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Confini "aperti" per il vino italiano Le cantine incontrano i buyer

All'Italian Taste Summit di Roma 35 aziende italiane hanno conosciuto buyer provenienti da diverse parti del Mondo. I produttori italiani rappresentavano 14 regioni.

di Mariella Morosi
 
19 ottobre 2020 | 10:15

Confini "aperti" per il vino italiano Le cantine incontrano i buyer

All'Italian Taste Summit di Roma 35 aziende italiane hanno conosciuto buyer provenienti da diverse parti del Mondo. I produttori italiani rappresentavano 14 regioni.

di Mariella Morosi
19 ottobre 2020 | 10:15
 

Trenta importatori internazionali hanno incontrato a Roma 35 selezionale aziende vinicole italiane nel corso della seconda edizione di Italian Taste Summit, uno speciale evento svoltosi per due giornate al Grand Hotel de la Minerve. A organizzarlo, per facilitare la conoscenza e il business tra le nostre più affermate cantine e i buyer di vari Paesi internazionali, è stata Johanna Mirò, presidente di Italian Taste Summit e titolare di Wine GLobal Aspect, realtà specializzata nella vendita export dei vini italiani.

Johanna Mirò - Confini aperti per il vino italiano Le cantine incontrano i buyer

Johanna Mirò

L'obiettivo è reso possibile grazie a uno studio del mercato in grado di garantire una gestione e un posizionamento adeguato del prodotto realizzato in collaborazione con una fitta rete di collaboratori. Erano presenti importatori di 4 continenti (Europa, Asia e Americhe) e in particolare Stati Uniti, Cina, Giappone, Germania, Repubblica Ceca, Slovacchia, Gran Bretagna, Francia, Olanda, Danimarca e Polonia, mentre i produttori italiani rappresentavano 14 regioni.

«Il Made in Italy - ha detto Johanna Mirò - è uno dei brand più importanti e rinomati al mondo che non dovrebbe avere difficoltà a imporsi su tutti i mercati. Con questa convinzione e con lo scopo di sviluppare appieno il potenziale immenso delle aziende italiane, è nato il progetto Italian Taste Summit. Se solitamente sono i vignaioli a recarsi all'estero per far conoscere i propri prodotti, noi facciamo l'inverso, portando sul suolo italiano i player che riteniamo fondamentali. Riusciamo tra l'altro in questo modo a far percepire meglio il vero valore del vino italiano che risiede indiscutibilmente nel legame tra i diversi territori della Penisola».

Erano presenti importatori di 4 continenti - Confini aperti per il vino italiano Le cantine incontrano i buyer
Erano presenti importatori di 4 continenti

Le realtà partecipanti sono state dunque coinvolte in intense attività di b2b. Un’opportunità rara, utile anche per recuperare il terreno perduto a causa dell’emergenza sanitaria e ridare lustro e internazionalità ai vini italiani. Le aziende presenti durante gli scambi commerciali hanno potuto contare sull'esperienza e la professionalità di Johanna Mirò, da anni inserita nel mondo del vino in vari ruoli e, anche per questo, in grado di captare trend ed esigenze dei vari attori del settore. «Proprio in questo momento - ha detto la presidente di Italian Taste Summit - è in corso una mutazione della natura dei mercati, che di conseguenza cambiano le proprie esigenze. A causa delle difficoltà mondiali nel settore della ristorazione, si stanno aprendo nuovi varchi nella vendita al dettaglio, per un consumo di tipo domestico. Questo avvantaggia soprattutto le aziende con un target medio-alto, che producono vini di qualità e con un’identità ben costruita. È fondamentale quindi adeguarsi e saper cogliere le nuove opportunità ed eventi come questo concorrono ad accrescerne la valenza e l’utilità. Dopo il Lago di Garda, suggestivo teatro della prima edizione, per questa seconda abbiamo scelto Roma, non solo perché ci ha garantito l’operatività necessaria all’evento, ma in quanto luogo simbolico della rinascita del vino tricolore».

Momento conviviale è stata la cena firmata da Antonio Falco, chef del Grand Hotel de la Minerve, autore di un menu improntato su prodotti d’eccellenza della Penisola con piatti come la Millefoglie saracena con ragù bianco di selvaggina, croccante di pistacchio e cremoso di pecorino e il Carrè di maialino salmistrato e affumicato cotto lentamente con le spezie. Ad accompagnare il percorso gastronomico sono stati i vini di alcune delle cantine protagoniste dell’evento: Asolo Prosecco Superiore Docg Millesimato (EB) Collezione “Serenitatis” (Montelvini), Gambellara Classico Doc 2015 (Cantine di Gambellara 1947-Vitevis), Montecucco Rosso Doc 2017 “Tiniatus” (Le Pianore), Roma Doc Rosso 2016 Edizione Limitata (Poggio Le Volpi), Toscana Igt Chardonnay 2011 “Serra de’ Cocci” (Tenuta Pakravan Papi).«È stato davvero un grande piacere, nonché uno stimolo – ha sottolineato lo chef Falco – cucinare per un parterre internazionale di altissimo livello come quello presente qui al Grand Hotel de la Minerve per l’Italian Taste Summit».

L’ELENCO DELLE AZIENDE PRESENTI 
Poggio le Volpi - Lazio
Dogliani – Il Generale - Piemonte
Elena Fucci - Basilicata
Montelvini - Veneto
Le Pianore - Toscana
Fattoria Montecchio - Toscana
Conte Vistarino - Lombardia
Vitevis - Veneto
Franco Pacenti - Toscana
San Lorenzo - Abruzzo
Pakravan-Papi - Toscana
Cascina Chicco - Piemonte
Antica Fornace - Toscana
Novaripa - Abruzzo
Endrizzi - Trentino
Monviert – Friuli Venezia Giulia
Tenuta Cerulli Spinozzi - Abruzzo
Di Marco - Puglia
Massimago - Veneto
Monte Cicogna - Lombardia
Sa Raja - Sardegna
Tenuta di Tavignano - Marche
La Leccia - Toscana
Terre di Serrapetrona - Marche
Piano di Rustano - Marche
Mazzola - Marche
Casal Farneto - Marche
Torre del Nano - Marche
Manuelina - Lombardia
Cantine di Orgosolo - Sardegna
Tenuta Folesano – Emilia Romagna
Tenuta Larnanione - Toscana
Palazzona di Maggio – Emilia Romagna

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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