Green pass per tutti. Ma in modo graduale. A ribadire l'approccio progressivo all'estensione dell'obbligo della certificazione verde scelto dal Governo, sono arrivata anche le parole del ministro allo Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti: «Estendere il green pass a tutti i lavoratori è un’ipotesi in discussione». Dichiarazione che conferma l'indirizzo preso dall'Esecutivo dopo il Consiglio dei ministri del 9 settembre. Allora si è decisio di iniziare con le mense scolastiche e delle residenze delle Rsa (per cui è obbligatorio il vaccino). Ma successivamente toccherà a una platea sempre più ampia di lavoratori. A partire dalle attività dove il green pass è richiesto per l'accesso e quelle a più stretto contatto con la clientela come bar, ristoranti, palestre, cinema e (forse) supermercati. Tempi più lunghi per il pubblico impiego e per le aziende private. Ma da quando? La data X potrebbe essere quella del 10 ottobre (una domenica). Un lasso di tempo considerato congruo per lasciare ai vari lavoratori l'agio di mettersi in regola con l'eventuale somministrazione del vaccino. Di seguito, le tappe dell'estensione del certificato verde.
Le tappe politiche: il 16 settembre un nuovo decreto?
Dopo il Consiglio dei ministri del 9 settembre, che ha licenziato il decreto per scuole e Rsa (vedi allegato), il Governo proseguirà nell'estensione della certificazione verde per altre categorie di lavoratori. Il nuovo testo dovrebbe essere presentato al Cdm del 16 settembre, preceduto da una cabina di regia ad hoc e da un'interlocuzione con le associazioni di categoria e le Regioni. L'idea, come detto, è quella di indicare nel 10 ottobre la data dalla quale far scattare l'obbligo per datori di lavoro e lavoratori di altri comparti.
Dalle mense a bar e ristoranti, per concludere con PA e aziende private: il green pass va a tappe
Ristorazione collettiva: a scuola il green pass, nelle Rsa il vaccino
La prima novità ha già riguardato il mondo della scuola e delle residenze per anziani. In particolare, gli addetti esterni che si dedicano alla ristorazione collettiva. Per operare nelle mense e nei refettori all'interno degli istituti scolastici sarà richiesto di presentare il green pass così come succede ai professori. Obbligo che verrà esteso anche ai genitori degli studenti nel caso in cui volessero accedere al plesso scolastico. Più stringente (dal 10 ottobre?) l'obbligo per il personale esterno che opera nelle Rsa a cui ora è richiesto di sottoporsi al vaccino (non basta quindi il green pass ottenuto tramite il tampone). Stessa cosa per gli amministrativi di queste particolari strutture che, in questo modo, si allineano a quanto già richiesto al personale sanitario che vi opera. E già si sa che la multa per chi dovesse trovarsi sprovvisto della certificazione verde può andare da un minimo di 400 a un massimo di mille euro.
L'estensione del green pass è iniziata dalle mense scolastiche
Bar, ristoranti e pubblici esercizi attendono il prossimo step
Il passo successivo, che verrà ufficializzato con un nuovo decreto, riguarderà tutte quelle attività in cui al momento l'accesso è garantito solo se in possesso di green pass e che sono maggiormente a contatto con il pubblico. Detto diversamente: bar, ristoranti, pasticcerie, pizzerie ma anche estetisti, parrucchieri, palestre, piscine, cinema, ecc. Un elenco in cui potrebbero finire anche i supermercati; sebbene al momento non sia previsto l'obbligo di presentare la certificazione verde per andare a fare la spesa.
Si tratta di un allargamento del raggio d'azione del lasciapassare sanitario più volte sostenuto da Italia a Tavola e su cui c'è il favore delle associazioni di cartegoria come Fipe-Confcommercio. In questo modo, si potrebbero raggiungere due obiettivi: da un lato, rendere i pubblici esercizi dei veri e propri presidi anti-contagio sul territorio; dall'altro, ricostruire quella fiducia e reciprocità che tanto fanno bene al business. Soprattutto quello ristorativo. D'altronde, risulta sempre più insostenibile la contraddizione per cui al cliente che vuole cenare all'interno di un locale viene richiesto di mostrare il green pass mentre tutto questo non vale, per esempio, per il cameriere che lo servirà durante tutta la cena.
In bar, ristoranti ed esercizi pubblici a contatto con il pubblico si attende il prossimo allargemanto del gree pass per i lavoratori
Fipe: non siamo preoccupati dal vaccino ma dal rischio di nuove chiusure
«Noi siamo assolutamente favorevoli», ha ribadito in tal senso, sulle pagine del Corriere della Sera, il presidente di Fipe Lino Stoppani. A spaventare gli esercenti, infatti, non sono i rischi collegati all'immunizzazione, ma «eventuali nuove chiusure. La libertà individuale di scegliere sul vaccino può essere sacrificata per avere in cambio più salute e più certezze sulla ripresa. D’altra parte, sulla accettabilità del rischio legato al vaccino ci fidiamo del parere positivo delle autorità competenti: ci sembra il comportamento più corretto, non siamo medici e scienziati».
Anche perché c'è da mettere in sicurezza la stagione autunno-inverno. «La priorità per noi è non chiudere di nuovo. Anche perché il rischio c’è visto che il rischio sanitario non è azzerato. Noi siamo per l’uso progressivo del green pass: l’utilizzo del certificato verde va allargato in automatico nelle regioni dove il rischio aumenta. Il diritto individuale a scegliere se vaccinarsi o no non può pregiudicare il diritto di tutti alla salute. E, perché no, anche ad avere qualche sicurezza in più sulle prospettive del bilancio familiare di ciascuno», ha aggiunto Stoppani.
Navi, aerei e treni: dopo i passeggeri tocca ai conducenti
Sempre per sanare una incongruenza delle norme attuali, anche il comparto dei trasporti potrebbe essere oggetto di un'estensione del green pass. Dall'1 settembre, infatti, la certificazione verde è richiesta a tutti i cittadini che volessero servisi di un trasporto a lunga percorrenza come treni ad alta velocità, voli nazionali e traghetti.
In tutti questi casi, l’accesso a bordo sarà riservato ai possessori di green pass. Per quanto riguarda i treni, a verificarne la validità sarà l'addetto che si occupa di controllare anche la validità del biglietto del passeggero a bordo. Nel caso in cui venga esibita una certificazione falsa o il passeggero dovesse rifiutarsi di mostrare il green pass, quest'ultimo sarà costretto a spostarsi in una zona indicata in attesa di scendere dal mezzo di trasporto alla prima fermata utile. In termini di capienza, invece, si ricorda che il limite è fissato all'80% per i trasporti a lunga percorrenza, capacità estendibile al 100% nel caso in cui sia attivo un sistema di ricambio d'aria ogni 3 minuti. Nel caso dei traghetti e degli autobus, invece, la capienza rimane fissa all'80% e il controllo del green pass avviene prima di salire a bordo. Relativamente ai voli nazionali, toccherà alle compagnie aeree prendersi carico del controllo del green pass durante le procedure di imbarco.
Ecco allora che dal 10 ottobre anche i conducenti di questi mezzi e lo staff a bordo potrebbero vedersi richiesto il green pass per accedere al luogo di lavoro.
Dopo i passeggeri (dall'1 settembre) presto toccherà anche a conducenti di autobus, navi, treni e aerei mostrare il green pass
Da ottobre tocca alla Pubblica Amministrazione
Dopo questo passaggio, sarà la volta della Pubblica Amministrazione. Il ministro Renato Brunetta ha dato avvio al processo di ritorno in ufficio dei dipententi pubblici che, nell'ultimo anno e mezzo, erano stati costretti allo smart working. Tornare alla scrivania e dietro agli sportelli prevederà l'esibizione del green pass per oltre 1,2 milioni di dipendenti pubblici (se si considerano anche i lavoratori delle partecipate come Poste). Lo stesso Brunetta, durante l'evento Linkontro NielsenIQ 2021, lo ha definito una «misura geniale». L'obiettivo è quello di far ripartire la macchina pubblica in presenza, sebbene il lavoro da remoto non scomparirà per una quota di circa il 15% del personale (deadline: ottobre), e allo stesso tempo spingere più persone possibili a vaccinarsi.
Come? Il meccanismo spiegato da Brunetta è semplice: più si richiede il green pass, più chi non si è vaccinato sarà costretto a pagare per i tamponi. Una soluzione insostenibile per molti a lungo andare. «Bisogna aumentare agli opportunisti il costo della non vaccinazione, aumentando il costo si riduce lo zoccolo dei non vaccinati e si riduce la circolazione del virus. Il green pass ha l'obiettivo di schiacciare gli opportunisti ai minimi livelli di non influenza sulla velocità di circolazione del virus. Ci stiamo arrivando», ha affermato il ministro. Va da sé, quindi, che la decisione verso la quale si sta dirigendo il Governo è chiara: «Green pass per tutti, lavoro pubblico, lavoro privato, servizi pubblici e servizi privati», ha affermato Brunetta.
Aziende private per ultime. Ma alcune già si muovono in autonomia
Da ultimo sarà la volta delle aziende private. Tema spinoso che ha già messo in rotta di collisione i rappresentanti datoriali e quelli dei lavoratori come ha dimostrato il dibattito tra Carlo Bonomi di Confindustria e i vari esponenti sindacali, a partire da Maurizio Landini (Cigl). Qui il Governo è chiamato a trovare una sintesi. Anche perché, nel frattempo, le aziende si stanno muovendo in modo autonomo. L'ultimo caso riguarda la Siemens che, dal 27 settembre, permetterà l'ingresso in azienda solo al personale con green pass (sia quello conseguente al vaccino che quello risultante dal tampone negativo a carico del dipendente). «Siamo arrivati a questa decisione dopo un percorso che ha visto il coinvolgimento dei sindacati e dei dipendenti. Molti hanno risposto volontariamente a un questionario. Ne è risultato che oltre il 90% sono vaccinati. La decisione a cui siamo giunti è largamente condivisa», ha spiegato al Corriere della Sera, Pierfrancesco De Rossi, presidente e amministratore delegato ad interim di Siemens in Italia.
E sul tema è intervenuto anche il ministro allo Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti: «Estendere il green pass a tutti i lavoratori è un’ipotesi in discussione. L’esigenza delle aziende è di avere la sicurezza per chi opera nei reparti». Detto diversamente, per l'allargamento dell'obbligo di green pass «si andrà verso un’estensione senza discriminare nessuno». L'obiettivo è quello di tenere assieme, in uno stesso decreto, sia le aziende pubbliche che quelle private.
Campagna vaccinale, nuovo obiettivo: 90% di immunizzati o scatta l'obbligo vaccinale
Sullo sfondo della decisione del Governo di estendere l'obbligo di green pass a diverse categorie di lavoratori, ci sono i risultati della campagna vaccinale guidata dal commissario straordinario, il generale Paolo Figliuolo: «A fine settembre raggiungeremo 80% di platea interamente vaccinata ovvero 43,2 milioni di cittadini dai 12 anni in su che completeranno la scheda vaccinale». Insomma, l'immunità di gregge è a portata di mano. Peccato che, nel frattempo, la variante Delta - 50% più contagiosa del Covid originario - sia da tempo diventata prevalente in Italia e con il ritorno alla normalità delle attività (il 13 settembre iniziano le scuole) lo scenario pandemico è cambiato. Secondo gli scienziati del Comitato tecnico scientifico, quindi, meglio alzare l'asticella della copertura vaccinale. Ora il nuovo obiettivo è il 90% di vaccinati over 12. Da qui la necessità di accelerare sull'obbligo di green pass per spingere le persone a vaccinarsi. Nel caso non succedesse, l'introduzione a fine mese di un obbligo vaccinale si fa sempre più concreta.