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Le chiusure per i ristoranti sono un suicidio assistito

Il ristoratore milanese Alfredo Zini contesta alla radice il sistema degli aiuti del Governo e parla di ristoratori stremati a cui le chiusure delle festiviità assesterebbero un colpo mortale.

 
28 novembre 2020 | 16:19

Le chiusure per i ristoranti sono un suicidio assistito

Il ristoratore milanese Alfredo Zini contesta alla radice il sistema degli aiuti del Governo e parla di ristoratori stremati a cui le chiusure delle festiviità assesterebbero un colpo mortale.

28 novembre 2020 | 16:19
 

BASTA SIAMO STREMATI, senza ulteriori aiuti la ristorazione muore questo il grido d’allarme e di dolore lanciato dagli imprenditori del mondo della Ristorazione e dell’HO.RE.CA. A farsene interprete, a Milano, Alfredo Zini, ristoratore in Milano da quattro generazioni e presidente del gruppo locali storico di Confcommercio, che ancora una volta si fa interprete del disagio Pubblici Esercizi e dei Ristoratori con una lettera aperta che di seguito riportiamo.

Le chiusure per i ristoranti sono un suicidio assistito

«Le misure economiche e di sostegno che il Governo, le Regioni e i Comuni che hanno preso fino ad oggi e che riguarda il settore dei ristoranti, bar, pizzerie, pasticcerie, discoteche, pub, gelaterie e locali serali - afferma Zini - sono insufficienti per non far fallire migliaia di imprese del settore e che al momento non stanno dando risposte per salvare attività che svolgono un ruolo sociale e promozionale del territorio. Noi imprenditori siamo STREMATI  perché nelle ultime settimane abbiamo sentito parlare di ristori bis, ter, quater, di sostegno, di bandi e di liquidità, ma al momento molti di Noi hanno ricevuto solo cartelle di pagamento dei tributi locali, F24 con versamento INPS,  che dovranno essere  pagate  nei prossimi giorni, certo un piccolo sconto è stato fatto dalle amministrazioni locali TARI e COSAP, ma non in maniera proporzionale alla perdita del fatturato e alla perdita dei posti a sedere dei locali (circa il 50% in meno), ci auguriamo che a breve  possano arrivare ulteriori denari a fondo perduto, per pagare utenze, fornitori e collaboratori che altrimenti non vedranno arrivare stipendi e tredicesime. Se questi aiuti non arriveranno molti di Noi saranno costretti a chiudere definitivamente.

Ad oggi le anticipazioni sul nuovo DPCM per le festività, non promettono nulla di buono per la categoria, la chiusura alle 18, anche se venisse attuata la zona Gialla in Lombardia e la chiusura obbligata nei giorni del Santo Natale, Santo Stefano e probabilmente per la cena del 31 dicembre, sarebbe l’epilogo finale di una sofferenza che sta portando le imprese ad un  SUICIDIO ASSISTISTO, da parte di chi ci governa a tutti i livelli amministrativi, per questo chiediamo di rivedere gli orari di chiusura così come le altre imprese del commercio al fine di garantire anche un servizio di ristoro per i consumatori che andranno a fare acquisti per i regali di Natale, rispettando tutte le prescrizioni imposte fino adesso.

Per ultimo, ma non meno importante segnaliamo che lo spostamento delle scadenze fiscali dei mesi precedenti non vengano accorpate  nei primi mesi dell’anno  2021, che altrimenti  non faranno altro che indebitare ancor di più le aziende che riusciranno a sopravvivere dopo questo periodo drammatico, in quanto così facendo ci ritroveremmo con i  vecchi pagamenti  da effettuare, i pagamenti  ordinari e in più ci sarà la ripresa dei pagamenti dei mutui che al momento sono sospesi, quindi una situazione insostenibile per molti».

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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