E adesso cosa succederà? Altro che aperture in vista dei ristoranti la sera. Da oggi scattano i nuovi colori in alcune regioni ma si prefigurano anche nuove limitazioni in tutta Italia. La prima immediata è la 'tegola' del Cts sulla riapertura dello sci prevista a partire dal 15 febbraio nelle regioni in giallo (gli scienziati sono contrari), ma rinviata dal ministro Speranza al 5 marzo. E il peggio è dietro l’angolo con un possibile lock down generalizzato... Ipotesi che hanno fatto subito scattare l'opposizione di Matteo Salvini, anch eperchè la momento i dati dei contagi non sembrano suscitare allarme, tanto che risultano in calo nel bollettino quotidiano.
Niente sci
Il Ministro della Salute, sempre all'ultima ora, ha quindi rinviato la 5 marzo la riapertura degi impianti sciistici, mettendo così in forse ogni attività per neanche un mese... tanto che ll Governo - ha detto - si impegna a compensare al più presto gli operatori del settore con adeguati ristori. Immediata e prevedibile la reazione negativa delle aziende che gestiscono gli impianti, che hanno contestato durante il Governo.
La decisione di Speranza dedriva da questa posizione del Cts: "Alla luce delle "mutate condizioni epidemiologiche" dovute "alla diffusa circolazione delle varianti virali" del virus, "allo stato attuale non appaiono sussistenti le condizioni per ulteriori rilasci delle misure contenitive attuali, incluse quelle previste per il settore sciistico amatoriale". Così è quanto ha risposto in particolare il Comitato tecnico scientifico alla richiesta del ministro della Salute di "rivalutare la sussistenza dei presupposti per la riapertura" dello sci, "rimandando alla politica la valutazione relativa all'adozione di eventuali misure più rigorose". Ricordiamo che in Trentino e in Alto Adige comunque non si può sciare per decisione dei due Governatori.
Ricciardi chiede un lockdown
Come se non bastasse torna a oscurarsi lo scenario con la richiesta di un lockdown totale in tutta Italia immediato, che preveda anche la chiusura delle scuole facendo salve le attività essenziali, ma di durata limitata. Lo sollecita in particolare Walter Ricciardi, consigliere del ministro della Salute. Oltre a ciò, «va potenziato il tracciamento e rafforzata la campagna vaccinale».
È «evidente - avverte - che la strategia di convivenza col virus, adottata finora, è inefficace e ci condanna alla instabilità, con un numero pesante di morti ogni giorno. Ne parlerò col ministro Speranza questa settimana», ha annunciato.
«In questo momento - ha detto inoltre - le attività che comportino assembramenti non sono compatibili con il contrasto alla pandemia da Covid-19 in Italia e gli impianti da sci rientrano in tali attività. Non andrebbero riaperti. Non dimentichiamo - ha sottolineato Ricciardi - che la variante inglese è giunta in Europa proprio 'passando' dagli impianti di risalita in Svizzera».
Ma alla Lega non piace e contesta Speranza
«Non ho parole. Non se ne può più di 'esperti' che parlano ai giornali, seminando paure e insicurezze, fregandosene di tutto e tutti. Confidiamo che con Draghi la situazione torni alla normalità». Con queste parole il segretario della Lega Matteo Salvini, interpellato da Affaritaliani.it, commenta le parole di Walter Ricciardi sul lockdown. Una posizione ribadita anche dal governatore ligure Giovanni Toti. E alle parole del segretario della Kega si aggiungono quelle del senatore Gian Marco Cebtinaio, capo del dioartimento turismo del partito, che a Speranza ha detto con sarcasmo: Ministro hai capito che non siamo più nel Governo Conte e che gli italiani devono essere RISPETTATI???? Bloccare gli impianti sciistici a meno di 24 ore prima della riapertura è da IRRESPONSABILI.
Impiantisti contrari
Ovviamente contrari gli impiantusti. Insostenibile questo “tira e molla”, ingiusto, irrispettoso dell’impegno che la categoria ha profuso in questi mesi. Così il duro commento di ANEF (Associazione Nazionale Esercenti Impianti a Fune) che non ci sta.
La scorsa settimana le regioni gialle avevano avuto dal CTS e dal governo il via libera per la riapertura della stagione sciistica a partire da lunedì 15. E il 14, alle 20, dopo collaudi fatti, dipendenti assunti, piste battute è arrivato arriva lo stop.
Fra le misure decise venerdì dal governo uscente non era stato prorogato il divieto di apertura degli impianti sciistici, che quindi — nelle regioni in “zona gialla”, come previsto dalle norme in vigore — si erano organizzati per l’apertura del 15.
Valeria Ghezzi
“E’ stato lo Stato che ci ha dato il via libera” – dice Valeria Ghezzi, presidente ANEF - naturalmente nel pieno rispetto delle normative. Siamo furiosi, sembra una presa in giro. Ci aspettiamo almeno che l’ultima frase del comunicato stampa del Governo abbia un’applicazione immediata e urgente”. La frase in questione è quella che fa riferimento agli indennizzi: “Il Governo si impegna a compensare al più presto gli operatori del settore con adeguati ristori”.
“Non sono più tollerabili queste modalità, è stato assurdo apprendere oggi a mezzo stampa che domani non apriamo. Auspichiamo almeno che i ristori promessi arrivino in tempi strettissimi” – spiega Giampiero Orleoni, presidente ANEF Piemonte.
“Allo Stato abbiamo chiesto chiarezza: regole, indennizzi, abbiamo bisogno di sapere. Da parte nostra, allo Stato abbiamo dimostrato il pieno rispetto, ma deve essere reciproco. E non è rispettoso dello sforzo di tanti imprenditori e di tanti lavoratori questo tira e molla che economicamente è già un disastro per tutta la filiera e per tutto il mondo della montagna” dice da Cortina dove si stanno disputando i Mondiali,Renzo Minella, presidente di ANEF Veneto.
“C’è rabbia tra gli associati: ANEF rappresenta il 90% delle aziende funiviarie italiane, distribuite sia nei territori alpini, sia in quelli appenninici ed è la prima ed unica Associazione degli imprenditori funiviari riconosciuta e aderente a Confindustria – perché questo a cui ci stanno sottoponendo è un gioco al massacro che non può che generare rabbia. Perché se oggi ci dici di aprire e noi assumiamo, domani non ci puoi dire di stare chiusi: non è rispettoso né per chi ha assunto né per chi è stato assunto” incalza Massimo Fossati, presidente ANEF Lombardia.
Anche se in Lombardia, Veneto e Piemonte i rispettivi presidenti di regione hanno firmato le ordinanze per le riaperture e le date sembravano certe, si apprendono ora i dubbi legati principalmente al parere del Comitato tecnico scientifico (CTS) che – ha fatto sapere - sconsiglierà al governo di riaprire le piste anche nelle zone gialle a causa della preoccupante diffusione delle varianti del coronavirus.
“Gli impiantisti hanno sempre lavorato nel pieno rispetto delle regole – conclude Valeria Ghezzi – Al nuovo governo guidato da Mario Draghi chiediamo risposte chiare. Per la salute degli italiani in primis, ma anche per il nostro mondo ormai al collasso economico. L’ultima frase del comunicato diffuso dal Governo è l’unica che ci aspettiamo venga veramente rispettata. E’ ora di passare dalle parole ai fatti. Ringraziamo i Ministri Giorgetti e Garavaglia che dichiarano che gli indennizzi alla montagna devono avere priorità assoluta”
In calo contagi e morti
Per quanto riguarda l'epidemia in Italia ricordiamo intanto che sono 11.068 i contagi da coronavirus in Italia oggi, 14 febbraio, secondo i dati del bollettino della Protezione Civile pubblicato dal ministero della Salute. Da ieri sono stati registrati altri 221 morti. Nelle ultime 24 ore sono stati eseguiti 205.642 tamponi, l'indice positività risale al 5,38% anche se in numero assoluto c'è una flessione dei contagi e deid ecessi. I pazienti ricoverati in terapia intensiva sono 2.085, con un aumento di 22 unità.