Per il turismo che sta cercando di reagire con fatica alla crisi, potrebbe essere la mazzata finale su una stagione che è già da dimenticare. Ad agosto un volo su tre di quelli già programmati tra quelli in partenza e in arrivo nel nostro Paese, potrebbe essere cancellato. Il motivo? La carenza di passeggeri che costringerebbe le compagnie a sopprimere le tratte, piuttosto che effettuare un servizio in perdita.
Il 30% dei voli a rischio cancellazione ad agosto
Risultato:
anche coloro che hanno prenotato sarebbero obbligati a non viaggiare, o a trovare altre soluzioni per raggiungere le loro mete. In altre parole, un’altra bella gatta da pelare per il nostro settore turistico, che quest’anno, orfano della gran parte dei visitatori stranieri, perderà secondo le recenti stime di Federalberghi, anche il 20% dei turisti italiani (
solo il 46% ha dichiarato che farà almeno qualche giorno di ferie).
E così
le perdite per gli operatori del settore che hanno deciso di riaprire le loro attività, rischiano di assumere proporzioni ancor più importanti, rispetto al 50-70% di cui raccontano le previsioni. Ad inquietare ulteriormente i sonni già irrequieti degli addetti ai lavori sono i dati che la piattaforma specializzata internazionale Oag ha fornito quest’oggi al
Corriere della Sera. L’Italia (guarda caso) sta peggio di tanti altri Stati a livello mondiale e rischia che un terzo del suo traffico aereo venga cancellato, anche a poche ore dalla partenza dei voli.
Lo studio di Oag riporta che a livello mondiale saranno soppressi nel solo mese di agosto, quasi 771 mila
voli: la società, come riporta il
Corriere, ha notato infatti che se al 22 giugno i voli previsti per il prossimo mese erano 3,03 milioni, ora la programmazione complessiva per agosto ora prevede 2,26 milioni di decolli, oltre il 25% in meno. La percentuale di riduzione cresce addirittura in Europa, dove sono stati tolti circa 30 milioni di posti su 95,2 milioni, pari al 33% in meno.
E l’Italia purtroppo non fa eccezione.
I sedili in partenza dal nostro Paese ad agosto sono passati dai 9,62 milioni previsti il 22 giugno a 6,69 milioni contabilizzati il 20 luglio scorso, cioè -30,5%. Una piccola porzione di questi posti spariti appartiene a voli non messi in vendita, ma rimasti lì per mesi mentre i vettori tentavano di capire cosa fare dopo il lockdown. Ma la maggior parte dei sedili è stata messa in vendita e nei prossimi giorni altre centinaia di migliaia di italiani si ritroveranno nelle caselle di posta elettronica i messaggi di cancellazione dei voli.Per molti passeggeri, il rischio di cancellare la vacanza (o di ridurla), è evidente, con una ripercussione altrettanto evidente sui fatturati delle aziende del turismo. Ci si aspetta dunque che crescano i ricorsi, poiché l’Ente nazionale per l’aviazione civile ha già chiarito che i voli in partenza dopo i primi di giugno non potranno essere cancellati con la motivazione del coronavirus. L’Enac invita da tempo le compagnie di far scegliere al passeggero se optare per il rimborso o il buono da usare in un altro momento. Ma chi lavora nei vettori spiega che la recrudescenza del coronavirus in alcune aree d’Europa potrebbe diventare un motivo per rivendicare il diritto di modificare la programmazione senza dover rimborsare i clienti.