Il presidente dell’Associazione nazionale banqueting e catering (federata a Fipe-Confcommercio) aveva già lanciato l’allarme due mesi fa, con una lettera inviata al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte e ai ministri dell’Economia, dello Sviluppo economico e dei Beni culturali, nella quale spiegava la situazione di crisi in cui si trova l’intero comparto, essendo stato uno tra i primi a chiudere i battenti per il rischio legato agli assembramenti, e senz’altro l’ultimo a riprendere l’attività. Eventi pubblici e privati, convegni e convention aziendali sono stati infatti rinviati al 2021, col timore di riprendere le attività non prima della primavera.
Il settore catering è stato il primo a fermarsi e sarà l'ultimo a ripartire
La situazione
negli ultimi due mesi non è cambiata, da qui l’iniziativa del presidente di Anbc
Paolo Capurro di chiedere al Governo lo stato di crisi per il settore banqueting e catering. Un settore affine ma diverso da quello della ristorazione, che conta
oltre 2mila imprese, 100mila addetti e 2,2 miliardi di fatturato stimato. A chiedere lo stato di crisi, oltre ad Anbc, le principali organizzazioni sindacali dei lavoratori del turismo: Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil.
Una richiesta frutto della oggettiva e drammatica situazione che ha visto crollare di oltre l’80% il giro d’affari di un comparto che ha nell’incontro in presenza il proprio “core business” e che non ha all’orizzonte, a differenza delle altre attività, alcuna prospettiva di ripresa per tutto il 2020.«Il nostro mondo - ha dichiarato
Paolo Capurro - vive di eventi, eventi aziendali, convegni e congressi, cerimonie, matrimoni, premi, fiere. Tutte realtà che sono state cancellate e, nel migliore dei casi, riprogrammate per il 2021. Il fatturato delle nostre imprese è quasi azzerato e, anche nell’ipotesi che la pandemia finisca presto, non è ipotizzabile una ripresa a breve in quanto il nostro lavoro si basa su attività che sono state rinviate tutte in massa al 2021: gli eventi, benché ormai permessi e in massima sicurezza rispettando precise regole di distanziamento, non hanno richiesta da parte del mercato».
Paolo Capurro
Nel documento con il quale Anbc e le tre organizzazioni sindacali chiedono lo stato di crisi del settore si legge: «Le Parti ritengono di comune interesse e non più rinviabile un intervento normativo che riconosca lo stato di crisi del settore e, in conseguenza di ciò, al fine di consentire il mantenimento degli attuali livelli occupazionali, che sia garantito al settore un sistema organico di interventi specifici. A tal fine richiedono:
- Una proroga in continuità del Fondo Integrazione Salariale fino al 31 dicembre 2020 per il sostegno al reddito dei lavoratori, con rifinanziamento delle misure, con tempi di erogazione certi e rapidi;
- Interventi economici e fiscali - compresi interventi sul cuneo fiscale - volti a supportare la continuità dell’attività imprenditoriale, quale strategia fondamentale per consentire la conservazione del tessuto aziendale esistente e fattore determinante per mantenere nel tempo l’occupazione, anche dopo la fase emergenziale».
«
Confidiamo - ha concluso Capurro - che il 2021 possa essere l’anno di una ripresa, sia pura parziale e lenta, del nostro business, ma è fondamentale arrivare a fine 2020 con le imprese ancora in piedi. E questo, nelle condizioni attuali, non è immaginabile né per gli imprenditori né per i lavoratori».
Sempre nell’ambito della Federazione italiana pubblici esercizi, era intervenuta anche
Valentina Picca Bianchi, imprenditrice e rappresentante delle donne Fipe, nonché consigliera di Anbc, impegnata con il presidente Fipe Lino Stoppani a risollevare dalla crisi questa componente essenziale dell’economia dei servizi. Picca Bianchi durante il lockdown aveva avviato corsi di #cateringlife per la formazione sul campo di professionisti del settore.