Quando, nel 1973, Dino Rota abbandona il mestiere di cantiniere per aprire una fiaschetteria a Seriate (Bg) non sa che la sua iniziativa imprenditoriale si snoderà lungo tre generazioni. Nel 1982 fonda Quattroerre e avvia l’attività di distribuzione di vino ai locali di mescita coinvolgendo via via i quattro figli. Maurizio, Giampietro, Luca ed Enrico sono molto giovani quando nel 1985 incominciano a commercializzare vino in fusti per la spillatura. La fornitura in comodato d’uso di impianti ad alta affidabilità e il puntuale servizio di assistenza tecnica assicurano ai clienti la qualità della mescita. Cinque anni dopo inizia l’importazione di birre pregiate dall’Europa ed è il primo passo verso la diversificazione dell’offerta. La crescita dell’azienda sarà impetuosa.
L’azienda di Torre de’ Roveri (Bg) è protagonista nel settore del beverage e costituisce un’entità economica di rilievo per la comunità del territorio in cui opera
Dino ha solo 47 anni quando affida ai suoi ragazzi il compito di “mandare avanti l’azienda”, tuttavia le sue passioni continueranno a ispirare le vicende imprenditoriali di Quattroerre. Col tempo l’attività di distribuzione sarà affiancata da quella di produzione di vino, birra e distillati. Di seguito ricordiamo alcuni episodi significativi della storia dell’azienda.
1995: nasce Villa Domizia
La produzione dei vini Valcalepio Dop Gaudes e Bergamasca Igt Cuvée Zerotre interpreta in modo autentico la tradizione enologica del territorio. I vini Terre del Colleoni Dop Brut, Manzoni Bianco Punto Uno e Incrocio Terzi Punto Zero sono recenti e ispirati dal desiderio di innovazione.
2007: inizia la produzione dei Prosecco Villa Erica
Un caso fra molti della lungimiranza dei fratelli Rota: nel volgere di pochi anni il Prosecco diventerà il più grande successo enologico mondiale. I Prosecco Treviso Extra Dry Doc, Treviso Brut Doc Millesimato e Cuvée Extra Dry sono destinati esclusivamente ai clienti di Quattroerre. L’etichetta con la ragazza tatuata che danza è un riferimento per chi ama le bollicine.
Villa Erica
2010: i primi distillati di Villa Domizia
La gamma delle grappe Gaudes comprende ben 6 tipi e nel 2018 inizia la produzione di Brandy 24.
2011: Birrificio Nazionale, le prime birre artigianali
Le birre cuvée millesimata e cuvée riserva sono prodotte con la collaborazione di una brasseria artigianale.
2014: fondazione di Birrificio Otus
Quattroerre è azionista e distributore di Birrificio Otus. Nell’arco di otto anni la brasseria artigianale di Seriate acquisisce una posizione di rilievo nel settore e le sue birre vengono premiate nei più importanti concorsi europei.
2015: comincia il percorso verso la produzione di vini biologici
Fino al 2014 le uve dei vini Villa Domizia provengono dalla Tribulina di Scanzo, poi incomincia la conduzione di un antico vigneto di 10 ettari nel centro di Rosciate. La messa a dimora delle nuove viti è preceduta da un’adeguata preparazione del terreno. Per la realizzazione del progetto biologico Quattroerre si avvale della collaborazione tecnica della Cantina Sociale Bergamasca.
Villa Domizia
2021: parte la coltivazione di orzo per la produzione delle birre Otus
Gli operatori del settore Horeca hanno sempre trovato in Quattroerre il partner ideale per affrontare i cambiamenti del mercato perché possono scegliere la linea beverage più adatta al proprio locale, spaziando in una vasta gamma di etichette nazionali e internazionali. Altrettanto importanti sono i servizi di consulenza e formazione.
Ripercorrere in poche righe quattro decenni di vicende imprenditoriali è impossibile, possiamo dire che quella dei fratelli Rota è una storia tipicamente bergamasca in cui il lavoro è vissuto come dovere sociale e condizione imprescindibile di realizzazione della persona.
Le origini di Quattroerre nei ricordi dei fratelli Rota
Intervista ai pionieri della distribuzione di vino in fusti. Un ritratto di famiglia autentico e sorprendente.
Cosa ricordate degli inizi di Quattroerre?
Maurizio: A quel tempo molti vini arrivavano dal Sud, erano corposi, fruttati e con grado alcolico elevato, venivano “tagliati” con acqua o miscelati con vini leggeri. L’oste imbottigliava il vino nella cantina del locale, previo “aggiustamento” del gusto e del grado alcolico. Solitamente il vino veniva consegnato in botti di legno da 500 litri che si facevano rotolare nelle cantine tramite apposite aperture e scivoli, una movimentazione impegnativa e faticosa.
Maurizio, Luca, Giampietro ed Enrico Rota
Chi ebbe l’idea della distribuzione in fusti?
Giampietro: L’idea della mescita tramite impianto di spillatura venne a nostro padre, nel 1985. Era un progetto dirompente sul piano della percezione del prodotto da parte dell’avventore e sul piano operativo-pratico della distribuzione.
Maurizio: Valutammo gli aspetti tecnici: era necessario aprire i fusti, lavarli e assicurare la stabilità organolettica del vino. Non esistevano macchine e bisognava fare tutto a mano. Occorreva poi procurare e installare gli impianti di spillatura.
Giampietro: Iniziammo a fare il lavoro che prima faceva l’oste ovvero “tagliare” i vini e miscelarli interpretando il gusto corrente. Non era facile: l’oste conosceva personalmente i propri clienti e le loro preferenze, noi invece dovevamo ragionare sulle tendenze dei consumatori di un bacino territoriale ampio e dislocato in ambienti diversi (città, campagna, montagna). Non avevamo la disponibilità di dati e statistiche che c’è adesso e l’esperienza che papà aveva maturato in cantina risultò preziosa: la sua selezione di raffinati vini veneti e piemontesi risultò efficace. Purtroppo, all’epoca, il vino bergamasco era quasi inesistente.
Quale fu l’impatto sui consumatori?
Giampietro: Ci siamo chiesti come avrebbero reagito: sarebbe prevalsa la sensazione di maggiore qualità o di perdita di genuinità? Pochissimi distributori in Italia avevano osato rischiare il cambiamento, siamo stati fra i primi. Insomma ci lanciammo nell’impresa con un po’ di inconsapevolezza e molta audacia. Sta di fatto che i clienti accolsero positivamente la novità.
Come è nata la vostra avventura nel mondo della birra artigianale?
Enrico: Siamo nati e cresciuti nel mondo del vino. La diversificazione dell’offerta, che oggi sembra scontata, è avvenuta gradualmente. La commercializzazione di bevande analcoliche, per esempio, risale a soli 20 anni fa. Per lungo tempo abbiamo venduto birre d’importazione e nel 2011, finalmente, con la collaborazione di una brasseria artigianale sono nate cuvée millesimata e cuvée riserva di Birrificio Nazionale, il nostro marchio. La vera passione per la birra però è scoppiata partecipando alla realizzazione di Birrificio Otus. Giampietro si è preso una vera e propria cotta per la birra artigianale.
Giampietro: È vero, il mondo della birra artigianale mi appassiona. Il team di Otus è fantastico e ogni nuova birra che mettiamo in produzione è un’avventura. Le soddisfazioni sono molte, a volte accogliamo con stupore la notizia delle varie medaglie che vinciamo nei concorsi internazionali. Stiamo investendo molto, ma sono convinto che avremo soddisfazioni sempre più grandi.
Birrificio Otus
Qual è il segreto dei fratelli Rota?
Enrico: Penso sia la passione per questo lavoro. Sembra una frase fatta, ma è pura verità. Ci piace quello che facciamo e ci piace lavorare insieme, abbiamo imparato da ragazzi. A volte si litigava, sì, ma come litigano i fratelli di quell’età: un minuto dopo tutto ritorna come prima. Viviamo in armonia.
Come prendete le decisioni?
Luca: Le decisioni importanti vengono prese insieme, l’unanimità viene spontanea. Sono scelte ponderate, come è giusto che sia in una azienda che deve tutelare il proprio patrimonio e il lavoro di molte persone. Tuttavia, alcuni progetti sono nati a tavola, dalle chiacchiere del dopo cena con il bicchiere in mano, per realizzare desideri o assecondare passioni. È quel che è successo, per esempio, quando abbiamo deciso di investire nella produzione di birra artigianale.
Cosa c’è nel futuro di Quattroerre?
Enrico: Davide e Andrea - i figli di Maurizio e Giampietro - lavorano in azienda da tempo, il loro apporto è prezioso e si avvicina il tempo del cambio generazionale; basti ricordare che nostro padre ci ha lasciato mano libera quando aveva solo 47 anni.
Luca: La conduzione del vigneto di Rosciate, così come la decisione di coltivare l’orzo per Otus sono effetto del legame con il nostro territorio, della voglia di tornare alla terra. A volte parliamo di acque minerali. Per ora sono sogni.
Quattroerre Group
via Marconi 1 - 24060 Torre de’ Roveri (Bg)
Tel 035 580701