Dopo l’audizione alla commissione Salute del Senato del 15 giugno, il mondo delle discoteche rappresentato da Asso Intrattenimento si prepara all’incontro con il sottosegretario Andrea Costa del 16 giugno. All’ordine del giorno, la presentazione del protocollo elaborato dai locali da ballo per la riapertura in sicurezza. Obiettivo: arrivare a calendarizzare un incontro con il Governo e il Comitato tecnico scientifico in cui validare le regole e le linee guida per far tornare a ballare i clienti. Anche perché «se il ballo è fonte di contagio, allora per quello che si vede in giro di questi tempi entro pochi giorni tutta l’Italia sarà da lockdown», afferma ironicamente Luciano Zanchi, presidente dell’associazione di categoria che fa parte Confindustria.
Discoteche riaperte dall'1 luglio? Il protocollo c'è, manca la decisione di Governo e Cts
Per riaprire le discoteche, serve un rigido controllo all'ingresso grazie al green pass
Il riferimento è ai numerosi fatti di cronaca in cui da più parti emerge come, con la bella stagione e una campagna vaccinale che sta finalmente dando i suoi frutti arrivando a coinvolgere anche le fasce più giovani della popolazione, sia
difficile “vietare” di divertirsi. Una constatazione che spinge ancor di più verso la riapertura dei locali, almeno quelli all’aperto, dopo che il 15 giugno sono ripartiti anche
i banchetti di matrimonio (in cui il tema del ballo si ripropone) e da inizio mese sono attive le palestre (con il caso di contagio da variante delta avvenuto a Milano che rilancia la necessità del green pass come strumento di controllo degli accessi – tesi da sempre sostenuta da Italia a Tavola) e i ristoranti hanno ripreso il servizio in sala.
Ma in che modo? «Essenzialmente la nostra proposta si basa sul controllo degli accessi. In discoteca si entra se si è in grado di dimostrare l’avvenuta vaccinazione, la guarigione dalla malattia o il risultato negativo di un tampone effettuato entro 48 ore prima l’ingresso nel locale.
Insomma, chiediamo il rispetto del green pass cosicché una volta entrati i clienti si trovino di fronte la discoteca che hanno sempre conosciuto senza mascherine né distanziamento», afferma Zanchi.
Secondo il protocollo di Asso Intrattenimento, nelle discoteche all'aperto la mascherina non servirà
Al chiuso mascherina sempre indossata, ma non in pista
Certo, questo vale per le strutture all’aperto.
Per quanto riguarda i locali al chiuso, invece, le
mascherine si dovranno tenere ogni qualvolta non è possibile mantenere il distanziamento di un metro: in fila al guardaroba o alla toilette, al bar per ordinare, in cassa, ecc.
Ma non in pista. «D’altronde il ballo può essere identificato come attività fisica, per la quale la mascherina non è obbligatoria. E sarebbe pure rischiosa. Soprattutto per la clientela un po’ più su con l’età che balla liscio, tango o sudamericano», ribadisce Zanchi.
«In attesa del certificato verde, puntiamo sull'autocertificazione individuale»
Tutto quasi logico, se
di fatto il green pass ancora non c’è. Sebbene tutti sappiano ormai come funziona,
manca la firma del presidente del Consiglio, Mario Draghi sul Dpcm che dovrebbe istituire ufficialmente il Digital green certificate (Dgc) che andrà poi a integrarsi con il sistema in vigore all’interno dell’Unione Europea dall’1 luglio.
Per le discoteche, quindi, tocca aspettare? «Non proprio. In questa fase transitoria abbiamo previsto di
utilizzare il sistema dell’autocertificazione che sarà compilata nella piena responsabilità del singolo individuo. Il documento va presentato all’ingresso del locale e conservato per un massimo di 14 giorni dai gestori così da permettere eventuali tracciamenti a fini sanitari», precisa Zanchi.
Aprire l'1 luglio? «Data troppo vicina per programmare qualcosa, ma da italiani ce la caveremo comunque»
Ora non resta che mettersi al tavolo e discutere. E sebbene l’incontro del 16 giungo non porterà ad alcuna decisione definitiva,
sarà un ulteriore tassello verso la normalizzazione dell’attività dei locali da ballo chiusi ormai da febbraio 2020.
Cosa che potrebbe avvenire l’1 luglio: «Una data vicinissima che non ci permetterebbe di programmare al meglio l’inizio della stagione.
Ma in quanto italiani, in caso, qualcosa riusciremo a inventarci», conclude Zanchi.
Il bollettino del 16 giugno
Sono 1.400 i
nuovi casi di coronavirus in Italia nelle ultime 24 ore rispetto ai 1.255 registrati nel bollettino precedente. I
decessi odierni sono 52. Per quanto riguarda i
tamponi, il totale di quelli effettuati tocca quota 203.173 per un
tasso di positività dello 0,7%.