“Bella stagione” solo come modo di dire perché quella estiva 2019 si sta rivelando negativa sia per il maltempo che, di conseguenza, per il turismo su tutto il territorio nazionale. A farne le spese sono soprattutto gli stabilimenti balneari che sperano di correggere il tiro ad agosto, notoriamente il mese con il maggior numero di turisti.
Un’estate di crisi sulle spiagge italiane che ha causato un calo del 25% di presenze rispetto al 2018 determinato sia dal maltempo che da una crisi economica diventata ormai spauracchio “strutturale” per tanti. A giungo, ma specialmente a luglio, gli stabilimenti balneari hanno subito gravi danni alle infrastrutture a causa del maltempo. I forti venti e le grandinate hanno reso impraticabili per i turisti interi week end, sempre più “sacri” per gli addetti ai lavori nel mondo del turismo alla luce del fatto che le famiglie italiane possono ormai permettersi solo quelli o poco di più per passare qualche momento di relax.
Ombrelloni chiusi e sdraio vuote sulle spiagge italiane
Questi due fattori uniti hanno provocato circa il 25% in meno di presenze sulle spiagge del nostro Paese. Secondo i proprietari degli stabilimenti balneari, il calo - e qui si riaccende un polemica annosa - è frutto anche di previsioni meteorologiche errate, che spingono i turisti a rimanere a casa. Va detto ad onor del vero che, forse, anche da parte dei turisti c’è una tendenza - quasi ossessiva - a regolare ogni minimo spostamento a seconda di quello che dice il nostro smartphone.
Si conferma, inoltre, la tendenza a registrare il tutto esaurito nel weekend, mentre nei giorni feriali aumentano gli ombrelloni chiusi. A confermarlo è stato il presidente Sib, Sindaco italiano balneari, Antonio Capacchione. A giugno, quasi tutte le località hanno subito un calo, fatta eccezione per il Friuli Venezia Giulia, con il suo +20% di presenze, le Marche, +15%, la Puglia, la Sardegna e la Sicilia con +10%.