Anche nelle zone arancioni e rosse gli alberghi continueranno a poter somministrare cibo agli ospiti per colazioni, pranzi e cene. Sembra lapalissiano dirlo, quasi verrebbe da dire che sia una notizia sciocca, scontata e invece subito dopo la firma dell’ultimo decreto gli albergatori si erano ritrovati spaesati proprio perché non sapevano se potevano continuare a dar da mangiare ai loro ospiti. La risposta, tardiva, ora è arrivata tramite le ormai attesissime faq che chiariscono le disposizioni di ordinanze e decreti.
Via alla ristorazione negli albergi in zona rossa
Nei giorni scorsi le proteste delle associazioniLe associazioni di categoria,
Confindustria Alberghi e
Federalberghi, avevano subito reagito male e con fermezza a questa mancanza di chiarimento arrivando a pensare – parole del presidente di Federalberghi,
Bernabò Bocca – che qualcuno stesse
tramando per portare gli alberghi alla chiusura.
Piccolo aiuto in un momento di crisiLa disposizione invece va incontro alle strutture che operano nelle
regioni a maggior rischio: una piccola nota positiva in un coro di stonate decisioni contro turismo e
ristorazione.
I clienti erano a rischio digiunoIl chiarimento fornito dal
Governo vale anche per gli
agriturismi che così potranno continuare ad ospitare clienti e dar loro da mangiare, valorizzando quindi i prodotti locali e sostenendo la filiera meno strutturata, ma caratteristica e motore dell’enogastronomia italiana. “Dar da mangiare” potrebbe essere anche inteso come un modo di dire poco consono per alberghi che spesso dispongono di
cucine di alto rango, ma il rischio era proprio che i clienti avessero una camera dove pernottare, ma nessun posto dove mangiare. L’unica soluzione era ordinare una
pizza d’asporto in
hotel.
Possibilità di asporto e deliveryLe
faq parlano proprio anche di delivery e di asporto. Specificando che i
ristoranti sono aperti solo per i clienti e che non hanno alcun limite di orario, si dice anche che l’albergo può avvalersi di un servizio di
domicilio o il
cliente può farlo in autonomia e in pieno diritto.