Una vacanza in questa estate 2020 non potrà che essere vissuta in libertà e in sicurezza, all'insegna della sostenibilità ambientale e con un modello di ospitalità diversa. È quanto offrono i monti e le vallate altoatesine del'Alta Badia ma quest'anno si è voluto fare di più per un'ospitalità ancora più calda.
Dal 27 giougno anche gli impianti di risalita
I visitatori saranno accolti nella
realtà della gente locale, i ladini, che li coinvolgeranno nella loro realtà quotidiana e nel loro lavoro perché è solo così che si entra davvero in una comunità. Contadini, allevatori, guide alpine, cuochi o sarte, tutti uniti dall'amore per le loro valli, saranno gli ambasciatori di una cultura antica e di una diversità storico-linguistica per una narrazione che solo chi vive il territorio può dare. È quanto prevede il nuovo progetto Nos Ladins - Noi Ladini messo a punto per questa estate dalle istituzioni turistiche dell'Alta Badia, insieme ad un'offerta ancora più ampia per un'ospitalità in completa sicurezza.
La stagione partirà il 27 giugno e dalla stessa data gli impianti di risalita consentiranno i più ampi collegamenti nella vasta rete di borghi e rifugi senza l'uso dell'automobile.
Cominciano già ad arrivare prenotazioni, come ci dice Nicole Dorigo dell'Ufficio del Turismo, e tutto è pronto per un’estate tanto attesa quanto ricca di sorprese. Hotel e case private così come ristoranti, locande e rifugi sono già pronti ad accogliere gli ospiti con tante iniziative nuove. Si è pensato persino, per chi non vuole o non può lasciare il lavoro a casa, a piccole postazioni di lavoro in quota. Secondo il progetto Nature Smart working scrivanie in legno saranno posizionate in completa solitudine a 2000m, all’interno dell’Area Movimënt, con il panorama dolomitico a 360 gradi.
Tanti percorsi in quota per tutti
Saranno dotate di energia elettrica, prodotta tramite i pannelli solari e dotate anche di wi-fi. Dopo il lavoro, computer o ipad possono essere lasciati negli appositi armadietti per permettere agli ospiti di dedicarsi all’attività fisica o giocare con i bambini per poi recuperare il materiale da lavoro prima della discesa a valle. Ma c'è un'altra novità per l'estate. Cosa hanno in comune uno chef gourmet, una cuoca tradizionale, tre contadini, un ciclista, una sarta e una guida alpina dell’Alta Badia? Semplicemente la passione per la loro terra, dove sono cresciuti e vivono. Saranno proprio loro i protagonisti di Nos Ladins, iniziativa che consentirà agli ospiti di state per qualche ora in loro compagnia sentendosi davvero local, in armonia con la gente delle valli.
Come Ossi e Robert Rottonara, due giovani contadini appassionati di montagna e di sport che insieme al padre gestiscono il maso di famiglia. Faranno vivere ai partecipanti a questa iniziativa un’esperienza importante, alla scoperta del loro quotidiano. Se il tempo lo permetterà si andrà sui prati a fare il fieno, altrimenti si potranno svolgere i lavori in stalla. L'incontro, riservato a un numero limitato di ospiti, avrà un costo modesto e potrà essere prenotare nelle date programmate. Se invece si vuole scoprire il bosco e le sue erbe, magari da usare in cucina, lo chef gourmet Andrea Isara insegnerà a riconoscerle e a raccoglierle nel rispetto della natura. I più coraggiosi, invece, partendo da Corvara, potranno ammirare l'alba con la guida alpina Manuel Agreiter, gestore di un rifugio al Vallon (2550m) che accompagnerà i partecipanti in una camminata di un’ora e mezza fino alla scaletta del Piz da Lech.
Cucina locale in vetrina
Da lì si potrà vedere il sole che sorge dietro alla catena montuosa del Santa Croce, Lavarela e Conturines. Poi si rientrerebbe al Vallon, dove è prevista la colazione, prima di scendere a piedi o con gli impianti per raggiungere nuovamente il luogo di partenza. I ladini sono persone che non si fermano mai, ricche di inventiva e creatività. Come Anita Vittur, mamma e maestra di sci di San Cassiano che ha trasformato la sua dimora in un atelier in cui disegna e realizza, con molta passione per il dettaglio e per tutto ciò che è realizzato a mano, abiti e accessori moderni, ma allo stesso tempo legati alla tradizione locale. Ora confeziona anche mascherine anti virus, lavabili ed ecologiche, utilizzando scampoli di tessuto a base di materie prime naturali come cotone. Significativo e ben augurante il loro nome: speranzes. Per gli appassionati delle due ruote Igor Tavella farà conoscere affascinanti percorsi i bici partendo dalla sede della Maratona dles Dolomites-Enel, una delle granfondo ciclistiche più conosciute. Con l'allevatore Matteo Piccolruaz a settembre si potrà seguire la transumanza, la migrazione degli animali che a fine estate vengono portati nelle loro stalle in paese, dopo aver passato i mesi caldi negli alpeggi. Il punto d’incontro sarà in località Saré, presso il rifugio Capanna Alpina, per poi proseguire lungo il torrente fino a San Cassiano, da dove si raggiungerà La Villa ed infine Badia.
La cucina è parte integrante della cultura e delle tradizioni di un luogo e i piatti ladini sono semplici, genuini, preparati secondo la ricetta tramandata di madre in figlia, una generazione dopo l'altra. Perciò, per sentirsi un po' ladini anche a tavola si può passare un pomeriggio con Anna Maria Comploi nella cucina del maso di famiglia. La cuoca svelerà ai partecipanti i suoi segreti preparando canederli, turtres ripiene di spinaci e ricotta oppure crauti, furtaies e altri piatti tradizionali che poi verranno gustati insieme. La qualità della ristorazione rappresenta uno dei punti chiave della proposta turistica dell’Alta Badia. I ristoratori e gli chef stellati presenti in valle sono motivo di orgoglio per la professionalità e la promozione dei prodotti locali e nello stesso tempo fungono da traino per i locali più modesti ma egualmente impegnati a proporre i tipici piatti ladini e altoatesini.
Per garantire la massima sicurezza tutte le iniziative verranno pianificate ed attuate, tenendo conto delle disposizioni riguardanti la prevenzione Covid-19. Altre iniziative culturali accompagneranno le giornate dei visitatori, tra cui le possibilità di entrare nelle varie realtà territoriali dove l’isolamento geografico ha portato la lingua ladina a conservarsi inalterata nei secoli, distinguendosi solo nei dialetti specifici delle singole valli. Nell'agricoltura montana e nell’artigianato artistico si possono identificare le linee guida che hanno saputo proteggere la natura montana forte e al tempo stesso fragile. Come nell'edificazione delle Viles, simbolo di una organizzazione comune in cui le risorse dell'agricoltura e dell'allevamento vengono sfruttate in comune dalle famiglie. Per questo merita una visita il museo Ladin Ciastel de Tor, a San Martino in Badia, ricco di testimonianze e reperti delle valli ladine nelle Dolomiti.