Le classiche bustine di zucchero potrebbero presto scomparire dai bar. E con loro anche i flaconcini di sapone e shampoo dagli alberghi. Il motivo? La nuova norma sugli imballaggi a cui sta lavorando l'Unione Europea. Nel documento presentato dalla Commissione Europea vengono infatti espressamente vietati gli imballaggi monouso anche per l'Horeca. Saranno messi al bando, spiega Adnkronos, «bustine, tubetti, vassoi e scatole». L'iter è appena iniziato, ma la volontà dell'Ue appare chiara.
La nuova norma europea sugli imballaggi mette a rischio le bustine di zucchero
Norma sugli imballaggi, gli obiettivi dell'Europa
Il progetto è senza dubbio ambizioso. L'Europa vorrebbe ridurre entro il 2040 i rifiuti da imballaggio del 15% pro capite. Come? Puntando sul riuso e sul vuoto a rendere per bottiglie di plastica e lattine in alluminio. Non solo: entro il 2030 il 20% delle vendite di bevande take-away dovrà essere servito in imballaggi riutilizzabili o utilizzando i contenitori dei clienti, per arrivare all'80% nel 2040. Prevista anche una quota obbligatoria di contenuto riciclato nei nuovi imballaggi di plastica.
A spingere la Commissione Europea a questa proposta, i numeri: ogni europeo genera circa 180 chilogrammi di rifiuti da imballaggio l'anno. Le stime dicono che, senza interventi mirati, l'Unione Europea vedrebbe un ulteriore aumento del 19% dei rifiuti dal packaging entro il 2030, e per i rifiuti di imballaggi in plastica addirittura un aumento del 46%.
Addio bustine, si torna alla zuccheriera?
La nuova norma, se dovesse andare in porto, rappresenterebbe una vera e propria rivoluzione per bar, ristoranti e alberghi. Significherebbe infatti dire addio alle bustine di zucchero, con un ritorno alla più ecologica zuccheriera, ma anche alle porzioni monouso di olio e sale, spesso utilizzate nei ristoranti e aumentate in maniera esponenziale durante la pandemia, e ai flaconcini utilizzati negli hotel.
Gli imballaggi destinati al compostaggio industriale saranno consentiti solo per bustine di tè, cialde di caffè, adesivi per frutta e verdura e sacchetti di plastica molto leggeri.
La contrarietà di Coldiretti
Sul tema hanno già espresso la loro contrarietà Coldiretti e Filiera Italia. A preoccupare è l'effetto negativo che la misura potrebbe avere sulle aziende del comparto degli imballaggi. «Si tratta di norme che non premiano la filiera del packaging italiano e quelle aziende che in particolare hanno investito nei materiali tecnologicamente avanzati sostenibili e riciclabili - afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini - L’effetto negativo sui costi di produzione dell’intera filiera agroalimentare rischia di riflettersi sui prezzi pagati dai consumatori in un momento di grande difficoltà economica».
Particolarmente grave è inoltre la volontà di favorire il passaggio alla vendita di prodotti allo stato sfuso invece che confezionati singolarmente, riducendo il livello di controllo e di rintracciabilità contro le contraffazioni, denunciano Coldiretti e Filiera Italia nell’evidenziare anche l’enorme aumento degli sprechi di prodotti alimentari legati alla maggiore deperibilità dei prodotti venduti senza confezioni che aumentano significativamente la shelf life del prodotto stesso.