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Appennini senza neve, le Regioni chiedono un piano straordinario. Santanchè: «Già al lavoro»

Emilia-Romagna, Toscana e Abruzzo hanno chiesto un incontro con il ministro del Turismo, Daniela Santanchè, per programmare un piano straordinario per gli Appennini. La risposta è stata immediata

 
03 gennaio 2023 | 18:17

Appennini senza neve, le Regioni chiedono un piano straordinario. Santanchè: «Già al lavoro»

Emilia-Romagna, Toscana e Abruzzo hanno chiesto un incontro con il ministro del Turismo, Daniela Santanchè, per programmare un piano straordinario per gli Appennini. La risposta è stata immediata

03 gennaio 2023 | 18:17
 

Emilia-Romagna, Toscana e Abruzzo hanno chiesto un incontro con il ministro del Turismo, Daniela Santanchè, per programmare un piano straordinario per gli Appennini. Il motivo è legato all'assenza del manto nevoso per sciare: le temperature, infatti, non scendono sotto lo zero termico, nemmeno di notte, e non permettono quindi agli operatori di innevare anche solo artificialmente. La richiesta per un meeting al ministro è stata concordata con gli assessori Leonardo Marras (Toscana) e Daniele Damario (Abruzzo). Pronta la risposta del ministro alla richiesta delle Regioni del centro Italia. Ai colleghi de Il Resto del Carlino, infatti, Santanchè ha dichiarato: «Al più presto un tavolo di lavoro congiunto per definire un piano straordinario per l'Appennino senza neve. Il mio Gabinetto è già al lavoro sul tema».

Gli Appennini senza neve

Gli Appennini senza neve

La richiesta d'aiuto è chiara: «Bisogna che il Governo intervenga in primo luogo con risorse fresche per compensare, almeno in parte, i danni prodotti da questa anomalia climatica, poi con provvedimenti per posticipare i mutui e con aiuti per la sostituzione dei vecchi impianti di innevamento con quelli di ultima generazione che permettono di mantenere la neve artificiale anche a temperature più elevate». L'obiettivo, esplicitano, deve essere assolutamente quello di «cercare di mettere gli operatori nelle condizioni di resistere e di non essere costretti ad abbandonare le nostre montagne di cui sono un presidio importante».

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