Non si chiede mai lo stipendio al primo colloquio, ci hanno insegnato. Sebbene, dopo naturalmente, le mansioni ecc., sapere subito la retribuzione è di primaria importanza, soprattutto di questi tempi. Bene, dunque, se a svelare il valore della tanto agognata busta paga sia proprio il futuro capo. E che stipendio, oltre che capo. Stiamo parlando di circa 90mila euro! Ad offrirli Phillip Frankland Lee, il famoso chef e imprenditore americano che ha guadagnato una stella Michelin con Sushi by Scratch Restaurants a Montecito (uno speakeasy con un bancone da otto posti nascosto all’interno di Woodley Proper, che oggi conta avamposti a Encino, Austin, Miami, Seattle e Chicago). Come tutti i ristoranti cerca personale per la sua nuova apertura a Montreal.
Il cuoco imprenditore Phillip Frankland Lee con i suoi dipendenti
Frankland Lee: «Stipendi alti e benefit per i miei dipendenti»
Ma, contrariamente a come aveva “suggerito” Alessandro Borghese (che invitava i giovani a lavorare gratis per fare la gaetta) Phillip Frankland Lee è chiaro: «Assumo professionisti e li pago come tali». Anche perché, sottolinea Frankland Lee, non è possibile avere vero successo se il personale non è felice! Per questo, oltre allo stipendio superiore alla media, il cuoco offre giusti versamenti previdenziali, assicurazione sanitaria, buoni pasto e ha in progetto di istituire un fondo per permettere ai dipendenti di pagare gli studi ai figli con meno fatica.
Un cuoco lungimirante, dunque, e fortunatamente non l’unico: a marzo il Gruppo Alajmo aveva firmato un contratto integrativo per il migliorare il welfare aziendale con stipendi più alti e tanti benefit per i dipendenti. Insomma un raggio di sole per la ristorazione tra i nuvoli neri per la mancanza di personale e per la crisi (vera o presunta) del fine dining, ristoranti famosissimi che chiudono (Noma, su tutti) e conti in rosso (vedi i 5 milioni di euro di debiti di Cracco)…