Nei giorni di festa, il brindisi è il simbolo per eccellenza della convivialità, della spensieratezza, del gusto, del piacere. Una delle feste più sentite dell'anno, Pasqua, si sta avvicinando e con lei - appunto - anche il momento di stappare una buona bottiglia di bollicine. Ma per gustarsela al meglio sono fondamentali alcuni passaggi, a cominciare dall'atto di stappare. Come fare? Ecco i consigli di Valentino Tesi, miglior sommelier Associazione Italiana Sommelier 2019, che prende come esempio TrentoDoc, una delle denominazioni principe nel campo delle bollicine.
I passi per sfruttare al meglio una bottiglia«
Trentodoc - ha esordito - è
sinonimo di eccellenza, artigianalità e
territorio, oltre che essere un prodotto made in Italy e si distingue per l’ampia collezione delle sue etichette, diverse per fattura ed
esperienza gustativa (oggi 180, prodotte dalle 57 case spumantistiche associate all’Istituto), per la loro piacevolezza, per il perlage particolarmente fine e per la versatilità. Perfetto per le occasioni importanti, si abbina a una grande varietà di
pietanze, dalle più semplici alle più complesse, dagli antipasti ai primi fino ai secondi strutturati, ed è ideale anche per il momento dell’aperitivo».
Ecco otto suggerimenti per proporre al meglio Trentodoc.1) Il momento migliore? A tutto pastoUna delle caratteristiche distintive di Trentodoc è la sua
versatilità: grazie alla sua
freschezza può essere consumato a tutto
pasto ed è la scelta ideale per una grande varietà di abbinamenti gastronomici. È un ottimo compagno per gli aperitivi ma può essere servito insieme ai più svariati piatti della
cucina italiana. Durante le festività, in particolare, le bollicine di montagna sono perfette per un antipasto con salumi, formaggi e focacce salate, per i grandi classici della Pasqua, come l'agnello, le carni e gli arrosti, il pesce ma anche per i primi come le paste ripiene e i timballi.
2) Fredde, ma non freddissimeLa
temperatura di servizio incide sulle sensazioni olfattive, gustative e tattili e, per questo, scegliere quella giusta per Trentodoc equivale a esaltarne le peculiarità e la piacevolezza di beva. La temperatura di servizio ideale delle bollicine di montagna è compresa tra
6 e 8°C per le tipologie brut e millesimato, che si distinguono per un minimo di 15 e 24 mesi di permanenza sui
lieviti (da disciplinare, ma tutti i produttori allungano di parecchio tale periodo). Per le etichette di maggiore complessità come la tipologia riserva, che può rimanere sui lieviti da un minimo di 36 mesi (da disciplinare) fino a dieci anni e più (per volontà dei produttori), la temperatura di servizio può salire fino a 8-10°C, ma anche a 12°C per una riserva importante, evoluta e complessa. È dà ricordare che la bottiglia, una volta sul tavolo, acquista immediatamente un paio di gradi, riscaldandosi: è utile, quindi, per il servizio calcolare le
tempistiche in modo adeguato.
3) Meglio il caliceSi consiglia l’uso del
calice, poiché quest’ultimo favorisce la piena diffusione dei
profumi. Per degustare al meglio le bollicine di montagna è suggerita una base larga con imboccatura più stretta (o anche un calice da vino bianco e, per una riserva, uno da vino rosso), mentre per esaltare la morbidezza e l’acidità dei rosè meglio un calice dai fianchi svasati. Le sensazioni olfattive di Trentodoc richiamano fragranze
fruttate e floreali, oltre a note di vaniglia, albicocca, frutta esotica e agrumata, nocciole tostate, mela golden, cioccolato bianco e
gelsomino.
4) Silenzio, si stappaLa
bottiglia deve essere messa in raffreddamento almeno tre o quattro ore prima di venire stappata affinché raggiunga la corretta temperatura di servizio. Per l’
apertura, va posizionata normalmente sul tavolo. Una volta tolta la capsula e la gabbietta, si raccomanda di tenere il
pollice premuto sul tappo di sughero poiché la pressione accumulata all’interno della bottiglia potrebbe farlo uscire accidentalmente. Con l’altra mano a supporto, si inclina la bottiglia, afferrandola dalla spalla e ruotandola con delicatezza. La pressione interna deve essere liberata gradualmente con un leggero sibilo, fino ad accompagnare la fuoriuscita del tappo con le
mani, senza produrre alcun rumore. Se la bottiglia è stata mossa, è utile inclinarla a 45° prima di aprirla: questo è il segreto per tenere sotto controllo la produzione di schiuma, effetto delle sollecitazioni.
5) Ricordatevi la glacettePer assaporare il piacere delle
bollicine di montagna e del territorio che raccontano, il
Trentino, i dettagli sono importanti. Dopo aver stappato la bottiglia, è possibile mantenere la temperatura di servizio ideale se si utilizza una
glacette con ghiaccio. Il consiglio è di dosare due terzi di acqua e un terzo di ghiaccio. Si può aggiungere
sale da cucina grosso per raffreddare la bottiglia più rapidamente.
6) Un'app per saperne di piùPer una perfetta
degustazione delle bollicine di montagna nei momenti conviviali a casa è a disposizione l’applicazione mobile Trentodoc. È uno strumento utile per personalizzare l’esperienza di degustazione poiché contiene le schede tecniche di ogni
etichetta Trentodoc, composte da una breve descrizione del vino e da informazioni circa la tipologia, il vitigno di provenienza, il numero di mesi di permanenza sui lieviti e i consigli di abbinamento. Chi degusta può completare la scheda all’interno dell’Applicazione segnando note personali e appunti sensoriali.
7) Demi-sec per i dolciPer esaltare il fine pasto, infine, la Doc Trento prevede la tipologia
Demi-Sec, con bollicine più dolci, amabili e dalla marcata rotondità. Questo metodo classico è ideale in abbinamento alla
pasticceria secca, in particolar modo se farcita con mandorle e uvetta.
8) E se la bottiglia non finisce?In questo caso basta richiudere bene la bottiglia con uno stopper e riporla in frigo: sarà perfetta per il cin cin del giorno dopo.