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La crisi porta il turismo indietro di 30 anni. Una patente ai vaccinati per viaggiare salverà il settore?

I dati di Confturismo-Confcommercio dicono che gli arrivi in Italia del 2020 sono stati paragonabili a quelli del 1990. Ma dalla Basilicata arriva la proposta: una patente vax per poter viaggiare.

di Federico Biffignandi
 
11 gennaio 2021 | 11:05

La crisi porta il turismo indietro di 30 anni. Una patente ai vaccinati per viaggiare salverà il settore?

I dati di Confturismo-Confcommercio dicono che gli arrivi in Italia del 2020 sono stati paragonabili a quelli del 1990. Ma dalla Basilicata arriva la proposta: una patente vax per poter viaggiare.

di Federico Biffignandi
11 gennaio 2021 | 11:05
 

Si è parlato di fondi economici, di sostegni “politici”, di rivoluzioni strutturali, di agevolazioni fiscali e di molto altro per far ripartire il turismo o comunque per evitare che le strutture ricettive morissero definitivamente. Ma ora la proposta degli albergatori sembra puntare tutto su una e una sola direzione: il vaccino. Anzi: un patentino per poter viaggiare che abbia, naturalmente, come premessa fondamentale l’essersi vaccinati.

Un passaporto vax per viaggiare? - La crisi porta il turismo a 30 anni fa Il vaccino ultima arma per salvarsi?

Un passaporto vax per viaggiare?

Dalla Basilicata la proposta più convinta
Sarà un’iniezione di fiducia e spinta per tornare a viaggiare? Chi si è esposto più di tutti in questo momento è la Confturismo-Confcommercio Basilicata che si ispira alla politica messa in atto da alcune compagnie aeree extra Ue le quali hanno previsto l’obbligo del vaccino per prenotare un volo. La Basilicata non è certo nuova a idee concrete (finalmente) per portare turisti nella propria regione ed essere anche di spunto per altre regioni: quest’estate infatti aveva promosso l’iniziativa “Basilicata vacanza free” che puntava a rassicurare i turisti in arrivo con strategie mirate sulla sicurezza nelle strutture e sul territorio.

Vaccino per il turismo, ma anche per i ristoranti
Un’idea quella del vaccino come passaporto per viaggiare che come Italia a Tavola abbiamo proposto proprio nei giorni scorsi, ampliando gli orizzonti e guardando anche ai ristoranti che potrebbero proprio puntare su questa modalità per tornare a lavorare e senza fermarsi ai clienti vaccinati, ma pretendendo la stessa tutela lungo tutta la filiera, dai fornitori ai dipendenti.

Michele Tropiano di Federalberghi-Confcommercio Basilicata non ha dubbi: «Bisogna fare sintesi fra tutti i consorzi turistici e le sigle degli operatori lucani con un paino di azioni concrete ed efficaci. Quanto al patentino per viaggiare che potrebbe essere rilasciato a chi abbia effettuato il vaccino, bisognerebbe seguire l’esempio di quelle compagnie aeree extra Ue che hanno previsto l’obbligo del vaccino per prenotare un viaggio. Iniziative come queste e come quella di Basilicata vacanza free sarebbero un ottimo aiuto per il settore del turismo, adesso che si inverte la tendenza».

Sale (poco) la voglia di viaggiare
La tendenza sta prendendo pieghe migliori con un italiano su quattro che intende concedersi tre giorni di ferie a febbraio, ma non sono numeri che tali da poter sorridere. Anche perché i dati di questo 2020 hanno riportato il settore indietro di 30 anni e il buco da colmare sarà profondo. Nell’anno della pandemia gli arrivi in Italia sono stati 78 milioni con 240 milioni di presenze turistiche in meno in Italia proprio a causa del Covid.

Circa il futuro un'indagine Swg fa emergere due scenari ben distinti. Il primo, spiega Confcommercio, «è quello a breve scadenza, Entro fine febbraio, 1 intervistato su 4 prevede di concedersi una pausa di massimo 3 giorni in Italia. Un'idea, più che un vero e proprio programma di vacanza, visto che, fra questi, il 72% non ha ancora scelto la destinazione né tanto meno prenotato, e la stragrande maggioranza delle preferenze si indirizzano verso seconde case di proprietà o di amici. Insomma, non è turismo».

Il secondo, osserva l'organizzazione delle imprese, «è quello delle previsioni a più lunga scadenza, dove gli italiani sembrano puntare a una vacanza di 3/7 giorni tra giugno e luglio, nel 28% dei casi, e di oltre 7 giorni tra luglio e settembre, per uno su due. Questo naturalmente a patto che l'epidemia torni davvero sotto controllo, non ci siano nuove ondate di contagi e il vaccino funzioni come si spera. Le località di mare le più gettonate Nel complesso, sono sempre le località di mare ad attrarre di più per i progetti di vacanze, soprattutto se di maggiore durata, mentre per quelle più brevi le città d'arte - soprattutto di Toscana, Lazio ed Emilia Romagna - scelte dal 17% degli intervistati, tornano finalmente a competere con la montagna: un guizzo di positività per la tipologia di destinazione più duramente colpita dalla crisi Covid».

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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