Chiarezza. Serve chiarezza e rispetto. Continuiamo a dirlo. E coerenza. Questo è ciò che il Governo deve ai ristoratori. E, suggeriamo, se il Governo è “confuso” sul da farsi che chieda aiuto ai diretti interessati, coinvolgendo le associazioni di categoria, e quanto meno si preda “10 minuti” per pensare prima di fare cose avventate e affrettate. Che aggiungono danni su danni al settore. Oltre che, giustamente, a fare montare la rabbia a ristoratori e gestori fin troppo colpiti e bistrattati in questa pandemia.
Passaggio in giallo da lunedì. Ristoratori: illogico!
Perché tra errate comunicazioni e contrordini incomprensibili emanati del Governo non si contano più i disagi e la grande confusone generata tra gli addetti al settore. Ultimo in linea temporale, il passaggio delle regioni dall’arancione al giallo non più come ormai era consuetudine la domenica (in questo caso il 31 gennaio) ma il lunedì.
Passaggio in giallo da lunedì e non da domenica? Per i ristoratori illogico
Una scelta che, giustamente, ha fatto arrabbiare i
ristoratori increduli e che, come sottolinea il
Comitato tutela ristoranti Bologna, rivela una totale mancanza di attenzione e conoscenza delle tempistiche della ristorazione.
E proprio tale Comitato, formato da 72 società nel Bolognese che gestiscono 90 esercizi, tra nuove realtà e ristoranti storici, ha chiesto l’immediata
rettifica della data di entrata in vigore della ordinanza del ministero della Salute del 29 gennaio.
Ciò che lascia stupiti, come sottolineano i ristoratori, oltre alla
tardiva comunicazione (dopo che tra l’altro tutti gli organi di stampa avevano riportato fino a venerdì sera che il provvedimento sarebbe entrato in vigore a patire da domenica 31 gennaio) la sua
illogicità: perché se in passato tali ordinanze venivano emanate il venerdì per entrata in vigore la domenica successiva, ora non andrebbe più bene?
Il Governo non conosce le dinamiche di un ristoranteMa soprattutto denota, ancora una volta, la totale
ignoranza del Governo in materia di
gestione di un
ristorante che prima di riaprire la domenica acquista i prodotti già il venerdì così come procede alla pulizia e alla sanificazione di tutti gli ambienti, operazioni chiaramente non effettuabili il sabato per la domenica.
A ciò si aggiungono inevitabili
danni di
immagine e ulteriori disagi in quanto ogni ristoratore annuncia la riapertura domenicale attraverso i propri social network. Senza contare ora il
malumore per dover
annullare in un brevissimo arco di tempo le
prenotazioni ricevute.
Infondo, a questo punto, non è chiedere troppo ma semplicemente smettere di “sparare sulla Croce Rossa”: il giallo c’è perché continuare a fare del male a una categoria già in ginocchio, a maggior ragione perché, colpendo loro, si colpisce una tra le prime voci dell’economia del Paese.