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Il business del vino si fa largo fuori dalle cantine e dà lavoro a 1,3 milioni di persone

Secondo un'analisi Coldiretti presentata a Vinitaly Special Edition, la raccolta di un singolo grappolo dà opportunità di lavoro a 20 settori diversi. A partire dal segmento wine beauty con profumi, shampoo, ecc.

 
19 ottobre 2021 | 13:03

Il business del vino si fa largo fuori dalle cantine e dà lavoro a 1,3 milioni di persone

Secondo un'analisi Coldiretti presentata a Vinitaly Special Edition, la raccolta di un singolo grappolo dà opportunità di lavoro a 20 settori diversi. A partire dal segmento wine beauty con profumi, shampoo, ecc.

19 ottobre 2021 | 13:03
 

Dai cosmetici green fino ai prodotti alimentari innovativi, la new economy del vino dà lavoro a 1,3 milioni di persone. È quanto emerge da un'analisi della Coldiretti diffusa in occasione di Vinitaly Special Edition in corso a Verona. Per l'occasione è stata infatti allestita la prima esposizione sui nuovi esempi di business che conciliano la necessità delle imprese agricole di diversificare le attività e di ottimizzare la gestione delle risorse verso la transizione ecologica con le nuove tendenza di consumo e la voglia di naturalezza post pandemia. Il tutto per un macro-impatto sul tessuto economico dal momento che la raccolta di un singolo grappolo d'uva alimenta le opportunità di lavoro in ben 20 settori: dall'agricoltura all'industria, dalla ristorazione ai trasporti, dall'accessoristica alla cosmetica, dal turismo all'editorie e via discorrendo.

Oltre le cantine, la new economy del vino dà lavoro a 1,3 milioni di persone Il business del vino si fa largo fuori dalle cantine e dà lavoro a 1,3 milioni di persone

Oltre le cantine, la new economy del vino dà lavoro a 1,3 milioni di persone

 

Le nuove frontiere dell'agroalimentare

Insomma, il vino non si ferma più alla triade viticoltori-cantine-distributori ma si allarga e coinvolge attività diverse. Una new economy di cui gode anche l'agroalimentare stesso. Ne sono un esempio le produzioni di birre di vino come quella fatta in Lombardia con il Moscato di Scanzo (una delle più piccole Docg d’Italia), a partire da mosto d'uva dopo appassimento, o con il moscato giallo, mentre in Sicilia nasce addirittura usando lo zibibbo. La star dei vini italiani all’estero, il Prosecco, rientra invece nell’affinamento di un pregiato formaggio nel Veneto dove si produce anche una squisita caramella all’Amarone. 

 

 

Vino e cura di sé, è tempo della wine beauty

Per non parlare della linea wine beauty: dagli esclusivi profumi ricavati dai vigneti di Soave in Veneto al Piemonte dove si producono crema viso e docciaschiuma partendo dalla Freisa d’Asti. Vino, foglie di vite e parte dei semi dell’uva, i vinaccioli, ricchi di polifenoli, sono usati anche in Umbria per la creazione di una linea di bellezza, così come in Emilia Romagna si trasformano le uve in balsamo labbra anti-age, burro corpo e dopobarba.

Dal vino alla cosmetica, ecco la wine beauty Il business del vino si fa largo fuori dalle cantine e dà lavoro a 1,3 milioni di persone

Dal vino alla cosmetica, ecco la wine beauty

 

 

Un pregiato fluido corpo viene ricavato in Friuli Venezia Giulia dal Merlot, e anche le vinacce dei “rossi” dell’isola d’Ischia, dal Piedirosso alla Guarnaccia, vengono usate per fare sieri anti age. Shampoo al vino Rosso Piceno ed esfolianti viso corpo al Verdicchio dei Castelli di Jesi sono due esempi di cosmetici che nascono nelle vigne delle Marche. E anche dal Barbera e dalle altre varietà di vino coltivate sulle colline dell’Oltrepò Pavese oggi nascono anche creme per il corpo, fluidi dopobarba, saponette naturali, stick per le labbra e bagno doccia nutrienti.
 

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