Un crash dopo l’altro su più fronti e così la situazione peggiora di giorno in giorno. Nel secondo giorno di attivazione del cashback il bollettino sul suo funzionamento ha fatto registrare ancora violente perturbazioni, in perfetta linea con il meteo che imperversa sull’Italia in questi giorni.
Per gran parte della giornata di mercoledì, infatti, l’app Io - quella necessaria per accedere al servizio che promuove i pagamenti con carte - ha continuato a impallarsi, rendendo impossibile la registrazione di nuove carte di credito e bancomat. Troppe richieste verso una piattaforma tarata per un traffico più basso.
Il virologo Andrea Crisanti, per dire in quale scenario confuso ci troviamo, ha proposto una soluzione per unire il bisogno di aiuti economici degli italiani con la necessità di continuare a mantenere alta l'attenzione sulla salute: «Hanno fatto l'app per il cashback - ha osservato - potevano farla solo per chi scarica l'app Immuni. Bisogna eliminare le differenze tra le regioni in materia di tracciamento». Come a dire che i vantaggi economici e i doveri per la tutela della salute di tutti possono fondersi e aiutarsi a vicenda.
Guardando ai numeri è palese che in questo momento gli italiani credono poco al dilagare della pandemia e al bisogno di tenere alta l'attenzione e chiedono (molti) aiuti economici aggrappandosi ad ogni iniziativa. Bata dire che l'app Io - senza grandi clamori - ha superato 8 milioni di download, Immuni - con tutte le polemiche e campagne pubblicitarie del caso - è a 9,9.
Il sistema cashback non decolla
Dall'altra parte è anche vero che due fallimenti non possono dar vita ad un successo. Immuni è stata un fallimento dal punto di vista della funzionalità e dell'indice di gradimento dei cittadini; Io ha avuto un grandissimo successo in termini di iscrizioni, ma visto il mal funzionamento siamo pronti a scommettere che la curva si appianerà e che gli utenti davvero attivi saranno una piccola percentuale.
Io, Nexi e Poste italiane: tutti in crashL’ennesimo fallimento “digitale” di un Paese, l’Italia, che al di là di slogan e promesse non riesce proprio a cambiare marcia sotto questo punto di vista soprattutto quando si parla di
pubblica amministrazione. L’aggiornamento rilasciato nel pomeriggio ha migliorato le cose. Ma non tutti i problemi sembrano ancora risolti. Anche perché a saltare ogni volta sono anche altri due canali utili ad accedere al cashback: quello di
Nexi (che non richiede l’utilizzo dello
Spid) e quello di
Poste italiane.
Oltre 3 milioni di strumenti di pagamento attivatiPalazzo Chigi ha tirato le somme a fine giornata dando numeri che aiutano ad inquadrare la situazione. «Alle 17 sono circa 2,8 milioni i cittadini iscritti al programma (anche se non tutti riescono ad essere pienamente attivi ndr.) per un totale di 3,1 milioni di strumenti di
pagamento attivati», non solo sull’app Io (che ha toccato quota 8,3 milioni di dowload) ma anche su altri canali paralleli, compreso quello di Poste.
La presidenza del Consiglio sottolinea che il «servizio di registrazione si sta stabilizzando», ma «è possibile che alcuni utenti riscontrino ancora difficoltà poiché è in fase di smaltimento la coda dei
rallentamenti accumulati».
Terzo fallimento dopo Inps e bonus biciIl
problema principale è che si tratta del terzo fallimento digitale nel giro di pochi mesi: prima l’
Inps con l’
erogazione dei 600 euro alle partite Iva, poi l’erogazione del
bonus bici e ora questo. Poi però ci sono altri due problemi specifici che riguardano solo il cashback.
In questa prima edizione servono almeno 10 acquisti tra l’8 e il 31 dicembre e il tempo. Perdere anche solo tre o quattro giorni potrebbe far desistere qualcuno dal partecipare. Di qui l’ipotesi di una proroga fino all'
Epifania, che però il governo considera complicata in tempi così stretti.
Altro problema, la tutela dei datiL’associazione dei consumatori
Codacons sta già studiando una class action, cioè un’azione legale collettiva. L’altro problema specifico è relativo alla tutela dei
dati visto che - come sottolinea Azione, il partito di
Carlo Calenda - l’infrastruttura «si avvale di fornitori residenti in Paesi
extra Ue dove il livello di protezione non è ritenuto adeguato rispetto alla regolamentazione europea». Una preoccupazione che il governo considera infondata.
Cosa accadrà con la prenotazione del vaccino?E a guardare avanti le nubi sono ancora più intense se si considera che per prenotare il
vaccino anti-Covid (se mai arriverà) si sta pensando ancora a una app. Gli scenari sono due: o l’esperienza aiuterà e non ci saranno problemi oppure il terreno che la pubblica amministrazione italiana deve recuperare è talmente ampio che non riuscirà a colmarlo e farsi trovare pronto per quell’appuntamento. In quel momento però non ci sarà in ballo il
portafogli delle persone, ma la loro
salute.