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Dimezzati presenze e fatturato Focus turismo agli Stati generali

Oggi è il giorno del Turismo agli Stati generali dell'economia. Assoturismo si presenterà con le previsioni dell'estate: 12,8 milioni di turisti in meno, soprattutto stranieri, e perdite di ricavi per 3,2 miliardi.

 
18 giugno 2020 | 09:49

Dimezzati presenze e fatturato Focus turismo agli Stati generali

Oggi è il giorno del Turismo agli Stati generali dell'economia. Assoturismo si presenterà con le previsioni dell'estate: 12,8 milioni di turisti in meno, soprattutto stranieri, e perdite di ricavi per 3,2 miliardi.

18 giugno 2020 | 09:49
 

È arrivato il giorno del Turismo agli Stati generali dell'Economia. Quest'oggi le associazioni di categoria saranno faccia a faccia con il Governo per discutere sul presente, ma soprattutto sulle prospettive future del comparto. Le premesse sono tutt'altro che rosee: non sarà solo un’estate “difficile”, ma probabilmente la peggiore degli ultimi 20 anni. Meno turisti, fatturati dimezzati e decine di migliaia di posti di lavoro andati persi. Previsioni contenute in uno studio commissionato da Assoturismo Confesercenti che l’associazione porterà oggi al tavolo dell'Esecutivo, cui il Turismo è stato chiamato a partecipare, dopo che nei giorni scorsi la mancata convocazione aveva alimentato timori su una sua possibile esclusione.

Le prenotazioni in Italia scarseggiano I conti del Turismo al Governo Dimezzate presenze e fatturati

Le prenotazioni in Italia scarseggiano

I numeri sono impietosi e fotografano la percezione degli imprenditori che lavorano nel comparto dell’accoglienza: nonostante la riapertura della mobilità interna e il graduale ritorno dei turisti stranieri, le prenotazioni continuano a scarseggiare e si prevede un afflusso di turisti per i mesi estivi di 12,8 milioni di viaggiatori e 56 milioni di pernottamenti in meno rispetto all’estate 2019. Una brusca frenata che lascerà sul terreno oltre 3,2 miliardi di euro di fatturato, equamente divisi tra le attività extralberghiere (52%) e il comparto alberghiero (48%).

«Il calo era atteso, ma se continua così, sarà il crollo peggiore della storia del nostro turismo», commenta Vittorio Messina, presidente nazionale di Assoturismo Confesercenti. «Gli operatori non perdono la speranza, e chi può ha riaperto. I sostegni forniti al settore fino ad ora, però, sono stati inadeguati, sia per le imprese sia per i lavoratori».

Vittorio Messina - I conti del Turismo al Governo Dimezzate presenze e fatturati
Vittorio Messina

Dopo mesi di fermo e di incertezza, per il presidente dell’associazione serve ora una svolta: «Gli Stati generali, a cui partecipiamo oggi, siano un’occasione per affrontare la crisi», dice ancora Messina. «Bisogna intervenire per estendere e rendere meno burocratiche le richieste di cassa integrazione; proponiamo anche zone franche, con fiscalità di vantaggio per imprese e visitatori, per le mete che saranno più colpite dal calo dei flussi stranieri. Ma dobbiamo anche progettare il rilancio del settore, che vale il 13% del Pil ed è il biglietto da visita del nostro Paese nel mondo. Un rilancio basato sull’innovazione digitale e sulla revisione del tax credit ristrutturazioni, per rendere l’offerta ricettiva italiana più attraente e più in linea con le aspettative dei turisti».

A pesare sul bilancio dell’intero comparto sarà soprattutto il calo dei visitatori stranieri: sui 56 milioni di pernottamenti perduti, ben 43 milioni sono di turisti esteri che quest’anno non giungeranno nelle località del nostro Paese, con un crollo del 43,4% rispetto all’estate 2019, quasi un dimezzamento. La flessione sarà invece più contenuta per la domanda interna dei viaggiatori italiani (-11,6%).

La tendenza negativa interesserà tutte le aree, anche se gli andamenti peggiori sono stati segnalati dagli imprenditori del Nord Ovest (-32,9% di pernottamenti). Valori negativi più o meno omogenei sono attesi per il Nord Est (-28,7%) e il Centro (-25,8%), mentre meno pesante, ma comunque rilevante, sarà la riduzione per il Sud e le Isole (-19,3%). Analizzando le destinazioni italiane per tipologia, si ipotizza un calo delle presenze turistiche del -38,3% per le località lacustri e del -36% per quelle termali. La flessione si attesta al -34,3% per le città d’arte e d'affari, -31,4% per mete rurali e collinari, -21,8% per le località montane e -20,9% per quelle marine.

Alla riduzione della domanda corrisponderà anche un netto calo dell’offerta del settore ricettivo: saranno infatti circa 23mila le strutture che quest’estate non apriranno affatto, di cui 3mila nel comparto alberghiero. Molte altre - per ragioni di sostenibilità e di distanziamento sociale - hanno ridotto le disponibilità. Secondo le indicazioni ricevute, è prevedibile per l’estate 2020 una riduzione complessiva di 1,8 milioni di posti letto.

La riduzione concomitante della domanda e dell’offerta avrà anche un importante effetto occupazionale: si stima infatti che ad oggi siano oltre 82mila gli addetti (fissi e stagionali) del sistema ricettivo rimasti senza posto di lavoro, di cui solo una parte protetta dalle misure economiche messe in atto dal Governo. Il 66% degli addetti era attivo nel comparto extra alberghiero e il 34% nelle imprese alberghiere.

Le richieste di Federturismo
Questi numeri fanno subito capire quanto sia necessario un intervento sul sistema turismo. Esattamente quello che sta cercando di ottenere Federturismo Confindustria, al tavolo degli Stati Generali.

Marina Lalli - Dimezzati presenze e fatturato Focus turismo agli Stati generali
Marina Lalli

L'associazione interviene con decisione, forte di una situazione in cui è necessario rivedere l'intero settore colpito dal periodo d'emergenza, forte anche di un nuovo direttivo, guidato dalla neo-eletta presidente Marina Lalli. «Quello che vogliamo dire al Governo, quello che ci interessa, riguarda tanto il nostro ambito quanto tutto il Sistema Italia ed è secondo noi la priorità. Sburocratizzazione e ripensamento di tutto il sistema fiscale, due elementi senza i quali non è possibile nemmeno pensare ad un rilancio».

C'è la voglia di approfittare di una situazione di crisi per ripartire non per i prossimi mesi, ma per i prossimi 10-20 anni: «Cerchiamo un rilancio serio per l'immediato futuro che però, allo stesso tempo, ci traghetti verso i prossimi decenni di turismo nel nostro Paese. Dobbiamo ripensare al nostro modello di funzionamento per competere a livello globale. Perché è vero che tutto il settore turistico è cresciuto negli ultimi anni, ma lo ha fatto più lentamente rispetto ad altri Paesi dell'area Mediterranea».

Le richieste della FIPE
Sostegno economico immediato alle imprese e una nuova visione strategica per una ristorazione più forte e in grado di dare slancio al Paese. Queste le richieste della Fipe, la Federazione Italiana Pubblici Esercizi, oggi agli Stati Generali dell’Economia in corso a Villa Pamphilj.

Nel portare i bisogni e le aspettative dei pubblici esercizi, settore tra i più colpiti dall’emergenza sanitaria, la Federazione ha sollecitato sia provvedimenti d’emergenza, in grado di tamponare i problemi economico-finanziari e per impedire la chiusura di molte aziende, sia interventi strutturali e di visione per rilanciare il comparto. Tra i primi il rafforzamento dei provvedimenti di sostegno per le imprese, in modo particolare sui temi degli indennizzi per le ingenti perdite di fatturato, della liquidità per la quale si è risollecitata la tempestività e delle competenze professionali da preservare, con tutti gli strumenti di protezione sociale disponibili. I provvedimenti strutturali e di visione strategica del settore riguardano, invece, l’attivazione di politiche governative sulla Ristorazione e la filiera agroalimentare, coordinate ed unitarie, capaci di dare dignità istituzionale al settore.

«Oggi le competenze sulla Ristorazione sono frammentate su tre Ministeri - Sviluppo Economico, Agricoltura e Turismo - che hanno altre priorità settoriali con i danni che da tempo Fipe denuncia – scrive la Federazione in una nota – asimmetria di regole, concorrenza sleale, dequalificazione e despecializzazione professionale, sviluppo delle malattie cibo-alcol correlate; alcolismo, obesità, intolleranze e allergie alimentari; mala movida e infiltrazioni “malavitose”. C’è bisogno di una regia unica che sappia migliorare il settore nell’interesse anche del Paese, favorendo la sua trasformazione digitale, investendo sul suo capitale umano, rafforzando l’identità con elementi strategici per la filiera agroalimentare e turistica, rivedendo il sistema delle regole uniche per tutto il settore. Il settore disciplinato da una legge che ha trent’anni (Legge 287/1991), quando esisteva un altro mercato e altri modelli di consumo. La domanda è cambiata, i modelli di consumo si sono evoluti, il Paese ha bisogno, anche, di una Ristorazione forte per il suo rilancio».

Confindustria Alberghi insoddisfatta
Dal tavolo dei lavori è uscita insoddisfatta Confindustria Alberghi, che ha criticato il Governo per aver lasciato al Turismo solo un’ora di dibattito: «Questo non riflette l’attenzione che ci saremmo aspettati rispetto ad un settore che e indubbiamente il più colpito e che costituisce una delle componenti primarie dell’economia del Paese», spiega l’associazione in una nota.

Al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte Confindustria Alberghi ha sottolineato come sia necessario e imprescindibile definire un percorso ed una strategia per il rilancio, evidenziando come il settore alberghiero in Italia e il turismo in generale, siano ancora in una fase emergenziale.

«Le misure fino a qui varate dall’esecutivo non hanno portato gli effetti attesi e, anche quando correttamente indirizzati, come nel caso degli affitti o dell’IMU, sono troppo limitati e parziali – spiega l’Associazione in una nota – Abbiamo bisogno di misure che accompagnino le aziende almeno fino a tutto il 2020 e scelte coraggiose che aiutino il settore alla ripartenza. In primis un taglio al costo del lavoro per creare le condizioni per la riapertura e per riportare i lavoratori alla piena retribuzione. In prospettiva il settore ha bisogno di un profondo rinnovamento nel sistema delle regole che sono ormai ampiamente superate dalle nuove dinamiche del mercato».
 
«La competizione a livello internazionale è fortissima – sostiene Confindustria Alberghi – ma l’Italia ha una posizione di assoluta leadership che certamente alla fine di questo tragico periodo permetterà all’economia del turismo di ripartire. Dobbiamo accompagnare le aziende per permettere loro di sopravvivere in attesa della ripartenza ma oggi ribadiamo ancora una volta che la situazione è di assoluta gravità».

La posizione di Federalberghi
Dopo la presa di posizione del suo presidente per la mancata convocazione, arrivata poi a stretto giro di posta, oggi anche Federalberghi si è seduta al tavolo di lavoro del Governo negli Stati Generali dell’Economia: «C'è la necessità – ha detto il presidente Bernabò Bocca – di irrobustire le misure di sostegno previste dal decreto Rilancio, anche recependo con urgenza alcune misure previste dal Piano redatto dal Comitato degli esperti. Le nostre priorità spaziano dalla proroga della cassa integrazione alla riduzione del costo del lavoro per le imprese che ripartono, passando per le peculiarità delle imprese in affitto e per la riduzione della pressione fiscale sugli immobili strumentali, senza dimenticare le problematiche connesse alla riqualificazione delle strutture ricettive, alla concorrenza sleale esercitata delle centinaia di migliaia di appartamenti abusivi che inquinano il mercato ed all’abuso di potere dominante dei portali di prenotazione che vessano sistematicamente gli hotel».

Il compato agroalimentare
Turismo, ma anche i temi che riguardano il comparto agroalimentare nell’agenda di oggi degli Stati Generali dell’Economia. L’Alleanza delle Cooperative agroalimentari chiede una decisa accelerazione dei tempi per l’erogazione delle risorse, procedure semplificate e più snelle, una maggiore flessibilità che consenta di alleggerire il carico burocratico per le imprese.

Rispetto invece allo sviluppo a medio-lungo termine dell’agroalimentare, l’Alleanza ha sottolineato la necessità di recuperare il gap di competitività che ancora pesa su una parte delle nostre imprese. «Dobbiamo crescere, farci conoscere ed apprezzare ed aumentare le nostre esportazioni – ha dichiarato il presidente di Alleanza Cooperative Agroalimentari Giorgio Mercuri – Per far questo occorre una grande opera di innovazione del sistema agroalimentare italiano, che dovrà passare necessariamente attraverso le infrastrutture, fisiche e digitali».

Giorgio Mercuri - Dimezzati presenze e fatturato Focus turismo agli Stati generali
Giorgio Mercuri

«Non possiamo immaginare uno sviluppo del comparto se non verranno realizzati quegli interventi infrastrutturali che il mondo agricolo aspetta da anni – ha aggiunto – L’Italia, secondo quanto è emerso da un recente studio di Nomisma, è all’undicesimo posto tra i paesi dell'Unione europea per autostrade, aeroporti e reti ferroviarie, con una intensità di infrastrutture che è meno della metà rispetto ai Paesi Bassi, primi in classifica. Quanto all’utilizzo di internet, è purtroppo ancora poco diffuso nel Sud e nelle isole. Ci sono aziende che operano in zone del Paese in cui non arriva la fibra. Dobbiamo necessariamente recuperare il gap di infrastrutture materiali e immateriali per rendere competitive tutte le aziende, attraverso l’introduzione su vasta scala di tecnologie di nuova generazione e di reti innovative e con processi di sistema innovativi di Agricoltura 4.0 come la Blockchain».

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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