Il maltempo ha spostato la festa del 1° maggio a tavola, dove anche se fave e pecorino sono un piatto quasi obbligato in diverse aree del centro Italia, la tradizione regionale può contare per la Festa del Lavoro su molti menu’ locali lungo la Penisola: dal pane cunzato della Sicilia alla frittata di maccaroni della Campania, dal caciocavallo impiccato con bruschetta della Basilicata alla piadina con lo squaquerone della romagna, dal pane e pecorino della Sardegna agli ovi e sparasi del Veneto e molto altro. E, come sempre a segnalare gusti e tendenze tradizionali è la Coldiretti che per l'occasione ha organizzato una rassegna sui menu tipici del primo maggio delle Regioni d’Italia che sono stati “apparecchiati” al Villaggio contadino sul lungomare Imperatore Augusto di Bari con decine di migliaia di persone provenienti dalle diverse regioni.
Una varietà di colori e sapori tra i quali spiccano, tra gli altri, la frittata di cipolla e salsiccia e nduja della Calabria, il timballo di pasta della Puglia, la pizza scima e i fiadoncini salati dell’Abruzzo, e ancora la torta agli erbi insieme a cantuccini e zuccherini della Toscana, fino ai peperoni in “bagna cauda” del Piemonte mentre la grigliata di carni locali primeggia lungo tutto lo Stivale.
Alcuni prodotti tipici in tavola il 1° maggio
I ringraziamenti dell'assessore lombardo a chi lavora nel turismo
Il 1° maggio è da sempre una festa all'insegna della convivialità e tutto il mondo dell'accoglienza è impegnato a garantire un buon risultato. Ed è ai lavoratori di questo settore che è andato un significativo ringraziamento da Barbara Mazzali, assessore a Turismo, marketing territoriale e moda della Regione Lombardia che ha ricordato come «c’è un mondo che fa parte delle mie deleghe, quello del Turismo, che in questa giornata non festeggia ma lavora. Da assessore li ringrazio perché tengono alto il valore dell'accoglienza e del lavoro, rendendo le nostre città lombarde sempre più attrattive - sottolinea Mazzali -. Oggi celebriamo un principio costituzionale di questa nazione, che si fonda sul lavoro, ma applaudiamo anche a coloro che oggi, per rendere ospitali le nostre mete turistiche, e quindi, anche per farci riposare e divertire, lavorano senza se e senza ma. A voi un 'doppio grazie'».
Dai romani per l'arrivo della primavera alla Chiesa con San Giuseppe, da sempre il 1° maggio è festa
Tornando alla festa ricordiamo che si tratta di una data importante anche per il calendario religioso visto che si festeggia infatti San Giuseppe artigiano, istituita nel 1955 da papa Pio XII con l’intenzione di dare al mondo del lavoro, che viveva problematiche nuove e di grande peso su tutta la società, un protettore e un modello. Ma fin dai tempi dell’Antica Roma era la giornata consacrata ai festeggiamenti per l’arrivo della primavera, quindi a tavola venivano onorate, con parenti e amici, tutte le primizie offerte dalla natura.
Le fave sono il piatto più tipico del 1° maggio fin dall'antichità
In particolare, le fave, considerate tra le altre cose afrodisiache, celebravano la dea Flora, protettrice della natura e della rinascita. Insieme al pecorino, rappresentano l’abbinamento irrinunciabile in molte regioni come Lazio, Marche, Umbria, Abruzzo e Molise. Le fave sono legumi ricchi di proteine, fibre, vitamine (A, B, C, K, E, PP) e sali minerali – ricorda la Coldiretti -, che ha una riconosciuta azione di drenaggio dell’apparato urinario e tra i legumi è il meno calorico: per 100 grammi di fave fresche l’apporto energetico è di sole 37 chilocalorie.
Fave
Per garantirsi qualità è utile accertarsi che il baccello delle fave sia turgido, di colore brillante e senza macchie, lucido e di forma regolare. Ad autenticarne la qualità e, in particolar modo, la freschezza, è lo schiocco che deve fare il baccello quando lo si spezza. Se l’idea di mangiare fave crude non convince si possono utilizzare per preparare un ottimo contorno sbollentandole qualche minuto, per poi ripassarle in padella con del cipollotto tagliato sottile e cubetti di pancetta e insaporendole con abbondanti scaglie di pecorino a fuoco spento.
Con le fave il formaggio preferito è il Pecorino romano
A proposito del celebre formaggio, la scelta per l’abbinamento con le fave può essere soggettiva, ma i preferiti sono il pecorino romano “con la goccia” o quello semistagionato da tavola, meno saporito ma più dolce al palato.
Cuochi contadini di Coldiretti al lavoro il 1° maggio
Acquistare formaggio Made in Italy è importante – prosegue Coldiretti - anche per sostenere la sopravvivenza dei 60mila pastori duramente colpiti dai rincari dei costi. A rischio c’è un mestiere ricco di tradizione molto duro che garantisce la salvaguardia di ben 38 razze a vantaggio della biodiversità e che si prende cura di circa 6 milioni di pecore da nord a sud anche attraverso tradizioni millenarie come la transumanza, che è stata proclamata patrimonio culturale immateriale dell’umanità l’11 dicembre 2019.
Pecorino romano
Il 1° maggio si festeggia anche negli agriturismi
Molte delle oltre 25mila aziende agrituristiche presenti in Italia – sottolinea la Coldiretti – si sono attrezzate per il 1°maggiio con l’offerta di alloggio e di pasti completi ma anche di colazioni al sacco o con la semplice messa a disposizione di spazi per roulotte e camper per rispettare le esigenze di indipendenza di chi ama prepararsi da mangiare in piena autonomia ricorrendo eventualmente solo all’acquisto dei prodotti aziendali di Campagna Amica.