A meno di 10 giorni dal giro di boa dei 2 mesi estivi per eccellenza, in Sardegna si cominciano a fare i conti con un’estate che potrebbe lasciare sul terreno qualcosa come i due terzi del fatturato del 2019. Sull’Isola la metà degli alberghi è ancora chiusa, mentre nella maggior parte di quelli che, nonostante tutto, hanno deciso di aprire, il tasso di riempimento delle stanze disponibili non supera il 30%.
Una piscina con vista mare in Sardegna
Di certo non hanno aiutato
le proposte, poi in gran parte rientrate, del presidente della Regione,
Christian Solinas, che nella tarda primavera aveva prospettato la richiesta di un
passaporto sanitario per tutti coloro che sarebbero arrivati dalla terraferma. Resta il fatto che i numeri sono sconfortanti: attualmente, secondo una ricerca dell’Università di Sassari, il tasso di riempimento non supera il 10% delle camere disponibili in quasi un albergo su due (il 43%). Andrà meglio in agosto, quando la percentuale scenderà al 30%, per poi risalire però a settembre, fino al 55%. Ad ottobre, secondo le previsioni, saranno invece l’80% gli hotel che avranno soltanto una camera occupata su 10.
Con questi numeri, è piuttosto evidente che la stima per il mese di luglio sui fatturati parli di un calo di oltre il 60% per circa la metà delle strutture aperte. Perse almeno due prenotazioni su tre per questo mese, la speranza degli albergatori dell’Isola è riposta ora in un’inversione di tendenza che ci si augura più marcata per il mese di agosto. E per questo si guarda anche agli aeroporti regionali (Olbia, Alghero e Cagliari), che nei primi 15 giorni del mese hanno perso tra il 57 e il 99% dei passeggeri. Un ritorno di voli e viaggiatori porterebbe a un progressivo riempimento anche degli hotel, tuttavia al momento
le prenotazioni faticano ad arrivare.
Intanto, neppure la crisi economica ha convinto gli albergatori sardi ad accettare il bonus vacanze, così come stanno facendo anche i loro colleghi delle altre regioni. Il provvedimento del governo non piace agli operatori del settore, tanto che ad oggi ancora meno del 10% lo accetta. Le strutture sarde sono in linea con la media nazionale e al momento è possibile spendere il bonus nel 9,73% degli hotel. «L’emergenza avrebbe richiesto tempi rapidi di decisione e azione, ma così non è avvenuto - dice il presidente di Federalberghi Sardegna,
Paolo Manca - la Sardegna avrebbe potuto sfruttare appieno i vantaggi della sua natura insulare e del basso livello di contagio del virus, ma non lo sta facendo». Da parte sua, la Regione ha preparato un video di 30 seconda che sarà trasmesso in tv (e online in Francia, Gran Bretagna e Germania), per promuovere la propria immagine, scommettendo proprio sulla sicurezza. Un’iniziativa forse tardiva (altre regioni, come Marche e Umbria, hanno iniziato un analogo battage pubblicitario da settimane), ma che potrebbe portare sull’Isola qualche turista anche in autunno, periodo per il quale le previsioni parlano di una quota di prenotazioni pari quasi a zero.