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Aquila del Torre, i vini friulani incontrano la cucina romana

L'azienda produce vino sulle colline di Udine e punta forte sul Picolit. Nella Capitale è arrivata per far degustare le bottiglie con gli abbinamenti di Untitled 53

di Mariella Morosi
 
01 luglio 2022 | 05:00

Aquila del Torre, i vini friulani incontrano la cucina romana

L'azienda produce vino sulle colline di Udine e punta forte sul Picolit. Nella Capitale è arrivata per far degustare le bottiglie con gli abbinamenti di Untitled 53

di Mariella Morosi
01 luglio 2022 | 05:00
 

Aquila del Torre è un’azienda a vocazione familiare creata da Claudio Ciani nel 1996 in una delle più belle zone vinicole della provincia di Udine e di tutta la regione Friuli Venezia Giulia, storicamente vocata per la viticoltura dai primi anni del ‘900, all'epoca della grande bonifica. Oggi a gestirla è il figlio Michele che, oltre a dare continuità al progetto di fare una produzione di qualità e territoriale, è andato oltre adottando i principi più rigorosi del rispetto dell'ambiente con conduzione biodinamica e, dal 2013, con certificazione bio. Lui è venuto a Roma, in un incontro conviviale al ristorante Untitled 53 di Cecilia Moro e Mariangela Castellana, a due passi dalla piazza di Campo dei Fiori, a raccontare il suo concetto di vitivinicoltura viva che solo se tale è in grado di esprimere nel calice le caratteristiche di un territorio dalle caratteristiche pedoclimatiche uniche.

L'azienda Aquila del Torre, i vini friulani incontrano la cucina romana

L'azienda

Il territorio di appartenenza

Le sue tre colline vitate, 18 ettari ad est del villaggio di Savorgnano del Torre, rientrano nella denominazione Friuli Colli Orientali. Le vigne degradano verso il centro, a volte con pendenze ripide,  formando uno bellissimo anfiteatro. I 66 ettari di bosco ceduo si intrecciano con i vigneti formando un ecosistema complesso dove molte forme di vita interagiscono, arricchendo di biodiversità gli spazi coltivati. C'è anche, a completare il quadro, un oliveto di 300 alberi di cultivar locali tra cui Savorgnana, Bianchera e Gorgazzo. Per agevolare la coltivazione manuale, assicurare alle viti un’esposizione ottimale e gestire il drenaggio delle acque, il versante della collina è stato profilato con piccoli terrazzamenti con un unico filare per banchina. Vari elementi confluiscono influenzando le qualità organolettiche del vino, dal microclima con importanti escursioni termiche, alle temperature medie inferiori alla media fino a una discreta piovosità. Determinante anche il  suolo roccioso, con strati di arenaria, calcari marnosi, argille e depositi calcarei alluvionali, residuo di sconvolgimenti geologici di milioni di anni fa.   

L'allevamento scelto è in gran parte Guyot, con una distanza ravvicinata tra i ceppi. Le varietà a bacca rossa, in particolare Merlot e Refosco dal Peduncolo rosso, sono piantate al centro dell’anfiteatro mentre le esposizioni a est sono destinate al Sauvignon Blanc e quelle orientate a ovest al Friulano. Sulla cresta della collina troviamo invece il Picolit, vitigno della tradizione friulana e vanto dell'azienda e, più in alto,  a 350 metri sul livello del mare, il Riesling renano. Un luogo magico, da cui nelle giornate più terse, è possibile scorgere l'Adriatico. Tutte le pratiche sono manuali. in vigna, dove sono presenti 250 tipologie di erbe spontanee, si semina a mano nella pratica del sovescio e si lavora con l’aiuto dei cavalli. Inoltre due gruppi di arnie sono poste al confine tra vigneto e bosco perchè le api preservano l’acino cicatrizzandone le parti compromesse, fungono da vettore dei lieviti sulla buccia favorendo le fermentazioni in cantina e sviluppano la biodiversità ambientale. Le viti hanno un'età media di circa 30 anni, ma quelle storiche di Friulano e Picolit risalgono agli anni '60. La vendemmia avviene solo al momento giusto, secondo il grado di maturazione delle uve che vengono poi selezionate e vinificate separatamente. L'impegno prosegue in cantina dove il lavoro è votato all’eliminazione del superfluo e dove si interviene il meno possibile. 

 

Vinificazione e progetti paralleli

«I nostri vini - dice Michele Ciani - sono prodotti con estrema cura e i bianchi escono sul mercato solo quando sono maturi. La pazienza è fondamentale. Le uve bianche sono pressate in maniera soffice, a grappolo intero e la vinificazione è separata per appezzamento. Le uve rosse invece subiscono delicate macerazioni e cerchiamo di estrarre la parte più fine». In cantina si preferiscono contenitori di materiale poroso e con effetto neutrale per enfatizzare le differenze varietali e l'origine territoriale. Nel corso degli ultimi anni ai classici serbatoi in acciaio inox sono stati affiancati contenitori in rovere di più passaggi e vasi vinari in cemento. La vinificazione con lieviti indigeni, attraverso la tecnica del “pied de cuve”, e la permanenza prolungata sulle fecce fini sono i punti fermi nelle attività di cantina. 

I vigneti Aquila del Torre, i vini friulani incontrano la cucina romana

I vigneti

Per valorizzare il territorio di Savorgnano del Torre e la sua storia è stato avviato il progetto Oasi Picolit che è anche il nome del b&b che si sviluppa ai piani superiori della cantina, al centro del bosco e dei vigneti. Nasce così un servizio di ospitalità unito alla esperienza enoturistica. Le etichette sulle 60mila bottiglie prodotte, nate dalla collaborazione con il grafico Davide Bevilacqua,  sono riconoscibili e fortemente simboliche: ombre nere sullo sfondo bianco con figure umane sfumate, a ricordare che è la mano dell'uomo a compiere il miracolo del vino. 

Un nero volto stilizzato di donna con i capelli che sembrano radici al vento è l’etichetta del Friulano mentre il logo AT è l’abbreviazione del nome dell’azienda: l’aquila è il simbolo del Friuli mentre il Torre è il ruscello che costeggia le vigne. «La nostra non è un’azienda tradizionale e si trova in uno stato di metamorfosi continua - sottolinea Michele Ciani - il team negli anni è cambiato ma ogni membro ha dato il suo apporto e lo ha poi lasciato in eredità all’azienda. Il lavoro svolto in vigna è attento, rigoroso e rispettoso dei tempi delle stagioni. Tutto ciò doveva chiaramente emergere dalle etichette, mettendo in primo piano un carattere, un’anima, tutto quello che è necessario per conferire un’identità, nulla di più».

 

La degustazione

Tra i vini degustati nell'incontro romano l'AT Friulano Friuli Colli Orientali doc 2019, AT Oasi Bianco 2018 Picolit , AT Refosco dal Peduncolo Rosso 2018 Fiuli Colli Orientali Doc e la Riserva 2016

Il primo, è un friulano in purezza, minimo contatto con le bucce per preservare la freschezza e affinamento sui lieviti per 9 mesi. Il profumo è fruttato con sfumature di minerali e di erbe. In bocca è fresco,sapido, con note di frutta tropicale e finale di mandorla amara. Ciani consiglia di stapparlo il giorno prima di servirlo. Nel ristorante Untitled 53 è stato abbinato ad una composizione di salmone agli agrumi.  

At Oasi Bianco 2018 Doc. Ottenuto da uve Picolit non appassite, prodotto in appena 10mila bottiglie. Fermentazione spontanea con lieviti indigeni in rovere francese e 12 mesi di affinamento sui lieviti. Il bouquet è complesso tra floreale, fruttato e toni speziati e vaniglia, anice e pepe bianco con sfumature balsamiche. Le vigne hanno circa 14 anni e sono fra i 175 e i 350 metri s.l.m. con rese in vigneto sono bassissime. Trasformato anche in una speciale gelatina perfetta con i formaggi ma in questa degustazione è stato abbinato ai Dumplings, una pasta ripiena di coda alla vaccinara, crema di pecorino e angostura.  

Michele Ciani Aquila del Torre, i vini friulani incontrano la cucina romana

Michele Ciani

Infine è stato degustato l'AT Refosco dal Peduncolo Rosso Friuli Colli Orientali Doc 2018,  Rosso secco, fruttato e speziato al naso, dal tannino fine. Fermentazione spontanea con lieviti indigeni, macerazione in  acciaio inox e malolattica in cemento. Abbinamento: Carbonara di spaghettoni di Benedetto Cavalieri mentre la Riserva 2016 ha accompagnato un plateau di formaggi italiani e francesi. Gli altri vini prodotti da Aquila Del Torre sono il Riesling Friuli Colli Orientali Doc, il Sauvignon blanc Primaluce e  il Merlot.  

Il ristorante Untitled 53 nonostante l'insegna significhi "senza nome" vanta un'identità precisa e una cucina dai sapori autentici ricca di contaminazioni e conviviale, aperta anche a formule come all day long e bites&wines. La carta dei vini ricca e competente è firmata da Mariangela Castellana mente Cecilia Moro, chef con varie esperienze in prestigiosi locali, è al timone della cucina.  

 

AT Aquila del Torre
via Attimis, 25 - Povoletto (Ud)
Tel 0432 666428

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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