Tassa di soggiorno a tutto campo. C’è chi dice sì, chi dice no e chi tentenna. Da Trieste alla Sardegna. In Puglia - Italia a Tavola ne ha parlato recentemente - la Regione ha lasciato campo libero ai Comuni.
Il rischio è quello dello stallo, tra le amministrazioni che sognano moneta sonante e gli albergatori che si mettono di traverso paventando un crollo dei flussi turistici e un’impennata dell’abusivismo.
A Trieste invece si gongola. In sette mesi è stato incassato più di un milione di euro. La tassa viene versata dai turisti per i primi cinque giorni di permanenza: tariffa da 1,20 a 2,50 euro. A seconda della categoria dell’albergo, che la incassa e la versa a Esatto (la società di riscossioni cittadina), che a sua volta la gira ai Comuni, i quali decideranno come investirla. Un iter un po’ perverso, ma che sta rendendo. Il tesoretto potrebbe essere anche più pingue se - come sottolinea Federalberghi – "al giro" partecipassero anche affittacamere e case vacanze che muovono ogni anno un popolo di circa 250mila persone.
Se si considerano i flussi turistici - nel capoluogo friulano +6% rispetto al secondo semestre 2017 - la tassa può rappresentare un investimento redditizio. Emblematico il caso di Lignano Sabbiadoro, dove le presenze sono state superiori, a fronte di un importo a carico dei turisti più leggero. A conti fatti, la raccolta è stata di quasi 1 milione e 600 euro.
In Sardegna la tassa di soggiorno potrebbe essere invece denominata tassa di sbarco, secondo una proposta di alcuni consiglieri di Forza Italia. Netta, al proposito, la presa di posizione del ministro delle Politiche agricole
Gian Marco Centinaio. In un’intervista all’
Unione Sarda ha dichiarato: «Già sono contrario alla tassa di soggiorno. La capirei se fosse una tassa di scopo, che vincola i Comuni a usare il ricavato solo per dare servizi specifici al turista. Ma per ora non è così. Si può dare al turista una card che offra sconti su bus, metro e musei, parcheggi gratuiti e altro ancora, come fanno in molte città europee. Ma se si tratta solo di spillare soldi approfittando di chi viene in Sardegna, poi magari il turista si scoccia e va alle Baleari. Altro che tassa di sbarco. Poi chi glielo dice, ai consiglieri di FI, che gli arrivi in Sardegna sono diminuiti, perché abbiamo messo l'ennesima tassa?».