Dopo 6 anni di discussioni, le navi da crociera smettono di inchinarsi a Venezia per virare sull’approdo di Marghera. Meno glamour, ma più sicura come rotta quella decisa dal “Comitatone” interministeriale di Venezia.
Il completo trasferimento avverrà entro 3-4 anni, ma c’è già chi si oppone sostenendo che sia la peggior scelta. Chi potevano essere se non gli ambientalisti sempre pronti a frenare scelte di questo tipo provocando lungaggini e altri problemi?
Il movimento No Grandi navi-laguna bene comune ha bocciato duramente la scelta (pure questa) così come i deputati veneti del M5S (Spessotto, Da Villa, Cozzolino), anche loro sempre pronti a mettere il bastone tra le ruote, per i quali «il trasferimento delle grandi navi a ridosso dell'area industriale di Marghera è una scelta sbagliata che danneggerà in maniera irreversibile l'equilibrio morfologico laguna».
Tuttavia stavolta sembra che si andrà avanti. Nell'arco di 3-4 anni - ha spiegato il ministro alla Infrastrutture
Graziano Delrio - andranno a Marghera tutte le navi oltre le 55mila tonnellate di stazza. Dopo le rotte alternative all'attuale bocciate nel tempo - lo scavo del Canale Contorta Sant'Angelo e quello delle Tresse, o nuovo terminal al Lido - la soluzione adottata dal Governo, e condivisa da Comune e Regione Veneto, è quella proposta dall'Autorità Portuale: le grandi navi non entreranno più dalla bocca di Porto del Lido, passando in bacino san Marco e nel canale della Giudecca, ma lo faranno dalla bocca di Porto di Malamocco e, percorrendo il canale dei Petroli, si fermeranno a Marghera, senza intralciare il traffico commerciale».
Il parere positivo è arrivato anche dal primo cittadino della Serenissima
Luigi Brugnaro: «Basta che sia chiaro all'Unesco e a tutto il mondo - ha detto - che noi abbiamo una soluzione alle grandi navi in laguna, condivisa con la Regione e il Governo». Anche
Luca Zaia ha alzato il pollice: «Finalmente - ha detto il governatore del Veneto - c'è un piano di lavoro per le grandi navi fuori dalla Giudecca e dal bacino di San Marco. La Marittima sarà destinata ad accogliere il turismo luxury che porta valore».
Un piano, quello approvato, che si articola in altre soluzioni interne che riguardano specifiche tipologie di nave: le super-navi seguiranno il percorso Malamocco-Canale Petroli-Marghera; quelle tra 55mila e 96mila tonnellate - tipologia che il mercato crocieristico considera ormai obsolete - faranno lo stesso percorso, ma potrebbero proseguire per il Canale Vittorio Emanuele - qui bisognerà capire se il progetto dovrà sottostare alla Via -, e da qui raggiungere l'attuale porto della Marittima. Le navi extra-lusso, di categoria più piccola e green, continueranno ad arrivare alla Marittima. Nella fase transitoria, stimata in circa tre anni e mezzo, «al fine di mitigare ulteriormente gli effetti della navigazione sul canale della Giudecca - ha spiegato Delrio -, l'Autorità Marittima adotterà una ordinanza con la quale consolidare le limitazioni già oggi vigenti».