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Wine Cup, in Alta Badia lezioni di turismo enogastronomico

La manifestazione è stata organizzata dallo Sport Hotel Panorama di Michael Costamoling. Un format incentrato sul vino ma capace di coinvolgere altri settori.

di Federico Biffignandi
 
17 gennaio 2020 | 16:34

Wine Cup, in Alta Badia lezioni di turismo enogastronomico

La manifestazione è stata organizzata dallo Sport Hotel Panorama di Michael Costamoling. Un format incentrato sul vino ma capace di coinvolgere altri settori.

di Federico Biffignandi
17 gennaio 2020 | 16:34
 

Che il comprensorio sciistico Dolomiti SuperSki sia il paradiso degli sciatori e degli amanti della montagna in genere è cosa certa. “Vedi le Dolomiti e poi muori”, potrebbe essere la versione d’alta quota del tradizionale modo di dire napoletano dove colori, rumori, profumi e sapori sono completamente diversi. Eppure chi lavora nel settore turistico delle valli che fanno parte di questo “parco divertimenti naturale” non può stare certo a guardare e lasciare che siano solo le vette e la neve ad attirare la gente.

La vista dallo Sport Hotel Panorama (Wine Cup, in Alta Badia lezioni di turismo enogastronomico)
La vista dallo Sport Hotel Panorama

Lo sa bene Michael Costamoling che oggi conduce in maniera brillantemente indaffarata lo Sport Hotel Panorama di Corvara in Badia (Bz), una struttura di famiglia che sorge poco sopra il cuore del paese, a cinquanta metri (contati) dai primi impianti. Lui, grande appassionato di vini, ha pensato ad una Wine Cup per “educare” al buon bere i meno esperti e accontentare i clienti che invece il buon bere lo amano e lo ricercano. «Abbiamo notato un incremento delle prenotazioni da quando organizziamo questa manifestazione - spiega - vengono da tutto il mondo e o partecipano a questa esperienza oppure mi chiedono informazioni per sapere dove andare a mangiare e bere bene. Si lasciano anche consigliare quando mangiano da noi per capire quali siano gli abbinamenti migliori piatto-vino». Si chiama turismo enogastronomico di questi tempi, ma in questa iniziativa c’è di più. C’è il cibo e il vino, chiaro, ma c’è anche la scoperta della storia e della cultura del territorio, c’è il turismo sportivo, c’è quello del benessere, c’è una qualità dell’accoglienza che fa scuola a tutti.

La nostra Wine Cup è iniziata con la cena nella Taverna dell’hotel che, oltre al tradizionale ristorante per gli ospiti, vanta al piano sotterraneo la tipica Stua Ladina che per calore, intimità, quiete non può che conquistare i commensali più esigenti e amanti della tradizione. Qui il cuoco Alexander Egger sforna piatti che celebrano il territorio, ma senza mai dimenticare che con prodotti della propria terra si possono anche “rivisitare” ricette internazionali. «La filosofia della casa - spiega - è quella di mettere in primo piano la tradizione, che è quella che gli ospiti cercano di più, ma senza mai dimenticare di creare piatti più internazionali con gusti tedeschi, svizzeri, ma anche orientali».

La Stua Ladina (Wine Cup, in Alta Badia lezioni di turismo enogastronomico)
La Stua Ladina

Strizza l’occhio a tanti palati la cucina di Egger i cui piatti arrivano in tavola grazie al servizio preparato e generoso di Massimo che per tutti quelli che passano di qui non ha né un ruolo ben preciso, né un cognome con il quale identificarlo: “È semplicemente Massimo, per tutti” ci si sente dire dagli “aficionados” e presto si capisce il perché, dopo aver apprezzato la sua preparazione sui vini, sulle ricette, la sua attenzione discreta alle esigenze dell’ospite e la sua capacità di guidare il personale con poche parole e molti sguardi.

L’istrionico Massimo crea anche qualche piccolo aperitivo con materie prime anche curate da lui, come quello che arriva in tavola: Soppressa, mozzarella di bufala, cachi sott’aceto e pomodorini. Fresco, gustoso e leggero è il modo migliore per preparare il palato alle portate principali. Da un menu composto principalmente da piatti di carne, ma che non disdegna anche qualche escursione marittima, selezioniamo Gnocchi di formaggio con spuma di patate, carciofi, castagne, tartufo e topinambur. Ciò che vede l’occhio (una composizione uniforme) si trasmette poi al palato al momento dell’assaggio: sorprende la morbidezza di ogni preparazione e l’esplosione di sapori derivanti dai singoli ingredienti, capaci di distinguersi e fornire il proprio supporto per un risultato soddisfacente e goloso.

Gnocchi di formaggio con spuma di patate, carciofi, castagne, tartufo e topinambur (Wine Cup, in Alta Badia lezioni di turismo enogastronomico)
Gnocchi di formaggio con spuma di patate, carciofi, castagne, tartufo e topinambur

Proprio il “mangiare tutto insieme” è un caldo consiglio che arriva dalla cucina. Per “mangiare tutto insieme”, lo chef intende abbinare in un boccone tutti gli ingredienti che che ci sono nel piatto per assaporare meglio il tutto. Succede anche con il secondo dove una Tagliata di manzo nel suo brodo viene abbinata a funghi porcini, carote, pure di patate, radicchio e cannoli al formaggio erborinato. Sono una sorpresa questi ultimi composti da una finissima pasta di ispirazione cinese che contiene del Gorgonzola capace di esplodere non appena si rompe il “contenitore”. Ineccepibile la preparazione della carne.

Tagliata di manzo nel suo brodo viene abbinata a funghi porcini, carote, pure di patate, radicchio e cannoli al formaggio erborinato (Wine Cup, in Alta Badia lezioni di turismo enogastronomico)
Tagliata di manzo nel suo brodo viene abbinata a funghi porcini, carote, pure di patate, radicchio e cannoli al formaggio erborinato

Dalla pasticceria arrivano infine dei simpatici e gustosi Marshmellow alla fragola artigianali che introducono la carta dei dessert. Consigliato quello composto da frutta esotica e noce di cocco: sapori eccentrici in grado di rinfrescare il palato al termine di una cena dagli intensi sapori “montagnini”.

Capitolo vini, scelti tutti da Michael Costamoling che seleziona personalmente dalla cantina (anzi, dalle cantine) dell’hotel le bottiglie. Il consiglio è quello di visitare le tre cantine adiacenti alla Stua e lasciarsi impressionare dalla quantità di etichette, prima e dalla qualità e particolarità di ognuna, poi. Un Tradition Brut della maison francese Antech Limoux apre le danze con rotondità e leggerezza perfette per un aperitivo. Dalla Francia all’Alto Adige con una curiosa etichetta (ancora “bianca”) di Roberto Ferrari proveniente da Termeno: tutta la naturalità con la quale viene prodotto il vino ritorna al palato. Il rosso Siebeneich di Cantina Terlano esalta il gusto deciso del manzo e del sottobosco ricreato dai funghi porcini. In chiusura sorprende per profumi e calore il Moscato Rosa di Abtei Muri, una chicca che accompagna al meglio i dessert.

Una parte della cantina dell'hotel (Wine Cup, in Alta Badia lezioni di turismo enogastronomico)
Una parte della cantina dell'hotel

Notte nelle rinnovate camere dell’hotel con vista mozzafiato su Corvara da una parte e sul passo Campolongo dall’altra, abbondante e capace di offrire un risveglio all’altezza la colazione. Poi, le piste da sci. “Carvare” sui pendii perfettamente tirati del comprensorio è un’emozione che nessun amante dello sci può precludersi, ma è anche una mano tesa verso chi ha voglia di imparare a sciare per bellezza, varietà e larghezza che consente a tutti di sciare in tranquillità. Sciare però passa quasi in secondo piano di fronte allo spettacolo che fa da cornice agli impianti. Abbiamo optato per il classico giro del Sellaronda (chiamato così perchè circonda il gruppo del Sella tra passo Campolongo, Pordoi, Sella e Gardena) in senso orario, partendo da Corvara. Segnaletiche perfette consentono di non perdere la circolare via, ma consigliamo un’escursione sulla Marmolada (fuori dal percorso) per capire a fondo l’essenza delle Dolomiti.

La Wine Cup prosegue nel tardo pomeriggio con la degustazione di Masseto-Tenuta Ornellaia al rifugio Piz Arlara gestito dalla famiglia Vittur a 2040 metri. Il calore della “depandance” dopo essere saliti in quota con il gatto delle nevi rende le 6 annate proposte (’97-’99-2004-2007-2010-2015) ancor più esaltanti. Cena al rifugio Punta Trieste, nell’enoteca Ursus Ladinicus (la più alta d’Europa) che consente di proseguire con i vini precedentemente proposti “gustati” in abbinamento a: Spaghetti alla chitarra alla puttanesca e tagliata di Angus (eccezionale).

Il rifugio Piz Arlara (Wine Cup, in Alta Badia lezioni di turismo enogastronomico)
Il rifugio Piz Arlara

Pancia piena e palato ampiamente rinfrancato consentono di addormentarsi con il rumore di sottofondo dei gatti delle nevi in azione sulle piste, che altro non fanno che alzare ulteriormente la voglia di sciare anche il giorno successivo. Niente Sellaronda, ma su e giù dalle piste di Corvara e Colfosco. Non ha lo stesso fascino delle varie Gran Risa (in forma smagliante in questi giorni), Saslong, Porta Vescovo e Marmolada ma se volete divertirvi e stare un po’ più lontano dalla folla non potete non mancare all’appuntamento con la pista Arlara (magari subito dopo il pranzo al rifugio con terrazza panoramica sulla valle) che, panettone dopo panettone, porta diritti all’ingresso dell’hotel Sport Panorama.

Se il cibo riempie la bocca per i sapori rotondi, il vino cervello e palato per profumi intensi, le Dolomiti riempiono gli occhi per la loro capacità di continuare a sorprendere la vista di chi le osserva. Sempre ferme sul proprio trono eppure ogni volta diverse, quasi si muovessero, come fossero spiriti viventi che fanno dell’accoglienza, della generosità e di un lusso mai ostentato la loro prerogativa principale. Forse che lo spirito “dolomitico” sia intrinseco in quello delle persone che qui vi nascono? A giudicare dai servizi e dalla qualità del turismo verrebbe da rispondere con un convinto “sì”.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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