Più che rosee le previsioni per il comparto turistico nel 2023, così positive che potrebbero sancire definitivamente l’avvenuta ripresa anche con il sorpasso dei numeri pre pandemici del 2019, anno record per il settore con 436,74 milioni di notti trascorse (+1,8% rispetto al 2018) e 131,38 milioni di turisti (+2,6% rispetto al 2018). Un atteso boom di presenze che può contare anche su uno zoccolo duro di turisti fedeli che non appena può torna a trascorrere le vacanze nel Bel Paese, attirato dal mare -Sardegna, Puglia e Sicilia in primis -, dalla bellezza delle città d’arte e dalla natura.
Il mare cristallino della Sardegna
L’Italia non basta mai
Italia che non basta mai. Crescono le prenotazioni nel Bel Paese, le richieste di preventivo registrate segnano un +43% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, le prenotazioni per le spiagge salgono del 43% e la spesa media sale del 14% e sfiora i 2mila euro a famiglia (dati rilevati da AllTours e da Making Science). Numeri in crescita anche secondo l’indagine Enit su 5.004 viaggiatori intervistati, presentato alla Bit di Milano. Il sondaggio rivela il livello di stima che i visitatori hanno per l’Italia anticipando flussi e tendenze 2023. La ricerca riguarda 12 Stati e 500 turisti potenziali per Paese coinvolto: Austria, Francia, Germania, Inghilterra, Olanda, Polonia, Spagna, Svezia, Svizzera e USA (NY e Miami).
Un turista su 5 in Italia tre volte in 5 anni
Almeno il 20% di chi è stato in Italia negli ultimi 5 anni afferma di esserci stato almeno tre volte. In Austria e in Svizzera questa quota sale oltre il 30% mentre gli svedesi sono indietro per interesse tra i viaggiatori verso le destinazioni italiane, anche in termini di frequenza di visite. Ad incidere soprattutto il fattore lontananza. Lo stile italiano è l’aspetto rimasto maggiormente impresso nei ricordi degli intervistati (43,4% dei casi), a seguire le bellezze naturalistiche e il patrimonio culturale (rispettivamente 38,9% e 32,8%).
L’Italian lifestyle vince sul lusso, ma l’alta gamma cresce (e investe)
Ciò che invece non ha particolarmente stupito gli intervistati per Enit, sono i prodotti di lusso: secondo le voci raccolte lo stile di vita italiano batte e resta impresso più dei beni d’alta gamma, e diventa primo propulsore per tornare ancora in Italia. Certamente l’italian lifestyle è da sempre apprezzato dagli stranieri che lo preferiscono ai beni d’alta gamma, ma questo non vuol dire che li ignorino, anzi. Quella del lusso infatti è una realtà di nicchia che sta registrando importanti investimenti dal punto di vista turistico e che nonostante le tensioni geopolitiche ed economiche, vede il trend molto positivo per il 2023, in quanto l'assenza dei mercati russo e asiatico è in parte controbilanciata dal ritorno dei clienti europei e americani.
Lusso, settore in crescita
Si tratta di una clientela ridotta in termini di percentuali assolute, ma dalla grande disponibilità economica capace di generare trend positivi su tutto l’indotto, dai ristoranti alle boutique. Un comparto che guarda al futuro con il mondo alberghiero in fermento che vede anche passaggi di mano e acquisizioni (vedi l’accordo siglato da Belmond con Sardegna Resorts S.r.l., una società interamente controllata dal Qatar Investment Authority (“QIA”), per la gestione dell’Hotel Romazzino a Porto Cervo, in Sardegna) a conferma dell’interesse internazionale verso il comparto esclusivo italiano. Ulteriore conferma viene anche dal settore tricolore delle crociere che si sta muovendo per offrire servizi esclusivi e di altissimo prifilo (basti pensare al brand di lusso Explora Jouneys di Msc, che metterà in acqua 6 navi).
Mare e città d’arte (quasi) alla pari
Intanto, in attesa di conoscere i dati reali, si lavora sulle attese, come spiega Ivana Jelinic ceo Enit: «Il 37,7% degli intervistati afferma di avere intenzione di venire in Italia nel 2023. Si registrerebbe, così, un aumento pari a circa l’8% rispetto al dato dell’ultimo quinquennio. In base alle previsioni, la platea dei turisti dovrebbe essere composta per il 14,6% da spagnoli, per il 12,7% da statunitensi e per il 12,3% e 12,2% da svizzeri e austriaci. Il picco di turisti dovrebbe coincidere con la stagione estiva, che dovrebbe ospitare circa la metà del flusso complessivo».
Una turista a Firenze
Riguardo alle mete preferite per l’estate, Sandro Pappalardo consigliere cda Enit, commenta: «Le destinazioni più scelte di gran lunga le località di mare (36,8%) e le città d’arte (31,7%); in particolare, Il 61,5% degli austriaci ha affermato di essere stato in una località balneare, dato che scende (46,8%) per svizzeri e per i tedeschi (41,8%). Sulle città d’arte invece, il dato più elevato appartiene agli spagnoli, il 73% dei quali ha scelto di visitare una città d’arte, così come i francesi (57,4%) e gli statunitensi (44,4%)». Il 35% circa di chi ha viaggiato in Italia ha speso fra 500 e 1500 euro. Dallo studio Enit si nota una tendenza degli statunitensi a spendere molto più di ogni altro. Chi spende meno invece, proviene da Francia e Austria.
La ripresa e il marketing al lavoro sui risultati
«Stiamo puntando ad azioni specifiche di marketing che tengano conto del fatto che la stagione in cui l’Italia ha raccolto il maggior numero di visitatori è quella estiva, selezionata dal 68,7% dei partecipanti alla ricerca, così come occorre tener presente le differenze tra popolazioni: ad esempio gli austriaci tendono a visitare l’Italia più della media complessiva in estate» dichiara Maria Elena Rossi direttore marketing Enit.
Dalle ricerche condotte da Enit e Isnart-Unioncamere si evince un quadro di generale ripresa del settore in Italia che ha prodotto un impatto economico stimato complessivamente in 77 miliardi di euro, grazie alle spese sostenute da oltre 770 milioni di turisti, tra pernotti in strutture ricettive e alloggi in abitazioni private (seconde case, residenze di amici e parenti, appartamenti e camere in affitto). Rispetto al 2021, la crescita è del +16,7% per le presenze e del +17,4% per la spesa.
Natura unica, realtà sublime
Nel 2022 il patrimonio naturalistico è la prima motivazione di vacanza, prendendo il posto del classico binomio Italia-arte, che “scende” in seconda posizione: il 18,1% degli italiani e il 22,4% degli stranieri si muovono per trascorrere una vacanza a contatto con la natura. Il risultato commentate da Roberto di Vincenzo, presidente Isnart: «L’arte, la cultura e la storia d’Italia, comunque, rimangono un caposaldo della destinazione Italia, nel 2022 è tornata forte la voglia di scoprire musei e monumenti, di partecipare a concerti ed eventi locali. Il turismo post pandemico lascia più spazio alle piccole eccellenze del territorio, con gite ed escursioni alla scoperta di borghi e aree interne del Paese: un passo importante nell’obiettivo dell’ampliamento della stagione turistica destagionalizzazione e decongestione dei flussi».
Val di Funes in Trentino Alto Adige
La qualità premia
Le imprese che puntano su servizi di qualità sono premiate da una clientela più "fedele": la ricerca di Isnart rileva che quasi 1 turista su 2 torna sul luogo di vacanza e 1 su 10 lo fa per alloggiare nella struttura di fiducia. La pandemia ha generato nuove modalità di trascorrere i soggiorni fuori casa e, grazie allo smartworking, 1 turista su 10 dichiara di aver coniugato lavoro e vacanza, con un probabile impatto in termini di allungamento del periodo di soggiorno.
Taglio del nastro dello stand Enit alla Bit alla presenza del ministro del Turismo Daniela Santanchè
Internet influenza più del passaparola ed agisce su due fronti dello share of mind: consultato dagli indecisi, ma anche da chi ha le idee chiare su dove andare e vuole organizzare personalmente ogni particolare del viaggio. Nel 2022 le informazioni on line influenzano il 55% dei turisti (13,5% nel 2008), le offerte di portali e siti web il 41,8%, le recensioni on line il 13,3% e il tam tam dei i social network l’11,7% dei visitatori.