C'è grande attesa per il ritorno del cuoco catalano Ferran Adrià per ElBulli Foundation, che il 15 giugno 2023 aprirà El Bulli 1846, uno spazio a metà tra la mostra e il laboratorio. Come Italia a Tavola aveva già riportato il 25 gennaio 2013, non sarà più un ristorante, nonostante sorga proprio negli spazi del vecchio ElBulli, in Calle Montjou, sulla Costa Brava, per anni considerato il migliore del mondo, con tre Stelle Michelin conquistate nel 1997 grazie alla sua cucina molecolare. Diventerà un vero e proprio museo che celebrerà la grande storia del ristorante. Per entrare bisognerà pagare un biglietto.
Ferran Adrià
Gli obiettivi del progetto di ElBulli1846
La conversione da ristorante ElBulli, regno dello chef portabandiera della cucina molecolare, all'archivio-spazio museale, aveva preso il via nel 2011, anno di chiusura del celebre ristorante.
Tre gli obiettivi del progetto:
- conservare l’eredità del locale di Ferran Adrià,
- promuovere l’innovazione
- creare contenuti di qualità in ambito gastronomico.
«Uno spazio in cui vogliamo condividere la nostra triplice missione: salvaguardare l'eredità di ElBulli, promuovere un atteggiamento innovativo e generare contenuti di qualità sul restauro gastronomico, attraverso diversi progetti ADN Bulli» ha precisato il team Adrià attraverso i loro social network, presentando il progetto sullo schermo del palco principale del congresso Madrid Fusión. «Non si tratta di venire a mangiare ma di capire cosa è successo», ha dichiarato lo chef Adrià a proposito del museo.
Un museo per celebrare il ristorante ElBulli e la cucina dello chef Ferran Adrià
Sarà un giro di oltre due ore attraverso la storia di quello che è probabilmente il ristorante molecolare più famoso di sempre. Centinaia di foto, schemi, modelli, quaderni, libri e trofei permetteranno al visitatore di scoprirne i segreti. Grande esclusiva le riproduzioni di piatti che hanno fatto reso grande la fama di ElBulli.
Ferran Adrià è stato il pioniere della cucina molecolare e, nonostante la chiusura del ristorante avvenuta nel 2011, non ha mai rinnegato la sua esperienza. «Ero certo che stessimo facendo bene a chiudere. Avevamo raggiunto quella che consideravamo l'esperienza di massima soddisfazione. Una volta raggiunto questo obiettivo, ci siamo detti 'perché continuare se la nostra missione era cercare i limiti?'» ha dichiarato lo chef. In quel momento ha messo via il grembiule bianco e sostiene che sarebbe difficile replicare quanto successo in quel periodo. «Quando sono arrivati gli ospiti è stato uno shock, oggi non sarebbe stato lo stesso», ha dichiarato lo chef.