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Il Lugana Doc come wine destination: ecco come investire in enoturismo

Il progetto di wine destination presentato dal Consorzio nel convegno “Enoturismo tra identità locali, digitalizzazione e sostenibilità”. A sostenerlo aziende, istituzioni e pubblico

 
03 giugno 2023 | 17:31

Il Lugana Doc come wine destination: ecco come investire in enoturismo

Il progetto di wine destination presentato dal Consorzio nel convegno “Enoturismo tra identità locali, digitalizzazione e sostenibilità”. A sostenerlo aziende, istituzioni e pubblico

03 giugno 2023 | 17:31
 

Ormai si sa il vino è attrattiva per i viaggi. L’enoturismo cresce e piace, infatti, sempre di più. A confermarlo anche il convegno, che si è svolto lunedì 29 maggio all’Auditorium di Verona Fiere, “Enoturismo tra identità locali, digitalizzazione e sostenibilità” organizzato dal Consorzio Tutela Lugana Doc per promuovere la riflessione e il dibattito relativo al potenziale dell’enoturismo nella società odierna, specialmente in relazione a tematiche come digitalizzazione, sostenibilità ed identità locali. L’evento è stato realizzato con la collaborazione di Roberta Garibaldi, presidente dell’Associazione Italiana Turismo Enogastronomico, autrice riconosciuta nel panorama enologico internazionale e docente di Tourism Management presso l’Università degli Studi di Bergamo.

Il Lugana Doc come wine destination: ecco come investire in enoturismo

Il territorio del Lugana Doc come Wine destination

Al convegno sono intervenuti esperti del settore e rappresentanti di territori che stanno lavorando per implementare e promuovere l’offerta enoturistica: Fabio Zenato, presidente del Consorzio di Tutela Lugana Doc; Roberta Garibaldi, Associazione italiana turismo enogastronomico; Diana Isac, ceo and Founder Winerist; Elvira Bortolomiol, presidente del Consorzio di Tutela Conegliano Valdobbiadene Prosecco Docg; Bruno Bertero, direttore generale Ente Turismo Langhe Monferrato-Roero; Marta Cotarella, direttrice e Cofounder Intrecci Alta Formazione e Fabio Piccoli, direttore responsabile di Wine Meridian.

Lugana Doc è il progetto di Wine Destination

Quello che è emerso dal convegno è che il turismo del vino non è solo uno straordinario strumento economico a disposizione delle imprese del vino, ma anche uno dei migliori mezzi di comunicazione, senza filtri e barriere, che consente di fare conoscere il territorio e le aziende, nella modalità più autentica. Per questo motivo il Consorzio del Lugana Doc ha deciso di investire e farsi promotore nel corso del 2023 di un importante progetto di valorizzazione della denominazione come Wine Destination. L’articolato ed ambizioso progetto enoturistico, che ha coinvolto e coinvolgerà nel corso dell’anno aziende, istituzioni e pubblico finale con numerose attività di promozione, formazione e valorizzazione, è stato presentato nel corso del Convegno.

«Questo evento è nato per stimolare un’ampia riflessione sul turismo del vino, driver fondamentale per la nostra denominazione, come per molte altre doc italiane- ha detto Fabio Zenato, presidente del Consorzio del Lugana Doc - Per questo motivo abbiamo invitato territori a noi affini, che hanno già consolidate esperienze sull’enoturismo, ed esperti italiani ed internazionali, per avviare un dibattito su temi attuali molto importanti e che rappresentano i fondamenti per il futuro del mondo del vino».

«La filiera dell’enoturismo è un mondo fatto di mille opportunità – ha aggiunto Roberta Garibaldi - I dati ci dicono, però, che dobbiamo cogliere l’opportunità di colmare il gap tra interesse dell’enoturista e l’effettiva fruizione. Secondo i dati della European Travel Commission la food&wine experience è centrale nelle esperienze di viaggio di tutte le fasce di età, anche tra le nuove generazioni. La grande attenzione verso le esperienze di carattere gourmet, diffusa a livello internazionale, è un’importante sfida per il nostro Paese. Il turista enogastronomico è più attento alla sostenibilità rispetto al turista generico ed in quest’ottica le aziende che vogliono aderire a questo modello devono percorrere tutte le sue strade (etica, ambientale e sociale) e saperle comunicare. Dobbiamo coglierla e sviluppare proposte strutturate ed attrattive, ma anche azioni di sistema per favorire lo sviluppo enoturistico. Digitalizzazione, azioni per gestire i flussi, promozione internazionale e attenzione alla sostenibilità sono tutti i temi da affrontare per ottimizzare il grande poker d’assi che abbiamo in mano».

Per Elvira Bortolomiol, presidente del Consorzio Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg «La nostra esperienza ci vede coinvolti in un importante progetto che si chiama Wine Tourism Lab. Abbiamo coinvolto i player più significativi del territorio. Questo lavoro cospicuo nell’ambito dei tavoli di lavoro ha portato alla partenza del progetto, Wine Tourism Lab, che vede il Consorzio come coordinatore per arrivare ad un’unica mappatura del territorio e alla formazione verso le aziende, ma anche nel settore della ristorazione ed alberghiero con lo scopo di presentare al meglio il Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore che oggi è un simbolo di italianità e qualità».

Il Lugana Doc come wine destination: ecco come investire in enoturismo

Il vino è orami una garnde attrattiva per i turisti

Diana Isac, ceo e fondatrice di Winerist, marketplace di offerta enoturistica nel mondo, ha sottolineato che «ad oggi abbiamo molti strumenti a disposizione per implementare l’offerta enoturistica e la tecnologia ci viene in soccorso. Il nostro marketplace è la prova che si può creare una piattaforma dove proporre esperienze enoturistiche in più di 50 regioni vitivinicole, 136 destinazioni dall’India alla Puglia e più di 1000 esperienze. Il Covid ha contribuito a rendere il vino più accessibile, ha aumentato la voglia di viaggiare e scoprire i territori, specialmente tra le nuove generazioni, ed ha permesso una maggiore diversificazione dell’offerta dei prodotti di viaggio. Infine, i miei consigli per le aziende: lavorate per creare sinergie con partner strategici, semplificate perché il turismo del vino è un campo minato, puntate sul turismo culturale e sostenibile mettendo il consumatore al centro dell’esperienza».

Marta Cotarella, direttrice e cofondatrice di Intrecci Alta Formazione ha aggiunto che «Si è sempre pensato che quello dell’accoglienza non fosse un vero lavoro, ma una cosa che chiunque potesse fare. Al contrario, una figura professionale che si occupa di ospitalità deve avere molte conoscenze perché chi è in sala, nel caso dei ristoranti, vende quello che viene prodotto in cucina. Per questo motivo le giovani generazioni sono un po’ timorose di intraprendere questa professione, ma noi di Intrecci Alta Formazione cerchiamo di creare l’ambiente ideale per permetter loro di formarsi ed accrescere la loro professionalità».

Mentre per Fabio Piccoli, direttore responsabile di Wine Meridian «L’accoglienza è sempre stata considerata un’attività onerosa e dispendiosa, ma oggi è più che mai necessaria. Per questo dobbiamo ipotizzare un nuovo modello di aggregazione e network, che coinvolga le istituzioni nel supportare le aziende nel percorso di implementazione di questo ambito. Purtroppo, viviamo ancora in un’era in cui l’impresa è prodotto-centrica, ma ci dobbiamo rendere conto che il vino non è il principale driver del turismo, bensì uno dei fattori che fa muovere il consumatore per visitare i territori. Per questo le aziende sono chiamate a mettere l'ospite al centro della propria offerta ripensando a quello che il visitatore vuole e cerca».

Bruno Bertero, Ente Sviluppo Turistico Langhe e Monferrato ha aggiunto che «Per sviluppare una corretta strategia enoturistica occorre scegliere il nostro utente medio rispondendo alle classiche domande: da dove viene? Con cosa viaggia? Cosa cerca? Questo implica costruire un prodotto avendo una strategia ben precisa e per farlo ci vogliono le strutture adatte, come le Dmo (Destination Management Organization) territoriali o i destination manager, figure che oggi sono ancora molto scarse nel nostro sistema enoturistico, ma che potrebbero avere un ruolo determinante a livello strategico in futuro». Questo vuole essere l’inizio di un dibattito che sarà fondamentale implementare nel prossimo futuro per il successo della valorizzazione enoturistica del nostro Paese.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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