Barolo, Barbaresco, Brunello, Bolgheri, Amarone sono nomi che fanno già parte del gotha internazionale dei vini. Il 2023 potrebbe però essere l'anno della ribalta per altre aree vitivinicole italiane, pronte al grande salto. Due su tutte, almeno stando a Daniele Cernilli, curatore della guida DoctorWine, che ha individuato nell'Etna e nell'Alto Adige due zone ormai mature per i più importanti palcoscenici.
Non sono sole. Il nuovo anno potrebbe infatti sorridere ai vini bianchi friulani, in ripresa dopo anni di appannamento, e a zone meno note, come il Nord Piemonte e la Romagna.
Vigneti sull'Etna
Il 2023 del vino secondo Daniele Cernilli
Per Cernilli sono tre i requisiti che le regioni che ambiscono a sedersi al tavolo dei più grandi vini mondiali devono avere. «Il primo è la massa critica della produzione - spiega - Il secondo è un adeguato numero di produttori che appartengano inoltre a diverse tipologie. Viticoltori, ovviamente, ma in parte anche aziende più grandi e realtà cooperative, come accade in tutte le regioni vitivinicole importanti del mondo, Borgogna e Champagne comprese. Il terzo è la capacità di fare del "branding" territoriale, cercando di far conoscere i propri territori in modo chiaro ed efficace».
A giudizio di DoctorWine tra le zone più adatte a soddisfare queste il Nord Piemonte. Non solo la parte dei vini a base Nebbiolo, come Gattinara, Ghemme, Carema, Boca, Fara, Sizzano e Bramaterra, ma anche le aree di Chieri, di Caluso e del Monferrato Casalese e dell'Astigiano settentrionale, con vitigni come Freisa, Grignolino, Erbaluce, hanno potenzialità notevoli.
Ci stanno seriamente provando anche in Romagna, con le ben 19 sottozone dedicate al Sangiovese, che quanto meno dimostrano che le differenze fra i vari territori sono reali e molto chiare.
Solo loro? No, c'è spazio anche per altre regioni del vino. «In Sardegna assistiamo alla nascita di tante nuove e valide aziende in differenti zone, e in Campania, dove ormai esistono decine di cantine che propongono vini fantastici, dai Campi Flegrei al Vesuvio, dal Sannio al Cilento, dalle zone del Casertano all'Irpinia, ovviamente - conclude Cernilli - Ho la sensazione che alcuni dei grandi vini prossimi venturi potrebbero arrivare proprio da queste zone».