In Italia le presenze dei turisti stranieri hanno superato quelle degli italiani. Per il settore quella riportata dal 22° Rapporto sul turismo presentato alla Bit è una buona notizia. Il sorpasso è avvenuto nel 2017 e per quest’anno la previsione segue la stessa onda e stima un’ulteriore crescita del 4% rispetto al 2018.
La notizia è stata commentata positivamente anche dal ministro
Gian Marco Centinaio, presente a Milano nel fine settimana per l’inaugurazione del Salone: «Il marchio Italia vale più che mai», ha detto, intervenendo però anche su un altro argomento assai spinoso, quello della tassa di ingresso o di sbarco che si vorrebbe imporre in alcune zone, sul quale non ha mancato di esprimere le sue perplessità: «Vorrei evitare di commentare in futuro un abbassamento dei dati di afflusso turistico - ha aggiunto - perché qualcuno deve sistemare i propri bilanci».
Intanto però i numeri sono positivi e quelli del Rapporto sul turismo presentato dall’Istituto di ricerca su innovazione per servizi e sviluppo del Consiglio nazionale delle ricerche, parlano chiaro: nel 2017 per la prima volta i turisti provenienti dall’estero sono stati più numerosi di quelli italiani: 210 milioni 658mila, contro i 209 milioni e 970mila. I dati sulle presenze in generale arrivano invece fino al terzo trimestre del 2018 ed evidenziano un’ulteriore crescita degli arrivi pari al 4% rispetto al 2017. Un trend che gli analisti confermano anche per l’anno appena iniziato.
A fare la parte del leone sono, come da tradizione, le città d’arte, Venezia, Firenze, Roma, Milano e Verona su tutte. Flussi turistici che si concentrano soprattutto al Nord e al Centro, dunque, come confermano anche i dati relativi alla spesa: oltre la metà di quanto spendono i villeggianti in Italia durante le loro vacanze (il 54,3%), finisce nelle casse delle strutture ricettive di sole cinque regioni, nell’ordine: Lombardia (13,6%), Lazio (11,4%), Toscana (11,3%), Veneto (11,3%) ed Emilia Romagna (10,2%). Aumenta anche la durata media del soggiorno, che passa da 2,95 a 3,6 giorni di permanenza sul territorio.
A preoccupare, semmai, è l'assenza totale nelle prime posizioni della località del Sud. La speranza, per il 2019, è che Matera Capitale Europea della Cultura possa fare da traino un po' per tutte le città del Meridione