Il coprifuoco alle 22 sta stretto a tutti. Dai bar ai ristoranti, passando per il turismo, i cinema, i teatri e le forze politiche che sostengono il Governo di Mario Draghi. Lo stesso che, nell'ultimo decreto in vigore fino al 31 luglio, ha posto l'orario limite per attività economiche e spostamenti. Una decisione che ha scontentato tutti innescando un processo di revisione che potrebbe portare, almeno, a un'estensione alle 23 della libertà di circolazione. Soluzione quasi naturale vista la contestuale ripresa, per esempio, del servizio di ristorazione a cena che, in questo modo, non dovrebbe ridursi a un aperitivo rinforzato.
Draghi valuterà di spostare avanti il coprifuoco
Le tensioni politiche sul coprifuoco
A sbloccare la situazione, di fatto, l'asse Salvini-Renzi. Sul tema, in mattinata, si era infatti espresso
Matteo Renzi che, tramite la sua newsletter, aveva ripreso la proposta del governatore dell'Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini (allungamento almeno fino alle 23 della possibilità di circolare in zona gialla senza autocertificazione):
«Evitiamo la guerra degli orari, recuperiamo il buon senso e continuiamo sulla strada delle vaccinazioni e delle riaperture: dove si è vaccinato di più, da Israele agli Stati Uniti, già si è tornati a vivere. E lavoriamo insieme per l’Italia senza polemiche di parte», ha scritto il leader di Italia Viva.
Un'uscita che puntava a non lasciare al solo centro-destra la battaglia sugli orari di riapertura e ha sostanzialmento evitato un crack nella maggioranza. A livello politico, infatti, gli scogli sulla rotta del Governo erano già due. Da un lato,
la raccolta firme (che ha superato soglia 85mila) proposta dalla Lega; dall'altro,
l'ordine del giorno di Fratelli d'Italia che alla Camera ha presentato la richiesta di totale abolizione del coprifuoco (la cui discussione è slittata a data da destinarsi su un testo più "morbido" evitando così che il Governo potesse andare in minoranza). Due proposte molto simili che, con mezzi diversi, puntano a scardinare l'impianto cautelare che il Governo, con in testa il ministro della Salute Roberto Speranza, mantiene per abbattere le possibilità di contagio.
La posizione del Governo
Il Governo, da parte sua, ha già aperto alla
possibilità, a partire forse già da metà maggio, di una modifica dell'orario in cui scatta il coprifuoco. L'idea è quella di seguire il più possibile la curva dei contagi e allentare le restrizioni solo quando la situazione epidemiologica e quella vaccinale lo permetterà. D'altronde,
«nel momento in cui si decide di poter avviare la riapertura di alcune attività, soprattutto quelle serali, credo sia necessario spostare il limite del coprifuoco almeno alle 23. Quella del coprifuoco è una norma che non è nemmeno supportata e certificata da evidenze scientifiche e sanitarie. Il Paese ha bisogno di riprendersi le sue libertà, anche la cancellazione del coprifuoco. Pensiamo di cancellarlo con la collaborazione e il dialogo all'interno del Governo», ha affermato il sottosegretario all'Interno,
Nicola Molteni.
Sempre dal Governo, nei giorni scorsi, era arrivata anche
l'interpretazione sulla norma della ministra per gli Affari regionali, Mariastella Gelmini: «Voglio chiarire un punto, chi va a cena fuori può
stare tranquillamente seduto al tavolo fino alle 22 e poi, una volta uscito dal locale, far ritorno a casa senza alcun rischio di ricevere sanzioni».
Seppur prontamente smentita dal Viminale, l'uscita è stata indicativa sul dibattito interno alla maggioranza. E che dovrebbe, si spera presto, dare qualche frutto.
Il coprifuoco sta stretto a tutti ma rimane alle 22
Scienza e coprifuoco, un'alleanza "prudenziale"
Le
ragioni scientifiche di questa scelta, le aveva spigate
Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore di sanità e coordinatore del Cts: «Fissare un'ora di restrizione di movimento è una strategia prudenziale per mantenere una situazione di controllo dei contatti sociali che possono avvenire la sera ed essere connotati da un particolare profilo di rischio. Poi la decisione del governo potrà essere rivalutata nelle prossime settimane alla luce dell'evoluzione del quadro epidemiologico». Insomma, i margini di manovra per una revisione ci sono. Il problema è capire quando.
Tanto che
diversi scienziati in diverse parti del mondo hanno espresso pareri contrastanti sull'efficacia della misura. Non da ultima l'immunologa padovana
Anotnella Viola: «La chiusura alle 22, a fronte di un beneficio del tutto discutibile per i contagi, crea un danno enorme ai ristoratori. Chi sta pensando o si è organizzato con strutture all’aperto ha bisogno di fare due turni. Inoltre i ragazzi per eludere il problema dormiranno tutti insieme, con feste illegali notturne e questo è molto peggio». Su Facebook scrive che
«spostare il coprifuoco di 1 ora, alle 23, permetterebbe ai ristoratori di affrontare con maggiore fiducia la ripartenza. Così come aiuterebbe il mondo dello spettacolo, duramente colpito dalle restrizioni. E non cambierebbe invece nulla dal punto di vista dei contagi, a patto che continuino i controlli. Sono piccoli passi che vanno incontro alle esigenze di tante persone e che farebbero la differenza».
L'esempio di San Marino
Chi non ha perso tempo è la
Repubblica di San Marino. Sul Titano, infatti, il coprifuoco è stato abolito dopo che il piccolo Stato ha deciso di procedere a una vaccinazione a tappeto con il vaccino russo Sputnik. Dal 26 aprile, quindi, bar e ristoranti non hanno più limiti di orario e i clienti non sono costretti a cenare guardando l'orologio tra una portata e l'altra. Non solo, ma entro i prossimi giorni saranno stabiliti anche dei protocolli per le discoteche e le sale da ballo (all'aperto almeno). Dettagli che
piazzano San Marino in pole position in vista della stagione estiva 2021.
Il bollettino del 27 aprile
Raddoppiano i tamponi e risalgono oltre i 10 mila i positivi al coronavirus in Italia nelle ultime 24 ore, secondo i dati del ministero della Salute. Sono per l'esattezza 10.404. Sono invece 373 le vittime in un giorno. Sono invece 302.734 i tamponi molecolari e antigenici effettuati per un tasso di positività del 3,4%.