Troppi turisti. In Italia l’overturism sta mettendo a dura prova le mete più ambite dai visitatori e la pazienza degli abitanti che in questi luoghi abitano. La rinascita e la crescita del settore post-pandemia era auspicata ma la situazione ultimamente sembra fuori controllo come accaduto in diversi luoghi – dal Lago di Como, al Lago di Garda, fino alle Cinque Terre in Liguria - in occasione dell’ultimo ponte pasquale. Ma, mentre in diversi tavoli si discute da tempo su quali provvedimenti prendere, la Provincia autonoma di Bolzano fa da sé, e decide che in Alto Adige i posti letto sono a numero chiuso: è infatti, passata la prima delibera proposta dall’assessore al Turismo Arnold Schuler che ha messo dei paletti chiari ai turisti con l’obiettivo di salvaguardare il patrimonio naturalistico e culturale del territorio, migliorare la qualità dei servizi offerti ai turisti e al tempo stesso tutelare i cittadini.
I punti chiave:
- Decisione unica in Italia, non più di 34 milioni di pernottamenti in Alto Adige
- La decisione dell'Alto Adige opposta a quanto già annunciato dal ministro Santanchè
- In Südtirol già provvedimenti restrittivi all'Alpe di Siusi e al Lago di Braies
- Stop a nuovi posti letto in Alto Adige
Bellissima vista di Ortisei (BZ) in Val Gardena
La nuova delibera della Provincia autonoma, che gode dunque di maggiore indipendenza nello svolgere le sue funzioni anche in termini di capacità decisionali, impone un massimo di 239.088 posti letto turistici in tutto l’Alto Adige - cartina alla mano, mezza regione -, a questo viene affiancato al divieto per i residenti di creare nuovi affittacamere o mettere a disposizione nuovi posti letto in case private. «Ci siamo accorti che il nostro territorio, la nostra comunità e le nostre risorse come acqua ed energia erano arrivate a un livello di sfruttamento che non doveva e poteva più essere superato – spiega l’assessore Schuler – così con una delibera abbiamo deciso di introdurre un limite massimo di pernottamenti».
L’assessore al Turismo della Provincia autonoma di Bolzano, Arnold Schuler
Decisione unica in Italia, non più di 34 milioni di pernottamenti in Alto Adige
A riguardo, l’assessore ha poi aggiunto che «il tetto è stato fissato in 34 milioni di pernottamenti», soglia che equivale al «numero di presenza turistiche registrate in Alto Adige nel 2019». Per l’assessore la decisione presa dalla provincia autonoma di Bolzano rappresenta una svolta «unica in Italia ma forse anche a livello europeo».
I sentieri sulle montagne dell'Alto Adige sono molto frequentati durante la stagione estiva
«Abbiamo fissato dei limiti massimi come la somma di tutte le opportunità di pernottamento – ha dettagliato ancora l’assessore Arnold Schuler – il numero dei posti letto per ogni singolo comune, salvo diritti già acquisiti, non può più essere aumentato. Entro il mese di giugno terminerà la registrazione di tutte le strutture presenti sul nostro territorio. Ci sono state diverse discussioni con molti operatori e con alcuni amministratori comunali – ha ammesso l’assessore – ma alla fine la maggior parte dei nostri concittadini ha accolto questa limitazione con favore. In questo modo il turista starà meglio, avrà un’offerta di qualità e staranno meglio anche i residenti».
Non ci sarà comunque nessuna limitazione per i visitatori che sono interessati a trascorrere una giornata in Alto Adige senza pernottare.
La misura è stata accolta in modo positivo dagli operatori del settore sebbene non siano mancati alcuni malumori, «La maggior parte - commenta Schuler - è convinta che questa è una decisione utile e importante».
La decisione dell'Alto Adige opposta a quanto già annunciato dal ministro Santanchè
La decisione presa dalla Provincia di Bolzano si scontra però su quanto affermato dal ministro del Turismo Daniela Santanchè a inizio settimana: «Io non credo nel numero chiuso per l’accesso ai centri storici», che sull’overtourism aveva spiegato: «un problema globale, le persone che si muovono stanno aumentando in maniera esponenziale. E le località da visitare in Europa sono più o meno sempre le stesse. Si è sempre pensato al numero di teste per dare i dati del turismo, oggi dobbiamo pensare invece alla spesa media di ogni visitatore. E su questo i nostri numeri sono più bassi di altri paesi europei. Ecco perché dico che bisogna alzare l’asticella, lo standard dei servizi», così si era espressa Santanchè dopo il boom di turisti registrato nel ponte pasquale.
La misura adottata in Alto Adige, territorio di confine che si sente più tedesco che italiano, va esattamente in direzione opposta, nonostante le parole del ministro: «Ogni regione, ogni zona, ogni territorio, ha le sue particolarità, anche noi, non soltanto per la nostra storia», spiega Schuler, che motiva la decisione evidenziando come: «Soprattutto perchè negli ultimi anni abbiamo registrato un record di presenze dopo l'altro, a un certo punto diventa rischioso, troppo anche per la popolazione altoatesina. per questo abbiamo adottato questa misura per quello che è necessario per il nostro territorio, ognuno deve fare quello che è giusto per la sua realtà», replica l'assessore.
In Südtirol già provvedimenti restrittivi all'Alpe di Siusi e al Lago di Breies
La delibera appena approvata non è la prima misura presa in ambito turistico per salvaguardare il territorio: già ad accesso limitato l’Alpe di Siusi, l’altopiano più vasto d’Europa parte del patrimonio Unesco delle Dolomiti, dove l’unica strada è chiusa al traffico privato dalle ore 9 alle ore 17, a meno che non si sia prenotato un soggiorno in una delle strutture presenti, da raggiungere esclusivamente tramite il bus navetta o la cabinovia. Numero chiuso con prenotazione obbligatoria, per accedere al Lago di Braies, negli ultimi anni preso d’assalto per via della sua apparizione nella serie tv Rai “A un passo dal cielo”: l’obiettivo del tetto è quello di contenere i visitatori giornalieri entro le 5.500 unità.
Il Lago di Breies visitabile con prenotazione obbligatoria
Stop a nuovi posti letto in Alto Adige
La decisione presa dalla Provincia autonoma di Bolzano vuole affrontare con interventi concreti i problemi generati dal turismo di massa e la proliferazione incontrollata degli affitti brevi che hanno aggravato la crisi abitativa di molte città. A riguardo, sempre il ministro Santanchè aveva spiegato: «Questo è un reale problema, c’è un far west. Le poche regole esistenti non vengono applicate. Serve una regolamentazione vera e stiamo anche aspettando ciò che elaborerà l’Europa. Ho attivato un tavolo con tutte le associazioni di categoria, ascoltando le varie istanze, e andremo a definire nuove regole».
Stop dunque alla realizzazione di nuovi affittacamere o posti letto finora non conteggiati. Nel caso di chiusura di alberghi, b&b o altre strutture presenti nel censimento, i posti che si renderanno liberi saranno restituiti al Comune che riassegnerà i posti letto a chi ne farà richiesta, mantenendo lo stesso tetto massimo deciso all'inizio.