Il progetto Monvin, brand del Gruppo Montelvini di Venegazzù (Tv) dedicato al vino in fusto, si basa sull’applicazione del concetto di sostenibilità. Una modalità di consumo e servizio che si oppone con determinazione allo spreco. Dalla scelta di fornitori con una filiera virtuosa e certificata alla diminuzione delle emissioni di CO2 grazie alla riduzione nell'utilizzo del vetro.
Monvin: il vino sfuso può essere un prodotto premium
I fusti vengono riutilizzati
Il fusto da 20 litri in acciaio coibentato, oltre a consentire un abbattimento dei costi di imbottigliamento, garantisce una migliore conservazione del prodotto, che mantiene una qualità costante ed elevata, con l’ottenimento di un vino distintivo sul mercato. Altre attenzioni per l’ambiente derivano dalla diminuzione di inquinamento nella fase di trasporto, nell’utilizzo di energia rinnovabile prodotta tramite impianti fotovoltaici e nel riutilizzo dei fusti.
Alberto Serena
Un mercato vinicolo che guarda avanti
«Il nostro obiettivo principale è far capire che il vino sfuso può essere un prodotto premium, frutto di un savoir-faire tramandato da generazioni di vignaioli – ha dichiarato Alberto Serena, ceo di Montelvini - Mio padre Armando è stato uno dei primi produttori in Italia a lavorare per elevare il livello qualitativo di questo prodotto, fino a pochi anni fa percepito di valore inferiore rispetto al vino in bottiglia. Con cinquant’anni di esperienza alle spalle e un investimento di oltre dieci milioni di euro solo nell’ultimo decennio in innovazione tecnologica, il brand Monvin è tra i più importanti nel commercio del vino sfuso a livello internazionale. Questa tipologia di consumo rappresenta, a mio parere, il futuro del mercato vinicolo: prodotti di qualità eccellente in formati rispettosi dell’ambiente e delle persone».
www.montelvini.it