In occasione dell'Ihif di Berlino, Horwath Htl, azienda leader mondiale nella consulenza nel settore "Hotel, Tourism and Leisure", ha presentato la decima edizione del Report Hotels & Chains. Il rapporto fotografa in profondità il mercato italiano dell'ospitalità, con focus sullo sviluppo dei gruppi alberghieri in Italia. Realizzato in collaborazione con Confindustria Alberghi e l'Università Bocconi, pone l’accento sui principali indicatori del mercato, tra cui l'offerta alberghiera complessiva, gli hotel e le camere di catena/brand, le catene internazionali e nazionali, la dimensione media degli hotel, le stelle e il numero di brand di catene locali e indipendenti. Nello studio si analizzano anche le dinamiche turistiche dell’Italia e delle principali città d’arte, in termini di arrivi, pernottamenti e nuovi sviluppi alberghieri. E quello per l'Italia è un report assolutamente positivo, con una crescita importante in tutte le sfaccettature analizzate nel settore degli alberghi di catena.
L'hotel di catena Belmond a Portofino
Alberghi di catena, i dati del settore in Italia
Gli alberghi di catena sono cresciuti del 3.3% anno su anno, passando da 1.831 a 1.892, e ad oggi rappresentano il 5.5% del mercato. Le camere di hotel di catena, poi, hanno sfondato per la prima volta il muro delle 200mila unità (202.696) - costituendo così il 17.7% di tutte le camere di albergo in Italia. Il lease, locazione alberghiera, è il modello di business più utilizzato (42,4%) ed il 71.7% degli hotel di catena sono nei segmenti Upscale & Upper Upscale. Infine, Roma e Milano sono le destinazioni con un numero di hotel in apertura entro il 2025 più alto, rispettivamente 26 e 17 - con il 72% di questi, gestiti da gruppi internazionali.
Bacic (Horwath Htl): «L’Italia ha registrato una ripresa migliore previsioni»
Zoran Bacic, managing director di Horwath Htl e autore del report, ha spiegato: «L’Italia ha registrato una ripresa migliore previsioni, ed alcuni indicatori sono già superiori a quelli del 2019. Nonostante la crescita continua di prodotti brandizzati (3,3% anno su anno) dimostri un interesse degli investitori ad offrire contenuti alberghieri moderni, molto c’è ancora da fare per posizionare il sistema hospitality italiano sullo stesso livello dei nostri principali competitor». «L’analisi evidenzia il dinamismo del settore dopo lo stop forzoso determinato dal COVID. Un segnale importante tanto più nella prospettiva di medio lungo periodo. Se questi segnali saranno confermati, il contributo del settore alberghiero alla economia di questo paese potrà crescere ancora» ha infine sottolineato Maria Carmela Colaiacovo, presidente di Associazione Italiana Confindustria Alberghi.