Tutto dipende dalla crisi di Governo, ma se Conte dovesse trovare un appoggio in parlamento, e se mercoledì venisse approvato il nuovo scostamento di bilancio per un nuovo deficit di 32 miliardi di euro, forse, il condizionale è più che mai d’obbligo, forse si potrebbe avere l’ennesimo decreto ristori per sanare le perdite per le chiusure imposte a dicembre e per quelle di queste settimane. Il tutto con nuovi interventi di cassa integrazione che da fine marzo potrebbero arrivare a coprire altre settimane, anche se in realtà c’è tutto il capitolo licenziamenti su cui non si capisce cosa potrà succedere.
Si incrementa di poco l'aiuto ai pubblici esercizi
Dei 32 miliardi disponibili sembra che il Governo intenda destinarne 12-15 miliardi alle attività colpite dalle misure anti-pandemia, utilizzando però anche i 5,3 miliardi del fondo creato con “Ristori quater” a fine 2020. In pratica da 8 a 10 miliardi in più. E se fosse così da immaginare barricate nelle strade considerando che veramente sarebbero briciole rispetto all’entità di mancati incassi di bar e ristoranti che si trovano con montagne di costi fissi a cui la gran parte non sa più come fare fronte. Chi si illudeva sarà deluso e ancora una volta ci si troverà di fronte ad interventi non strutturali. Siamo all'ennesia partuta di giro, un vero gioco contabile per creare fumo e poco arrosto.
Rifinanziata la Cassa integrazione
Ci dovrebbe comunque essere anche un importante fondo per i dipendenti. Al rifinanziamento della Cig Covid, andrebbero 5,5 miliardi. In pratica, su questo terreno il nuovo decreto si trova a dover gestire anche l'eredità di una serie di spese extra, a partire da quella per gli ammortizzatori sociali, che sono state gonfiate dal perdurare della crisi economica e a cui in verità non si sa bene come fare fronte. Circa 2 miliardi sarebbero destinati agli enti territoriali, e un miliardo è in programma per il trasporto locale e le ferrovie, per cercare di porre rimedio a tutti i guai e ai mancati interventi per la sicurezza. Anche epr la riforma fiscale da tempo annunciata non si farà molto, visto che i 2,5 miliardi ipotizzati sono a copertura di mancate entrate fiscali ... A sanità, protezione civile e forze di polizia il resto dei finanziamenti da decidere.
Su tutto resta però l’incognita della crisi di Governo e del peggioramento della situazione economica. Il ministero dell’Economia comunica che il 2020 si dovrebbe chiudere con una flessione del Pil dell'8,8%, sotto al 9% indicato da osservatori internazionali e lontano dalla doppia cifra temuta da molti. In questo contesto, il debito si attesterebbe al 156,5%, un punto e mezzo in meno del 158% scritto nelle tabelle dell'ultimo programma di finanza pubblica, per salire al 158,5% quest'anno. Contando lo scostamento da 32 miliardi, l'1,8% del Pil, chiesto ora al Parlamento.
A far crescere quest'ultimo importo, rispetto ai programmi iniziali, che viaggiavano intorno ai 24 miliardi (1,5% del Pil), è stato l'arrivo delle nuove restrizioni anti-contagio, che aumentano l'esigenza di aiuti, come sta accadendo in tutta Europa.