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Le guide dei vini hanno ancora senso?

A dare una risposta è Alessandra Piubello, curatrice della Guida Oro I Vini di Veronelli e membro della più antica istituzione del vino francese, la Confrérie Des Chevaliers Du Tastevin. «Possono fornire un punto di vista esterno e imparziale - spiega - oltre ad anticipare cosa un consumatore troverà nel bicchiere»

di Luca Bassi
07 gennaio 2023 | 05:00
Le guide dei vini hanno ancora senso? Le guide dei vini hanno ancora senso?
Le guide dei vini hanno ancora senso? Le guide dei vini hanno ancora senso?

Le guide dei vini hanno ancora senso?

A dare una risposta è Alessandra Piubello, curatrice della Guida Oro I Vini di Veronelli e membro della più antica istituzione del vino francese, la Confrérie Des Chevaliers Du Tastevin. «Possono fornire un punto di vista esterno e imparziale - spiega - oltre ad anticipare cosa un consumatore troverà nel bicchiere»

di Luca Bassi
07 gennaio 2023 | 05:00
 

Mentre il 2022 volge al termine, ci chiediamo: hanno ancora senso al giorno d'oggi le guide dei vini? Una domanda sicuramente lecita in un’epoca - com’è quella attuale - in cui a comandare sono internet, smartphone, app. In altre parole immediatezza, praticità, comodità. Oggi una foto all’etichetta di una bottiglia basta per scoprirne caratteristiche, storia, produzione, costo. Tutto, o quasi, quello che ci sarebbe da sapere sul vino che forse acquisteremo e stapperemo.

E allora perché c’è ancora chi organizza, prepara e redige delle guide? Cosa li spinge a continuare un lavoro che fino a qualche anno fa era considerato fondamentale mentre oggi, per certi versi, è visto come vetusto e superato?

Alessandra Piubello è la prima giornalista italiana specializzata in food & wine a essere stata intronizzata dalla più antica istituzione del vino francese: la Confrérie Des Chevaliers Du Tastevin, con sede in Borgogna. È anche grazie alla sua passione, alla sua competenza e al suo impegno che viene alla luce la Guida Oro I Vini di Veronelli, della quale è curatrice.

Le guide indispensabili in un mondo spesso confuso

«Le guide sono più che mai necessarie perché il mondo del vino è preparatissimo ma, spesso, anche confuso - ci spiega Piubello - una guida serve per avere un parere autorevole, esperto e disinteressato che possa consigliare senza avere secondi fini. Ecco, un aspetto fondamentale è che le guide siano imparziali e le fonti di finanziamento trasparenti ed esterne al mondo del vino: la Guida Veronelli non inserisce mai pubblicità di aziende vinicole perché vuole essere libera, solida, coerente e, soprattutto, autonoma. I vini segnalati sono solo ed esclusivamente frutto di assaggi, di preparazione e di esperienza».

Alessandra Piubello  Le guide dei vini hanno ancora senso?

Alessandra Piubello

L’e-commerce utile ma senza intermediari

«L’appassionato che va su un e-commerce, dove si deve orientare senza intermediari, può avvalersi del contributo fondamentale di una guida che gli può regalare un punto di vista esterno, preziosissimo. Perché chi ha redatto una guida - sottolinea la giornalista - ha già provato il vino che l’appassionato sta visualizzando sull’e-commerce e, quindi, gli può anticipare cosa potrebbe trovarsi nel bicchiere. Non mi pare poco».

Un altro aspetto importante è quella della responsabilità: «Chi lavora a uno strumento del genere si deve prendere le proprie responsabilità: noi siamo l’unica guida che dopo ogni scheda e dopo ogni voto mette le iniziali del curatore che ha scritto - evidenza Piubello - questo è un passaggio importantissimo, di trasparenza e di correttezza verso chi legge e verso chi vende. Del resto Veronelli diceva che il vino, dopo l’uomo, è il personaggio capace di regalare più racconti. Servono anche sensibilità e poesia, il vino va visto come valore e simbolo della civiltà umana e il lavoro di chi fa guide è quello di interpretare e comprendere tutti questi aspetti, non di esprimere sentenze. Una guida dev’essere confronto, dev’essere aggiornamento».

Il vino va raccontato con serietà

Dignità e visibilità ai produttori, ma anche rispetto verso il lettore. Redigere una guida è quantomai complicato perché il giudizio - libero e indipendente che sia - spesso non viene accettato da chi legge o, addirittura, da chi ha lavorato sul vino stesso: «La critica è una parte fondamentale perché rappresenta il cuore pulsante del nostro lavoro, un gesto di serietà verso chi consulta la guida. Ma non sempre viene interpretata così. Eppure penso che un produttore serio - spiega Piubello - deve saper gestire una critica quando è credibile e libera. La cosa difficile per noi che scriviamo è esprimere un giudizio comprensibile a tutti. Il racconto di un vino non può esaurirsi in una scheda, in un punteggio. Dobbiamo essere bravi a condensare in poche righe tutto il racconto necessario, nulla di più e nulla di meno».

La valutazione in centesimi? Intoccabile

Altra annosa questione è quella dei punteggi, non sempre graditi a tutti: «Il numero può sembrare freddo, ma il punteggio centesimale è importantissimo - commenta la curatrice della Veronelli - non dev’essere l’unico parametro, ma è fondamentale. Il simbolo a me piace poco, mi dà come l’impressione che chi lo utilizza non voglia prendersi la responsabilità fino in fondo. Assegnamo le tre stelle oro ai vini che conquistano un punteggio che va dal 94 in su, mentre le selle rosse sono quelle dei vini che totalizzano tra il 90 e il 93. Questi ultimi sono la colonna portante della nostra guida. Preziosissimo è anche il rapporto con i vari consorzi: è importante che non ci siano tensioni con chi lavora per tutelare un territorio e un prodotto. A me piace far vedere come lavoriamo: la credibilità si crea solo con questo tipo di approccio».

Alessandra Piubello Le guide dei vini hanno ancora senso?

Alessandra Piubello

Le guide, uno strumento di servizio

«Le guide non servono più? Sento questa cosa da vent’anni, eppure per ogni edizione registriamo forti interessi. Quello che facciamo noi dà un quadro annuale sullo stato di salute dei vini. Il nostro è un lavoro di servizio, prima ancora che di giudizio - precisa Piubello - un punto di vista indipendente e professionale. Un altro aspetto importante è la passione che, attraverso la guida, cerchiamo di trasmettere: siamo guidati dalla curiosità e dallo spirito di scoperta. Il rigore ovviamente non manca mai, ma il nostro approccio principale ci porta a voler vedere cose nuove attraverso un bicchiere. Pensate che in un anno, noi che lavoriamo alla Veronelli, assaggiamo qualcosa come 16mila vini».

Com’è cambiata la guida negli ultimi anni

«Ovviamente per restare al passo coi tempi bisogna aggiornarsi, a partire dalla parte visiva - spiega la giornalista - graficamente sulla Veronelli abbiamo cambiato molto: ora esteticamente è più bella, più leggibile, più fruibile, ha una legenda chiara e anche solo sfogliandola si percepiscono sin da subito gli aspetti più importanti. Chi acquista la guida può usufruire gratuitamente dell’app, perfetta soprattutto per i più giovani, facile e veloce da confrontare, ovunque. Inoltre, da tre anni abbiamo lanciato un’app gratuita in lingua inglese che è possibile scaricare fuori dall’Italia: secondo noi è un modo di colloquiare con gli altri Paesi e con loro le valutazioni in centesimi diventano fondamentali».

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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