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Le cantine italiane calano di numero, ma sono sempre più solide e con alto export

Negli ultimi vent'anni il numero di aziende vitivinicole nel Belpaese si è ridotto del 68%. Oggi sono 255mila e rappresentano il 23% dell'agricoltura italiana. Un dato negativo? Non per forza. Le nuove realtà sono più strutturate e la superficie complessiva vitata è aumentata del 174%

di Silvia Balduzzi
03 ottobre 2022 | 16:34

Le cantine italiane calano di numero, ma sono sempre più solide e con alto export

Negli ultimi vent'anni il numero di aziende vitivinicole nel Belpaese si è ridotto del 68%. Oggi sono 255mila e rappresentano il 23% dell'agricoltura italiana. Un dato negativo? Non per forza. Le nuove realtà sono più strutturate e la superficie complessiva vitata è aumentata del 174%

di Silvia Balduzzi
03 ottobre 2022 | 16:34
 

In vent’anni le aziende vitivinicole del nostro Paese si sono ridotte di oltre 500 mila unità, ma la superficie vitata ha tenuto (-11%, con -1% nell’ultimo decennio) e le 255 mila aziende rimaste (erano 791 mila nel 2000) sono oggi più strutturate, con una superficie media degli ettari vitati in crescita del 174%. Lo rileva l’Osservatorio di Unione italiana vini, che ha elaborato, con una verticale sul vino, l’ultimo censimento agricolo dell’Istat aggiornato al 2020. 

Quello della riduzione del numero di imprese è una tendenza che si riscontra anche nel comparto lattiero-caseario.

Non si tratta però di un dato negativo. Fotografa anzi uno stato di salute ottimale anche del settore vitivinicolo che può contare su aziende sempre più solide e strutturate. 

Una rivoluzione necessaria

Una rivoluzione morfologica, necessaria secondo Uiv, del Vigneto Italia e delle sue imprese che in 20 anni hanno incrementato il valore delle esportazioni del 165%, divenendo primo comparto agricolo nel commercio estero e tra i principali fautori del surplus commerciale del totale made in Italy, dove incide per quasi il 14%.

La strada è quella giusta

Per il presidente di Unione italiana vini, Lamberto Frescobaldi: «L’Italia sta progressivamente strutturando le proprie imprese vinicole nel rispetto delle varietà produttive, che sono la vera ricchezza del nostro vino. La strada è quella giusta, anche se manca ancora molto per avvicinarsi alla superficie media dei nostri principali competitor, come Australia, Usa e Nuova Zelanda o, più vicino a noi, di una Francia che conta una dimensione media per azienda di 5 volte superiore alla nostra».

 

La Puglia conta il maggior numero di imprese

Rispetto a venti anni fa, la numerosità delle aziende è calata con maggior evidenza al Centro (-75%), con trend sopra la media anche nel Nord Ovest (-70%). Tra le regioni, la Campania - che nel 2000 vantava il maggior numero di compagini (86 mila) - oggi ne conta poco più di 22 mila con un calo del 74%; ancora maggiore la riduzione nel Lazio (-83%). Secondo l’ultimo censimento Istat è la Puglia a contare il maggior numero di imprese (36 mila), seguita dalla Sicilia (30 mila) e dal Veneto (27 mila).

Meno aziende ma con appezzamenti in media più grandi

Specie al Nord, dove la superficie media della vigna è di 3,4 ettari, contro una media nazionale a 2,5 (erano 0,9 nel 2000 e 1,6 dieci anni dopo). Guardando alla superficie vitata, i picchi si riscontrano in Friuli Venezia Giulia (5,5 ettari), poi, 4 in Lombardia 3,8, in Veneto (che ha la crescita maggiore: +295%), 3,6 in Toscana, 3,4 in Piemonte.

Sono 255.000 le aziende viticole

Secondo Uiv, sono 255.000 le aziende viticole, che rappresentano il 23% del totale delle imprese agricole 1,1 milioni censite da Istat. Nella speciale classifica per incidenza vino sul totale imprese, vince il Trentino con un impatto del 43%, seguito dal Veneto, al 32%, e dalla Toscana ed Emilia-Romagna (31%). Ben sopra la media anche Friuli-Venezia Giulia, Abruzzo, Campania, Umbria e Marche.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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