Presentata nella storica Fortezza di Montepulciano l’anteprima del Vino Nobile con le nuove annate in commercio, la vendemmia 2020 e le Riserve 2019. La denominazione ha chiuso il 2022 con risultati positivi, non solo è stato consolidato il risultato del 2021, ma si è rilevato un ulteriore +5%, risultato di una serie di azioni che sono state messe in atto in questi anni: dalla indicazione di Toscana in etichetta, alla conclusione del percorso di certificazione di sostenibilità territoriale consortile secondo lo standard Equalitas voluta dal 75% delle aziende di Montepulciano facendo del Vino Nobile di Montepulciano il primo distretto sostenibile in Italia; al rilancio del progetto Pieve e all’avvio di quello di filiera che vede 20 aziende coinvolte a certificare la propria realtà.
La Fortezza di Montepulciano
Le vendite
Le esportazioni, che restano il principale canale di sbocco, hanno fatto segnare un 68% (negli anni passati si era arrivati al 78%), mentre il restante 32% viene commercializzato in Italia. Continua la tendenza di crescita degli ultimi anni la vendita diretta in azienda che nel 2022 ha ormai superato il 30%. Per quanto riguarda il mercato nazionale inoltre le principali vendite sono registrate in Toscana per il 43%. Al nord viene venduto il 31,6% e al Sud il 5,40%. Per quanto riguarda l’estero si assiste a una torta divisa a metà tra Europa e paesi extra Ue. In America (tra Nord e Sud) va il 35% dell’export, in Europa il 30%. Cresce l’Asia con il 2,5% della quota totale.
Paesaggi di Montepulciano
La Germania continua ad essere il primo mercato del Nobile con il 37% della quota esportazioni. In crescita continua, anche rispetto al 2022, è quello degli Stati Uniti arrivando a rappresentare il 27% dell’export del Vino Nobile di Montepulciano. Successo anche per i mercati asiatici, balcanici ed extra Ue con oltre il 4% delle esportazioni. Continua il trend di crescita del Canada che da solo vale il 5% delle esportazioni. Un dato davvero significativo è la fetta di mercato del Vino Nobile di Montepulciano a marchio bio che nel panorama italiano vale il 42% delle vendite, mentre a livello internazionale rappresenta oltre il 70%.
Il Consorzio
Il Consorzio ha avviato anche un lavoro di recupero della storia della cultura del vino a Montepulciano. Uno dei documenti più interessanti e raro che testimoniano l'esistenza di un distretto produttivo e di commercializzazione del vino di Montepulciano risale all'epoca medievale, ed è un raro contratto di mercatura del 17 ottobre 1350, conservato presso il fondo Madonna de' Ricci (crociferi) dell'Archivio di Stato di Firenze.
Il panorama tra le colline di Montepulciano
Si tratta della registrazione notarile di una società di commercializzazione e esportazione del vino prodotto nelle vigne di un esponente della famiglia signorile dei del Pecora di Montepulciano, attraverso l'intervento del mercante Jacopo di Vanni di S. Fiora. La pergamena, una vera e propria rarità documentale sia per la datazione che per il contenuto, testimonia come ci dice il Repetti nel suo famoso dizionario (Firenze, 1839) che il "vino squisito di Montepulciano, ... s'inviasse all'estero da tempi assai remoti" e fu scritta pochi anni dopo la redazione degli statuti di Montepulciano del 1337 che normavano la produzione, la vendita e la fiscalità del prodotto enologico per il quale la città era già nota in quel profondo passato.
Riccardo Pizzinelli presidente della Società Storica Poliziana
L’annata 2022 è stata l’annata dei record: una piovosità mal distribuita, temperature elevate che hanno impresso una notevole accelerazione dello sviluppo vegetativo. I vini del 2022 presentano colori molto intensi ed esprimono una notevole complessità aromatica sostenuta da una tannicità importante, fine e piacevole.