Duro contrasto alla shadow economy, maggior tutela nei sistemi di pagamento telematici ed estrema attenzione al food&beverage. Questi gli asset su cui puntano gli imprenditori romani della ricettività. Ne hanno discusso al 16° Albergatore Day, evento di Federalberghi Roma.
La giornata è stata divisa in due momenti, la mattina riservata a tavole rotonde dove si sono confrontate le istituzioni e il pomeriggio ad incontri di carattere più tecnico.
Dal palco,
Giuseppe Roscioli, presidente di Federalberghi Roma ha denunciato una situazione ormai insostenibile: «Il turismo nella Capitale è esploso a livello di presenze ma paradossalmente il comparto non decolla, anzi ha una flessione del 25% del fatturato in un anno. Questo a causa della cosiddetta shadow economy, quella economia sommersa che si traduce in 33mila affitti brevi privati che nella maggior parte dei casi sono attività illegali con tutti i crismi della imprenditorialità. Non vi è nulla in regola, dalla tassa di soggiorno, all'autorizzazione del Comune, fino ad arrivare alla mancata denuncia della presenza degli ospiti in questura. A Roma il turismo deve continuare a svilupparsi senza che la città perda la sua anima e la sua atmosfera, sulla base di regole certe e rispettate da tutti. Questo è l'unico modo per restare competitivi e assicurare la qualità e gli standard che il mercato mondiale richiede».
Giuseppe Roscioli
Sul tema è intervenuto
Carlo Cafarotti, assessore allo Sviluppo Economico, Turismo e Lavoro di Roma Capitale: «Siamo consci del valore di questo comparto che traina l'economia del nostro territorio. A Roma non c’è spazio per l'illegalità per questo stiamo pensando a un nucleo di polizia turistica deputata ai controlli per proteggere gli operatori dalla concorrenza sleale, dal mancato versamento di contributi della tassa di soggiorno. Pratiche disoneste che riducono sia gli introiti che i posti di lavoro. Oggi chi mette a disposizione affitti brevi non rientra più nella logica di un privato cittadino ma in quella dell'imprenditore e quindi deve rispettare le regole del mercato».
Carlo Cafarotti
Una situazione di cui Roma è solo la punta dell'iceberg come spiega
Bernabo Bocca, presidente nazionale di Federalberghi: «Si prova davvero vergogna a lavorare in un Paese dove i furbi rimangono assolutamente impuniti. Le leggi ci sono, basta farle rispettare ma purtroppo noi siamo la terra dei mille ricorsi, così in attesa che venga presa una decisione, tutto rimane in stand by. Il vero problema è che siamo perennemente in campagna elettorale e sono certo che un provvedimento che regolarizzi questo settore degli affitti brevi faccia sicuramente perdere voti. Noi chiediamo alla politica nazionale che lascino perdere i sondaggi che fanno perdere consenso tra i disonesti e si applichino regole e multe dure per far finalmente decollare un settore. All'estero, da Parigi a New York, si è molto più rigorosi e le sanzioni per chi sbaglia sono durissime. Se qui continuo ad applicare multe irrisorie chi perpetra comportamenti fraudolenti, continuerà a farlo. A chi mi domanda cosa vorrei, rispondo che un modello virtuoso c’è già: la legge della Regione Lombardia. Quella andrebbe benissimo per tutto il territorio nazionale».
Dal canto suo
Lorenza Bonaccorsi, assessore al Turismo e alle pari opportunità della Regione Lazio puntualizza come «il codice identificativo, importante per tracciare un perimetro regolare di queste attività, è obbligatorio ma il vero problema resta l'assenza di sanzioni e per quello ci si appresta a modificare la legge regionale del turismo del 2007 e a progettare un piano strategico del settore. Per poter ottenere risultati però bisogna lavorare in modo unitario, tutti dalla stessa parte, altrimenti gli sforzi non servono a nulla».
Nel corso della giornata è stato presentato l'accordo tra Federalberghi Lazio e Bpm, l'occasione per discutere di un altro problema che determina la perdita di redditività degli operatori: la sicurezza debole relativa alle carte di credito attraverso i sistemi di pagamento telematici.
Walter Pecoraro, presidente Federalberghi Lazio ha rilevato come «con garanzie oggi spiccatamente a favore del cliente e commissioni sulle carte di credito troppo alte è necessario stabilire regole certe per gli imprenditori dell'ospitalità e per gli stessi clienti. Bisogna necessariamente mettere ordine in merito ai rimborsi e alle cancellazioni. Queste sono operazioni dove spesso gli hotel non sono tutelati, anzi vittime di comportamenti fraudolenti. ormai siamo andando sempre più verso un futuro con pagamenti gestiti online e attraverso app. Ben venga tutta questa tecnologia ma é necessario alzare i livelli di sicurezza».
Tutti concordi infine sul food & beverage come elemento di valore aggiunto per la produttività delle strutture ricettive. Il concetto di ospitalità in albergo si allarga sempre più e la ristorazione fa ormai la parte del leone insieme alla proposta legata al bere. Gli chef sono star capaci di attrarre clienti e le scelte di soggiorno dipendono anche dalla proposta enogastronomica che va curata nei dettagli fin dalla prima colazione.
Teresa Cremona, responsabile Selezione ospitalità per Touring evidenzia: «Il breakfast manca spesso di personalità ed è omologato in ogni struttura, invece bisognerebbe caratterizzarlo mixando tradizione, territorio e fantasia. Ormai i clienti si portano via come ricordo del soggiorno la prima colazione e anche chi è abituato a consumarla in fretta a casa con un semplice caffè in piedi, quando è in hotel esige che questa sia un rito con i suoi tempi e prodotti di alta qualità non banali. Deve diventare una sorta di storytelling, deve raccontare qualcosa del posto dove si soggiorna. Lo stesso dicasi per la merenda, altro momento che sta diventando sempre più importante. Basti pensare agli alberghi del Trentino Alto Adige che vi dedicano grande attenzione. Per chi torna in hotel dopo una intera giornata sulle piste da sci, il ristoro pomeridiano è fondamentale».
Antonio Magliulo, chef del Ristorante The Cesar presso l'Hotel la Posta vecchia di Ladispoli ha spiegato come si vada sempre più verso la personalizzazione dei menu a misura degli ospiti. «Ormai l'esperienza enogastronomica è quella più richiesta dai clienti che dopo aver assaggiato le specialità culinarie vogliono anche apprendere i segreti della preparazione. Non a caso si moltiplica l'offerta di richiesta di corsi di cucina, una fonte di alto reddito con minima spesa per gli hotel che li organizzano. Più che il pacchetto spa i turisti vogliono scoprire i segreti per realizzare delle fettuccine con le proprie mani e naturalmente dopo mangiarle».
«Sono cambiati i tempi in cui andare a cena o a prendere un aperitivo in albergo non aveva appeal - evidenzia
Dario Laurenzi, fondatore di Laurenzi consulting - sempre più numerosi sono gli chef stellati il cui ristorante è all'interno di hotel, così come aumentano gli ospiti che pur non soggiornando chiedono di consumare un pasto. Focalizzarsi solo sulla redditività delle camere è un residuo del passato. Sta cambiando il modo di gestore la ricettivitá».
Albergatore Day ha registrato ben oltre mille partecipanti e 50 aziende espositrici annunciando per il 2020 una edizione ancora più ricca, due giornate che si terranno al Roma Convention Center La Nuvola.