Bagni unisex nei locali: sono sempre di più i paesi che si stanno muovendo in questo senso con servizi igienici “unificati” per entrambi i sessi nel nome di una sempre meno necessaria e richiesta distinzione tra generi. Questa tendenza oggi, è riscontrabile anche in Italia? A sentire gli addetti ai lavori tenuti a rispettare – è bene ricordarlo – delle regole chiare sulla realizzazione dei bagni negli esercizi pubblici, non ci sarebbero problemi nel passare al bagno gender neutral, le uniche perplessità semmai starebbero nella questione molto pragmatica della pulizia e dell’igiene. In Italia, intanto, qualcosa si sta muovendo verso soluzioni senza distinzioni di sesso, tanto che sono in corso delle sperimentazioni nelle scuole con bagni unici per gli studenti, ma nella ristorazione questo non starebbe ancora avvenendo.
L'ipotesi: non distinguere più i bagni tra uomo e donna
Unisex sì o no
I bagni di un locale, sia esso un ristorante o una discoteca, di fatto non sono cosa a sé, tanto che c’è chi pensa che il “bagno esprime la vera anima del locale”. Deve essere infatti uno spazio in linea con tutti gli ambienti nella sua progettazione e architettura. Ciò che si trova nei bagni esprime l’anima dei titolari, esistono toilette che offrono prodotti per l’igiene personale o per la cura dei bebè gratuiti, altri sono più essenziali, altri ancora offrono - ad esempio - tecnologie in grado di distribuire in modo automatico prodotti per la pulizia con fragranze diverse. Resta un ambiente che non deve essere secondo per importanza per i titolari degli esercizi, ma deve avere sempre la giusta considerazione.
Proprio la questione pulizia ed igiene è emersa dalle parole degli esercenti, tema che evidentemente incide sulla routine lavorativa in modo importante, tanto da ritenere necessaria una distinzione tra toilettes.
Il nuovo che avanza e una separazione figlia di vecchi usi, è invece l’opinione condivisa tra chi non troverebbe limiti a trasformare i bagni uomo o donna in bagni no gender, secondo le parole degli addetti ai lavori che si sono espressi sul tema. Diverse le opinioni raccolte che possiamo sintetizzare nei passaggi più significativi di alcuni di loro, prima però, per capire meglio perchè nonostante le intenzioni i bagni restino separati uomo-donna, è bene fare il punto sulla regolamentazione vigente che mette paletti chiari sul tema e che dovrà essere modificata prima di poter trasformare le toilettes per maschi e per femmine in unisex.
La normativa in Italia
Nel Bel Paese, nel settore ristorazione esistono già locali con bagni unisex, questo in realtà non per scelta ma perché previsto e concesso dalle normative vigenti. Innanzitutto, infatti, è bene capire cosa prevedono le normative a riguardo: le toilettes sono obbligatorie in tutti gli esercizi che prevedono un’attività di somministrazione di alimenti e bevande, quindi bar, ristoranti, pizzerie e tutte le attività che prevedono una sosta e in base alla capienza - ai numeri di posti al tavolo (al termine dell'articolo il dettaglio) - viene definito il numero necessario di bagni, per uomo, donna e disabili; in casi particolari possono esserci deroghe, ma solo per motivi sui quali si esprimerà l'Asl di competenza comunale. Le toilettes Non sono obbligatorie, invece, per quei locali come pizzerie d’asporto o gelaterie dove c’è un consumo immediato o l’asporto del prodotto. In questi casi, però, non deve essere previsto un servizio ai tavoli.
Dalle norme alle opinioni degli addetti ai lavori
Chiarito che il bagno in un locale in Italia non può essere distinto o meno a piacimento, il tema delle toilettes no gender sta richiedendo sempre più attenzione in Europa - alcuni cantoni svizzeri da tempo hanno già ottenuto il nulla osta per servizi gender fluid - ma anche in America.
Sentendo i titolari di ristoranti, bar e discoteche, le opinioni a riguardo nulla avrebbero contro il bagno unico, semmai le perplessità riscontrate sarebbero legate a una questione di pulizia.
Tra le voci d’accordo all’idea di non distinguere più i bagni in base al sesso, senza se e senza ma, lo chef Fabio Silva del ristorante Derby Grill di Monza «Sono totalmente a favore al bagno unisex, sicuramente può andare molte bene – spiega -. Non ho nulla contro l’emancipazione».
La questione del bagno unisex, infatti, oltre ad un risvolto pratico ha intrinsecamente in sé un aspetto morale ed etico, con la sostituzione dell’idea di distinzione netta tra uomo e donna, con quella immagine gender fluid che vorrebbe abbattute tutte quelle barriere che indicano una separazione tra i generi. Un dibattito aperto che spesso vede scontrarsi correnti di pensiero molto differenti, a volte ritenute moraliste, altre l’esatto contrario.
Bagni distinti in modo tradizionale, abitudine da superare?
«In democrazia possono coesistere entrambe le opinioni – commenta Laila Gramaglia, sommelier e titolare del Ristorante President di Pompei (NA) -. Nella libertà e nel rispetto di chi è più open mind, di mente più aperta, bisogna essere rispettosi anche di chi la pensa diversamente». Gramaglia porta in primis l’esempio del suo ristorante dove l’accesso alla zona bagni avviene attraverso una unica porta: «La nostra toilette -sottolinea - ha un ingresso unico dove accoglie liberamente signori e signore, poi all’interno c’è una libera scelta: è indicato in maniera tradizionale il bagno per signore e il bagno per signori, gli ospiti possono scegliere liberamente in quale recarsi».
Sul tema la titolare del President ha le idee chiare: «Riguardo ai bagni unisex non ci stiamo inventando nulla: se il locale deve essere un centro di accoglienza, allo stesso modo come quando accogliamo a casa un nostro amico lo portiamo nel bagno degli ospiti, senza differenze, allo stesso modo in un ristorante non serve distinguere, questo è stato fatto ed erroneamente etichettato in passato. Accogliere un ospite -conclude Laila Gramaglia - non implica una distinzione, è senza etichette».
Da sinistra: Fabio Silva, Laila Gramaglia, Marco Sacco
Il bagno unico: è questione di pulizia
Di parere diverso, ma per motivi estremamente pratici, lo chef Marco Sacco del Piccolo Lago di Verbania e Carmen Sannino del bar e Pasticceria Celestina di Pollena Trocchia (NA)
«Non è una questione di genere ma di igiene», sottolinea lo chef del ristorante piemontese, che spiega: «Di genere va bene tutto, ognuno fa quello che vuole come a un tavolo ci sono uomini e donne e generi diversi, in un bagno igienicamente è meglio di no. Penso – conclude - che sia una questione d’igiene tenere separati i bagni da uomo e da donna». Scendendo lungo lo Stivale, è di opinione molto simile la titolare partenopea: «Lascerei così i bagni divisi: uomo e donna», all’origine di una posizione così chiara una evidenza difficilmente contestabile: «Il bagno delle donne è sempre più pulito» rimarca Sannino che aggiunge: «Nessun problema di distinzione di genere ma di pulizia: per me è una questione di pulizia».
Bagni unisex nelle discoteche? possibile
I bagni unisex che si stanno facendo largo oltreconfine potrebbero trovare - col tempo - approvazione anche in Italia, e tra le realtà più aperte ai cambiamenti e più veloci a far proprie novità e tendenze ci sono i locali da ballo- Le discoteche sono storicamente l’avanguardia di nuove correnti grazie anche al pubblico giovane più aperto ai cambiamenti. Comparto per antonomasia in costante divenire, vocato alla trasformazione: «Al momento non ci risultano bagni unisex all’interno dei locali da ballo nostri associati – commenta Maurizio Pasca, presidente dell’Associazione italiana imprese di intrattenimento da ballo e spettacolo SILB – Fipe – ma non ci stupirebbe se ne nascessero. Viviamo in un’epoca di cambiamenti continui, in cui le imprese che lavorano per intrattenere il pubblico come le nostre spesso sposano le tendenze dilaganti come, ancor più spesso, ne creano di nuove», conclude Pasca che esprime così il pensiero comune del comparto che dirige.
Le regole
Nei casi obbligatori, i bagni devono essere sempre due e distinti per sesso, più il bagno per i disabili che può essere integrato già a un bagno esistente (solitamente quello delle donne).
Esistono dei parametri di riferimento per i servizi igienici in base alla capienza del locale:
30 posti tavola: n. 1 toilette
50 posti tavola: n. 1 toilette per donne ed 1 toilette per uomini
100 posti tavola: n. 2 toilette per donne e 2 toilette per uomini
150 posti tavola: n. 3 toilette per donne e 3 toilette per uomini.
Per gli esercizi con ulteriore capacità, va aggiunto 1 servizio igienico ogni 50 ulteriori posti.
Va specificato che, nei centri storici, sono concesse deroghe alla normativa sui bagni nei locali pubblici che variano in base al Comune; non solo, la normativa generale sui bagni pubblici può cambiare in base al regolamento del Comune ed è quindi sempre indicato contattare l’ASL della propria città per avere informazioni più dettagliate. La possibilità di bagni unisex in Italia è al momento soggetta al rispetto di queste regole.