È noto che dall'inizio di questa crisi, il settore ad essere tra i più colpiti è quello del turismo - che, ricordiamolo, contribuisce al Pil italiano con una fetta del 13-15%. Specchio di questa crisi è l'hotellerie: con lo stop ai viaggi, trasferte di lavoro limitate al massimo, poche vacanze (tra la titubanza ad andarci anche quando è stato concesso e una ripresa estiva decisamente timida), il settore è bloccato. Tuttavia le prospettive, appena la pandemia finirà, sono positive.
Le città, in via di ripresa dal 2023, sono le predilette per gli investimenti da parte degli operatori
Da una parte, la
voglia di riprendere a viaggiare, dopo questi mesi di limitazioni, è tanta; dall'altra, secondo un'indagine condotta da
Cushman & Wakefield nella seconda metà del 2020, il mercato si riprenderà tra il
2022 e il
2023: a dirlo un gruppo di 30 operatori alberghieri nazionali e internazionali tra i più importanti.
Questa prospettiva di ripresa deriva dalla fiducia che permane nel settore, soprattutto nel
mercato italiano. E che coinvolge soprattutto le grandi città (nonostante siano le più colpite sul turismo a causa del Covid-19).
Roma, Milano, Venezia e Firenze sono le mete preferite degli investitori e dei grandi gruppi d'hotellerie, dominano insieme la classifica delle preferenze (tratta da
Il Sole 24 Ore, riportata con ordine da Nord a Sud):
Un netto distacco, insomma, delle 4 grandi città italiane rispetto ad altri luoghi comunque a forte tasso turistico.
Naturalmente l'interesse per le varie mete non può prescindere da un'analisi dei tempi di recupero, differenti per le varie località. Le
città sono state
le grandi colpite da questa crisi: le mete a più alto rischio di assembramento, lontane dalle tendenze che hanno caratterizzato i pochi viaggi di questo 2020 (sold out la montagna, tanta natura, ricerca di solitudine causa la paura del contagio). La loro ripresa secondo C&W dovrebbe iniziare
tra il 2023 e il 2024. Tardi quindi, specialmente se si considera che, pandemia permettendo, la ripresa del turismo inizierà già dal 2022 partendo dalla
Costa Smeralda e dalla
Costiera Amalfitana, seguite dai laghi.
Città come Milano, Roma, Venezia e Firenze attraggono per le forte opportunità a livello di investimenti
Tuttavia la pipeline di
investimenti non viene modificata da queste previsioni: il 79% degli intervistati confessa infatti che il Covid non cambierà la pianificazione degli sviluppi.
Allo stesso tempo, dal rallentamento del turismo e dallo stop del settore, non si può dire che
il settore degli investimenti non ne abbia risentito, anzi, Questo ha portato e porta
operatori opportunistici a investire in situazioni lesionate dalla crisi, e quindi a
forte sconto (si parla anche del
40% in meno per un investimento). Più le ripercussioni del covid sull'economia saranno pesanti, più
occasioni di questo genere si verificheranno: «Molti operatori tengono d'occhio la situazione italiana. Il momento rappresenta un'occasione per molti operatori», ha spiegato
Dario Leone, a capo della divisione Hospitality.