Santenay, Ladoix, Cote de Nuits Villages, Chorey-les-beaunes, Savigny Les Beaunes. E ancora: Beaujolais Blanc, Saint-Veran, Rully, Ladoix Blanc e Montagny. Non un elenco di appellazioni del vino francese a caso, bensì i nuovi paradisi dei sommelier e dei professionisti dell’alta ristorazione, a caccia di etichette “qualità prezzo” e sempre reperibili nella costosissima Borgogna. La lista è di quelle che contano. A stilarla è infatti il primo Master of wine italiano, Gabriele Gorelli, che da tre anni collabora con uno dei gruppi vitivinicoli francesi di maggiore fama: Les Grands Chais de France della famiglia Helfrich.
Gorelli ha selezionato 14 vini del catalogo GCF Group e li ha presentati alla stampa e a un gruppo nutrito di sommelier e ristoratori milanesi, all'Excelsior Hotel Gallia di Milano. Si tratta di Pinot Noir e Chardonnay che rispondono alle caratteristiche della «Borgogna che non ti aspetti»: quella che il MW italiano giudica «a prezzi umani, dall'ottimo rapporto qualità-prezzo e reperibile con continuità». Gabriele Gorelli ha peraltro citato anche il Gamay come alternativa al Pinot nero, ricorrendo a Fleurie e Moulin-a-vent, due dei dieci Crus del Beaujolais, all'incrocio delle coordinate della Borgogna e del Rodano.
I “benefici dei cambiamenti climatici sui vini della Borgogna
«Le difficoltà di trovare e acquistare vini della Borgogna "a prezzi umani" - ha sottolineato - è ormai evidente. L'impennata dei prezzi verificatasi nel 2022, per via di una vendemmia 2021 scarsa in termini di quantità, era prevedibile. Ciò che ha un po’ spiazzato il mercato e la conferma dei listini l’anno successivo, a in cui la Francia è tornata su quantità congrue alla media. Grazie ai cambiamenti climatici stanno però emergendo diverse zone della Borgogna che, altrimenti, sarebbero rimaste all'ombra. I prezzi sono più abbordabili, tra i 15 e i 45 euro circa, e la qualità dei vini offre valide alternative».
Due Borgogna da non perdere: Aop Chorey-Les-Beaune 2020 Vieilles Vignes Rouge di Moillard e Aop Rully 2020 di Domaine Roland Sounit
Due le etichette che hanno saputo convincere più delle altre. Si tratta dell’Aop Rully 2020 di Domaine Roland Sounit e dell’Aop Chorey-Les-Beaune 2020 "Vieilles Vignes Rouge" di Moillard. Un bianco e un rosso, rispettivamente prodotti con Chardonnay e Pinot nero in purezza, il cui costo di aggira sui 30 euro in enoteca, in Italia. Vini che rispondono perfettamente alle caratteristiche e alla stilistica borgognotta, prodotti nel cuore della Côte Chalonnaise e della Côte de Beaune da due delle famiglie della costellazione Les Grands Chais de France; colosso che, solo in Francia, controlla 3.471 ettari in 10 regioni.
Gabrielel Gorelli presenta una selezione di ottimi Borgogna, non necessariamente cari
A confermare le difficoltà di approvvigionamento dei vini provenienti dai Cru e dalle zone della Borgogna più note è anche l'alta ristorazione milanese. «È vero che i prezzi sono arrivati alle stelle - spiega Marco Spini, head-sommelier di uno dei templi milanesi della cucina cinese, Ba Restaurant di via Raffaello Sanzio 22 - ed è per questo che, personalmente, da anni batto le strade meno conosciute. La richiesta c'è, il prodotto sempre meno. Ben venga, dunque, che ai colleghi venga raccontato che esiste un'altra Borgogna, alternativa al Grand Cru».