di riscatto sociale e di inclusione” e ovviamente “una funzione enologica”, perché “senza questa tecnica i vini del territorio non esisterebbero”. Tra i punti di forza, individuati anche l’estensione territoriale dell’appassimento praticato da “8mila persone” nei 19 comuni della denominazione.
Un “saper fare” in stretta relazione con il territorio
Per Pier Luigi Petrillo, coordinatore del Comitato scientifico, professore e direttore della cattedra Unesco sui Patrimoni culturali immateriali dell’Università Unitelma Sapienza di Roma: «Il dossier evidenzia che si tratta di una tecnica che rispecchia la storia sociale, politica, economica di questo territorio e ne manifesta la sua evoluzione. Il profondo radicamento culturale e identitario definisce la stessa architettura rurale della Valpolicella: un saper fare che da oltre 1500 anni identifica questa comunità».
«Il traguardo di oggi è il risultato di un grande lavoro di squadra - ha commentato il presidente del Consorzio vini Valpolicella, Christian Marchesini – che ha messo a fattor comune la valorizzazione della Valpolicella e la sua vocazione all’eccellenza. Una unità di intenti e di visione che ha riscontrato l’appoggio anche delle istituzioni, a partire dalla Regione Veneto e dal suo presidente, Luca Zaia. Ora confidiamo che i ministeri deputati a decidere la presentazione della candidatura sappiano riconoscere il valore antropologico e socioeconomico di questa tecnica. Non dimentichiamo, infatti, che la denominazione genera un fatturato di oltre 600 milioni di euro l’anno».
Luca Zaia
«L’Amarone è un prodotto iconico – ha detto il presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia – e il nostro biglietto da visita a livello internazionale, anche per i numeri: stiamo parlando di 2700 circa aziende agricole, di un contesto di oltre 8800 ettari, ma, soprattutto una denominazione che vale 600 milioni di fatturato. L'Amarone è un grande prodotto, un grande apripista e un grande ambasciatore. La candidatura Unesco è il progetto che noi abbiamo sostenuto e che finanziamo perché il questo riconoscimento a patrimonio dell'umanità porterà ancora una volta più visibilità».
La decisione entro il 30 marzo
La chiusura del dossier ufficiale segue le quattro call to action promosse dal Comitato promotore (Consorzio vini Valpolicella nel ruolo di coordinatore, Sovrano nobilissimo ordine dell’antico recioto, Consiglio del Palio del Recioto e dell’Amarone e Associazione Strade della vite e del vino della Valpolicella) nel corso del 2022. Il documento verrà ora trasmesso al ministero della Cultura, a quello dell’Agricoltura e alla Commissione nazionale per l’Unesco, l’organismo interministeriale coordinato dal ministero degli Esteri cui spetta il compito di scegliere, entro il 30 marzo, l’unica candidatura italiana da inviare a Parigi per la valutazione.
Il nuovo millesimo
Oltre alla candidatura Unesco, il millesimo 2018 è stato presentato ufficialmente al Palazzo della Gran Guardia a Verona in occasione della prima giornata di Amarone Opera Prima, l’evento di anteprima organizzato dal Consorzio Vini Valpolicella in programma fino a domani nella città scaligera. Un Amarone che racchiude tutte le nuance del territorio.
Presentato l'Amarone 2018
Un profilo, quello dell’annata 2018, caratterizzato – secondo l’analisi realizzata per il Consorzio da Giambattista Tornielli, professore associato di Arboricoltura generale e coltivazioni arboree dell’Università degli studi di Verona – da un «andamento meteorologico nel complesso instabile, con temperature medie leggermente superiori alla media storica da marzo ad agosto e con piovosità superiore alla media specialmente nei mesi di marzo e maggio. Un fenomeno atmosferico che ha dotato i terreni di una buona risorsa idrica. Dal punto di vista fenologico, le principali fasi di sviluppo della pianta sono state in linea con il dato storico, con una maturazione solo leggermente anticipata, mentre i parametri tecnologici di maturazione sono stati generalmente bilanciati, con una buona dotazione di zuccheri e antociani anche se in alcuni casi con livelli di acidità inferiori alla media. La vendemmia per messa a riposo delle uve è così iniziata con qualche giorno di anticipo, con un decorso dell’appassimento piuttosto rapido (caratteristica comune negli anni recenti) che si è svolto comunque in assenza di problematiche fitosanitarie».
Sul fronte dei volumi, la produzione di uva è stata piuttosto abbondante con oltre 971mila quintali raccolti, dei quali circa 335mila messi ad appassire per la produzione dell’Amarone e del Recioto. «Nel complesso l’annata che approda sui mercati quest’anno ha tutte le carte in regola per esprimere appieno la tipicità del territorio della Valpolicella nei calici».
Protagoniste 64 aziende
Ad Amarone Opera Prima partecipano 64 aziende. Due le giornate di degustazione presso gli stand con l’apertura al pubblico prevista dalle 16:30 alle 19 di oggi, 4 febbraio. Si replica domani, domenica 5 febbraio, dalle 10 alle 19:30 (ingresso a pagamento riservato ai maggiori di 18 anni. Ticket: 35 euro in vendita online e 40 euro al box office d’ingresso).
L’Amarone cresce ancora in valore nel 2022
Durante Amarone Opera Prima presentata anche l’indagine realizzata per il Consorzio tutela vini Valpolicella da Nomisma Wine Monitor che mostra un calo dei volumi, ma una crescita dei valori per le vendite di Amarone in Italia e nel mondo nel 2022. Con gli Stati Uniti, sempre più mercato estero di riferimento, che hanno messo la freccia e superato gli altri 2 top buyer (Canada e Svizzera). Complessivamente, il re della Valpolicella fissa la propria ultima performance con una contrazione in volume del 7,2%, a fronte di un valore in crescita del 4%, a circa 360 milioni di euro franco cantina. Meglio il mercato interno – che incide circa il 40% sulle vendite totali – rispetto all’export: in positivo sia i volumi (+1,5%) che i valori (7,4%) per la piazza italiana; -13%, invece, il quantitativo esportato e una crescita valoriale dell’1,8%.
«Il 2021 è stato un anno eccezionale sul piano delle vendite – ha detto il presidente del Consorzio, Marchesini – il 2022 è servito per consolidare la crescita, con risultati meno eclatanti ma comunque significativi. Lo testimoniano anche gli imbottigliamenti, che registrano un incremento del 12% rispetto al precovid (2019) per un’annata commerciale che è stata comunque la seconda migliore del decennio, con oltre 17 milioni di bottiglie immesse sul mercato. La denominazione – ha proseguito – si conferma in equilibrio, grazie anche a una stabilizzazione finalmente raggiunta sul fronte della superficie vitata dopo il blocco degli impianti del 2019».
Gli Stati Uniti guidano la classifica in valore dell’export, con un incremento del 24% e un’incidenza sulle vendite oltre frontiera del 14%. Seguono, a ruota, Canada – che sale in valore del 16% - e Svizzera (+2%). Tra i mercati di sbocco, Uk in leggera decrescita (-2%); male la Germania che perde quota (-15%), mentre incrementa ancora la Svezia (+6%). Riparte l’emergente Cina con +22% mentre frena la Danimarca, a -7%.
«La crescita dell’Amarone sul mercato nazionale è legata soprattutto al recupero dei consumi fuori-casa e in particolare presso la ristorazione che ha potuto beneficiare del ritorno dei turisti stranieri, aumentati nei primi dieci mesi del 2022 di oltre il 90% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente», sottolinea Denis Pantini, Responsabile Wine Monitor di Nomisma.
Un momento di Amarone Opera Prima
Verso la pace tra il Consorzio Valpolicella e le Famiglie Amarone
Insomma un anno positivo a cui si aggiunge anche un’altra buona notizia: c’è aria di disgelo nella pluriennale querelle tra il Consorzio dei vini Valpolicella e le Famiglie storiche dell'Amarone: «Ci siamo visti, abbiamo preso un caffè - ha detto all'Ansa il presidente del Consorzio Christian Marchesi a margine di Amarone Opera Prima - e siamo vicini da casa. Una delle attività del Consorzio è ricomporre le fratture. Ci stiamo lavorando».
E nessun timore rispetto all'esito giudiziale dell'ultimo appello: «Hanno perso la prima, anche la seconda. Resta la Cassazione, ma quel che conta è che stiamo dialogando. E la candidatura Unesco della tecnica dell'appassimento uve dell'Amarone e del Recioto potrà contribuire a riconcialire», ha concluso Marchesini.