Anche il mondo del turismo chiede di essere messo tra le priorità nella lunga lista d’attesa relativa al piano vaccinale. È in particolare la Toscana ad aver compiuto ad ora il passo più concreto: Confcommercio Toscana e le confederazioni regionali del sistema afferenti al settore turismo (Federalberghi Toscana, Fipe Toscana, Faita Toscana, Fiavet Toscana, ResCasa Toscana) hanno sottoscritto a Firenze un’intesa con le organizzazioni sindacali Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil per richiedere alle autorità competenti l’accesso tempestivo al programma vaccinale anti Covid-19 per i lavoratori del settore turismo.
La ripresa del turismo passa dal vaccino
Vaccino necessario per far ripartire il turismoL’obiettivo condiviso è quello di rilanciare l’attività turistica puntando sul
connubio tra sicurezza e salute, come già auspicato nei giorni scorsi dal presidente di Confturismo Toscana
Francesco Bechi, che ha lanciato la proposta di un vero e proprio “marchio di qualità” che certifichi ai turisti in arrivo il pieno rispetto delle normative antiCovid all’interno della rete di accoglienza turistica toscana, dall’
albergo al
ristorante, dal campeggio alla casa vacanza, passando per guide
turistiche e uffici informazioni.
La
vaccinazione - si legge nel documento - è «uno strumento utile a garantire l’esercizio in piena
sicurezza dell’attività turistica sia con riferimento agli addetti, sia riguardo alla generalità della popolazione, anche a tutela dei soggetti che non possono essere vaccinati». Sarebbe dunque una garanzia vincente anche per motivare i turisti a scegliere la destinazione Toscana per le loro vacanze, oltre che per tutelare i
lavoratori del comparto, più esposti di altri al rischio del contagio.
In Toscana 250mila occupatiA fare da cornice all’intesa
imprese-sindacati, c’è la necessità stringente di sostenere un comparto che in Toscana rappresenta 36.500 imprese e 250mila
occupati, per un valore aggiunto di circa 10 miliardi di euro. «La diminuzione del 64% delle presenze turistiche nel 2020 ha causato una
perdita di oltre 6 miliardi di euro di fatturato solo per le aziende del settore, senza contare quelle dell’indotto - sottolinea la presidente di Confcommercio Toscana
Anna Lapini - dal momento che ancora non ci sono segnali di schiarita all’orizzonte e anche la prossima stagione estiva potrebbe uscirne compromessa, c’è il timore reale di veder sparire nei prossimi mesi gran parte delle imprese e dell’occupazione».
Da qui,
l’idea del piano di vaccinazione, che le associazioni datoriali e i
sindacati si impegnano a chiedere alle autorità e poi a promuovere tra i lavoratori del comparto. Potrebbe infatti mitigare un po’ il quadro della crisi, dando nuove chance alla ripartenza pur in un quadro ancora fortemente compromesso dalla
pandemia a livello internazionale.
Necessario un segnale di attenzione«Se la Fase 3 delle vaccinazioni prevedesse una priorità per gli addetti del turismo sarebbe un segnale di attenzione verso un settore che ha sempre regalato numeri importanti alla nostra
economia ma che da un anno vive un’emergenza terribile, e continuerà a viverla ancora per chissà quanto tempo - spiega il segretario di Filcams Cgil Toscana
Stefano Nicoli - l’accordo che abbiamo firmato ripropone a livello regionale un’intesa già siglata a livello nazionale tra le organizzazioni datoriali e i sindacati. Ed è importante anche perché insieme segnaliamo alla
Regione la necessità di aprire una sorta di tavolo di crisi del turismo, per condividere con sindacati e associazioni datoriali strategie e progettualità che saranno messe in campo per dare sostegno al settore, che ha ricadute fondamentali su tutti gli altri, dai trasporti al
commercio».
«Per tutti gli operatori, compresi noi del turismo all’aria aperta, il piano
vaccinale anticipato sarebbe una garanzia in più di poter ripartire con il
lavoro - aggiunge
Giampiero Poggiali, presidente di Faita Toscana, la federazione che rappresenta campeggi e villaggi turistici - per carità, non intendiamo passare avanti alle categorie che giustamente sono state messe in priorità nelle liste della vaccinazione, perché più deboli od esposte ai rischi. Ma riteniamo di avere motivazioni valide per seguire loro subito dopo. Mettendo in sicurezza il comparto turistico la Toscana potrebbe, anche agli occhi del
mondo, promuovere la peculiarità straordinaria del suo modello gestionale e della salute pubblica. E imprimerebbe il segno di una
destinazione sicura all’intero territorio».