Dopo l’arresto di Matteo Messina Denaro, latitante da 30 anni, lo scorso 16 gennaio a Palermo, un altro nome legato alla criminalità organizzata è finito in manette ieri, giovedì 2 febbraio: i carabinieri hanno infatti, arrestato a Sant'Etienne, in Francia, Edgardo Greco, 63 anni, latitante dal 2006 per un duplice omicidio di 'ndrangheta avvenuto a Cosenza nel 1991 per il quale era stato condannato all'ergastolo. L’uomo lavorava come pizzaiolo in un locale della cittadina francese.
Edgardo Greco, presunto esponente della ‘ndrangheta arrestato dai carabinieri di Cosenza
L’arresto del pizzaiolo 'ndranghetista
A carico di Greco pendeva un mandato d'arresto europeo emesso dalla Procura generale di Catanzaro, l’uomo è stato individuato ed arrestato dai militari del Reparto operativo di Cosenza nell'ambito di un'attività investigativa coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro.
Da quanto ricostruito, il latitante faceva il pizzaiolo da almeno tre anni in un locale di Sant'Etienne, dove si era stabilito dal 2014.
La latitanza durata 17 anni
Edgardo Greco, presunto esponente della 'ndrangheta è stato arrestato dai carabinieri di Cosenza nella città francese dopo 17 anni di latitanza. Il duplice omicidio per il quale era ricercato Greco è quello dei fratelli Stefano e Giuseppe Bartolomeo, uccisi a Cosenza il 5 gennaio del 1991. I fratelli Bartolomeo furono massacrati a colpi di spranga all'interno di una pescheria. I loro cadaveri, che all'epoca furono fatti sparire, non sono mai stati trovati.
Greco è accusato anche del tentato omicidio di Emiliano Mosciaro, avvenuto sempre a Cosenza il 21 luglio del 1991. Sia il duplice omicidio che il tentato omicidio contestati a Greco rientrano nella "guerra di mafia" che si scatenò nei primi anni '90 a Cosenza tra le cosche "Pino-Sena" e "Perna-Pranno". A carico di Greco pendeva inoltre un ordine di carcerazione emesso dalla Procura generale di Catanzaro nel 2014 in relazione alla condanna all'ergastolo comminatagli per l'omicidio dei fratelli Bartolomeo. I carabinieri che hanno eseguito l'arresto di Edgardo Greco hanno lavorato, nella fase finale dell'operazione, insieme al personale delle unità catturandi italiana e francese e dell'Unità I-Can dello Scip del Ministero dell'Interno.
Il ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi
Il lavoro incessante delle forze dell’ordine
«Incessante l'attività delle forze dell'ordine, impegnate silenziosamente giorno dopo giorno, in Italia e all'estero, in un lavoro continuo a presidio della sicurezza dei cittadini». Così il ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, commenta la notizia della cattura del latitante di 'ndrangheta Edgardo Greco, condannato all'ergastolo e irreperibile dal 2006, arrestato dalla polizia francese grazie agli elementi emersi da indagini realizzate dall'Arma dei carabinieri e condivise fra i partner di altri paesi grazie al progetto I-CAN (Interpol Cooperation Against 'Ndrangheta). «Grande soddisfazione per questa rilevante operazione realizzata anche grazie alle importanti sinergie sviluppate nell'ambito di una rete di cooperazione internazionale fra le forze di polizia. Proseguono gli arresti di pericolosi latitanti - ha sottolineato il titolare del Viminale - a dimostrazione che la forte azione di contrasto dello Stato contro ogni forma di criminalità organizzata non subisce mai battute d'arresto, e procederà sempre determinata».
Impegno nel contrasto alla criminalità organizzata
La cattura di Greco «Sottolinea il grande impegno che in questo momento lo Stato sta dispiegando nel contrasto ad ogni forma di criminalità organizzata». Lo afferma in una nota Roberto Occhiuto, presidente della Regione Calabria. «Non posso che esprimere soddisfazione - aggiunge Occhiuto - per questa brillante operazione internazionale, a cui hanno dato un grande contributo i carabinieri di Cosenza, che hanno condotto le indagini, coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro. A loro rivolgo il mio personale apprezzamento, quello della Regione che governo, e soprattutto la gratitudine dei calabresi, che aspirano a un futuro sempre più libero da ogni condizionamento mafioso».